lunedì 21 dicembre 2009

L'art. 7 ieri ... oggi l'inciucio?

di Carlo Magnani

Il nuovo segretario del PD, cioè, Massimo D'Alema, ha lanciato qualche giorno fa la vera linea del partito. Chissà se ne ha parlato con Bersani, mentre questo era invitato dai socialisti; invito che non raccoglieva invece Casini, il quale sicuramente era informato da Max.
Il nuovo corso del partito nuovo nasce all'insegna del togliattismo. D'Alema è rimasto davvero fedele al metodo comunista, per sua stessa ammissione, che cosa "c'entriamo noi coi socialisti, che siamo gramsciani!".
Il berlusconismo è il nuovo terreno di prova per la riedizione del compromesso togliattiano: prima la monarchia, poi l'amnistia, poi l'art. 7 e il Vaticano, poi il compromesso storico, infine il partito democratico. D'Alema l'ha detto chiaramente, in una intervista assai significativa, che il modello è l'art. 7 della Costituzione; mentre la sinistra azionista liberale-socialista, compreso Adriano Sofri che osò obiettare qualcosa a Togliatti, non hanno mai capito granchè della sociatà italiana. E' chiaro che ce l'ha con "Repubblica" e con qualcuno dei suoi; è chiaro che significa porte aperte a Casini. Anche il buon Ferrrero ha posizionato i comunisti su Casini.
Si intuiscono i segni di una gelata spaventosa sulla politca italiana, di una cristalizzazione che spezzerà ogni voce dissenziente. Cosa dicono le culture che furono critiche delle stagioni dei compromessi di vero e proprio governo fatti dal Pci di opposizone? "A sinistra del Pci", disse Pannela negli anni '70 appena sbarcato in Parlamento. Craxi ruppe nell'affaire Moro la stolida difesa di uno stato che non poteva chiedere per la propria conservazione il sacrificio di un('altra) vita. Oggi si deve dire "a sinistra del Pd". A sinistra di un gruppo in cui a turno da decenni si sostengono tutte le posizioni e il contrario di tutto. Non era D'Alema a fondare il rosso Red per sterzare a sinistra il centrico e liquido Veltroni? E ora? Si tira fuori l'art. 7 che passò sulle proteste laiche e socialiste e liberali. Questò è il partito dell'altroieri, non di domani.

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