lunedì 25 gennaio 2010

DI PIETRO SEMPRE SOTTO INCHIESTA


Colpo di scena: Antonio Di Pietro ha denunziato:” C’è un dossier su di me, vogliono far credere, utilizzando alcune foto del tutto neutre, che io sia al soldo dei servizi segreti deviati e della Cia con per abbattere la Prima repubblica”.

Come dire: mette le mani avanti, preoccupato che ci possa essere qualcosa su di lui che faccia rumore, o, meglio dire, scandalo. Così da perdere quella credibilità di fronte ai fan e agli elettori conquistati da Pm di Mani pulite e nelle battaglie da leader politico. Da magistrato a capo dell’Idv, ha impersonato una sorta di San Giorgio che combatte contro il drago, come nel quadro di Raffaello. Va da sé che lui è il “Cavaliere eroico” e il drago il malaffare.

Voci vecchie che si rinnovano sul suo conto, quindi, nulla di nuovo sotto il cielo della politica dipietresca. Sebbene i suoi avversari stiano scavando a fondo per saperne di più, con quale risultato non sappiamo. Intanto, Di Pietro non sta tranquillo, sotto campagna elettorale questa vicenda, poi, non porta bene, sotto l’aspetto dei voti.

D’altro canto,conosciamo la vita del leader dell’Idv, grazie a Filippo Facci che ha scritto, per due volte, una voluminosa biografia, non autorizzata.

In base alla narrazione, potremmo dire che sappiamo abbastanza, ma non tutto, per poter dire che conosciamo di lui morte vita e miracoli.

Già all’inzio dello scontro giudiziario tra Bettino Craxi e Antonio Di Pietro vennero fuori notizie su suo conto, mai, per la verità, appurate. In un corsivo sull’Avanti! – firmato dal segretario del Psi, con il consueto pseudonimo “Ghino di Tacco” – attaccò in Pm Di Pietro: “Non è tutto oro, quello che luccica; col tempo scopriremo che quel giudice di cui si sente tanto parlare è tutt’altro che l’eroe che crede la gente”. Questo attacco, cui fece seguito il giudizio riferito da Rino Formica circa il “poker d’assi” che Craxi aveva mostrato in una direzione del suo partito su Di Pietro.

In seguito, anche il settimanale “Il Sabato”, con una inchiesta minuziosa narrò chi era e chi aveva frequentato. Tra i suoi “compagni di merenda” o di “bisbocce”: molti politici che avevano il potere a Milano e in Lombardia e alcuni imprenditori. Non va dimenticato, inoltre, l’intervista di Filippo Facci a Paolo Pillitteri che fu uno che lo conosceva bene, per aver passato con Di Pietro molte serate “cameratesche”. In quelle serate molto si parlava e si sparlava, così come si fa in serate allegre tra amici, molto simili a quelle raccontate nel film “Amici miei” di Mario Monicelli, così il Pm era al corrente, inconsapevolmente, di mille segreti politici.

E, comunque, subito dopo, lasciò in modo misterioso la magistratura, – una vicenda che dovrebbe spiegare in modo che si possano diradare le nebbie su di lui – ed ebbe, per la legge del contrappasso, i suoi guai giudiziari e anche stavolta vennero fuori fatti che non lo faceva brillare come l’Eroe di Mani Pulite. Nel 1995, venne indagato dal sostituto procuratore di Brescia Fabio Salamone, ipotizzando reati di concussione e abuso d’ufficio in seguito a dichiarazioni rese dal generale Cerciello, ma il giudice per le indagini preliminari archiviò il procedimento.

Sicché, una vita che ha luci e ombre e su queste ombre sono nascoste storie, come dire, indicibili e inconfessabili. Storie sovrapposte di un personaggio circondato da un alone di misteri e segreti. Tra queste storie ci potrebbe anche stare quella che ha rilevato il medesimo Di Pietro: la sua doppia vita: di magistrato e di agente dei servizi.

E, comunque, se queste dovessero essere svelate, sarebbero gravi per il ruolo giocato quando era Pm di Mani pulite, ragion per cui, la magistratura dovrebbe indagare.

Il problema, in verità, va di là dalla magistratura ordinaria e, comunque, investe, direttamente, anche il Parlamento, per cui la costituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta su Tangentopoli sarebbe l’unico strumento per rivelare fatti e misfatti che hanno permesso la fine del vecchio regime e la nascita del nuovo.

Bettino Craxi, e non solo lui, si batté per la farla costituire, ma senza fortuna. Epperò, coloro che combattano il giustizialismo e il dipietrismo politico ogni giorno, da questo orecchio non sentono. Mentre sarebbe opportuno istituirla sulla base delle cose dette dallo stesso Di Pietro, cioè sulle voci che circolerebbero su di lui, in quanto agente dei servizi con il compito di abbattere il vecchio regime. Paradossalmente, l’istituzione della Commissione servirebbe anche al leader dell’Idv per far sì che le ombre su di lui spariscano una volta per tutte.

C’è stato o no un Pm alla Procura di Milano che ebbe il compito di abbattere la Prima repubblica? Che, peraltro, usò la giustizia nell’ottica dei due pesi e due misure.

Finche non si farà chiarezza su quegli avvenimenti non ci sarà pace. Disse Craxi: ”Se la Seconda repubblica si costruisce sulla menzogna franerà”.


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