lunedì 25 gennaio 2010

EMMA : SE NON CI FOSSE BISOGNEREBBE INVENTARLA


Se non ci fosse bisognerebbe inventarla. Emma Bonino è la candidata alla presidenza della regione Lazio per la coalizione di cui fa parte il Partito democratico e tutte quelle forze che sono all’opposizione, compresa l’Idv di Pietro e questa presenza è un neo per una garantista a prova di bomba come lei. Nonché Bonino è la capolista della “Lista Bonino – Pannella” della Lombardia il cui candidato presidente è Cappato.

Per questo diverso modo di candidarsi, ha sollevato polemiche nel Pd. In primo luogo, come se i Radicali volessero con questa operazione massimizzare il loro risultato a livello nazionale; in secondo luogo, le critiche della base democratica rivolte ai vertici democratici che hanno scelto la leader Radicale, quando il Pd aveva da scegliere come voleva e poteva. Altri ancora si interrogano: per caso Bonino è l’agnello sacrificale,dal momento che il gruppo dirigente Pd ha valutato la sconfitta in modo imprescindibile, per colpa dello scandalo Marrazzo? In tal modo, il peso dell’insuccesso starebbe sulle spalle di lei e lo stato maggiore democrat se la passa franca.

Come si vede,la candidatura sta facendo discutere, nel bene e nel male. Di certo, non passa inosservata, non foss’altro per quello che ha rappresentato nel panorama politico italiano. Oltretutto due sfidanti: Bonino a sinistra e la Polverini a destra. Una competizione inedita al femminile.

Onestamente, non avremmo mai pensato che Bersani avesse tanto coraggio per presentare un personaggio scomodo a tutto tondo, di cultura laica, politica di rango, con una biografia segnata da lotte per l’emancipazione della donna e per i diritti civili. Lotte che scioccano l’opinione pubblica, sennò che lotte sarebbero. Come si sarebbe potuta approvare, senza le battaglie del suo partito, la legge 194 /78 sulla interruzione sulla gravidanza ( prima del 1978, l’interruzione volontaria di gravidanza , in qualsiasi sua forma, era considerata dal Codice penale italiano un reato), senza una campagna referendaria accompagnata da atti forti, arrivando persino all’ autodenuncie alle autorità di polizia per aver praticato aborti. Fu una campagna condotta negli anni Settanta con azioni nonviolente da parte del segretario del Partito radicale, Spadaccia, Faccio e Bonino. Per questo i tre abortisti pagarono di persona, con l’arresto.

Inevitabilmente i gruppi imprenditoriali della sanità sono ostili alla Bonino, così come la Chiesa.

Proprio su questo terreno gli avversari interni ed esterni la stanno combattendo, attraverso una campagna di diffamazione che dimostra quanto peso hanno le forze oscurantiste sulla politica italiana.

Nondimeno i problemi sollevati dalle forze cattoliche le cui critiche sono incentrate sul cultura laica di Emma e ciò era prevedibile in un Paese dove la Chiesa ha, piaccia o no, un peso politico determinante, che si riflette negli schieramenti di destra e di sinistra.

Ciononostante, Bersani ha puntato sulla leader radicale, andando controcorrente rispetto alla tradizione culturale comunista in cui la questione cattolica ha avuto una centralità strategica e a quella degli ex Dc,il cui cattolicesimo si coniuga con la politica.

Aver puntato sulla Bonino, dovrebbe aver un significato politico nel prossimo futuro, se non l’avesse, avrebbero ragione chi la considera, comunque vada, una scappatoia.


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