mercoledì 2 dicembre 2009

FINANZIARIA. NENCINI: CHIAMPARINO ED ERRANI REAGISCANO CONTRO IL TAGLIO DEI CONSIGLIERI


La riduzione del numero dei consiglieri comunali e provinciali prevista dalla finanziaria, rappresenta l’ennesimo strumento per introdurre surrettiziamente il bipartitismo e dare un altro colpo di piccone al nostro sistema democratico.
E’ quanto afferma il segretario del Psi, Riccardo Nencini.
A fronte di risparmi davvero esigui, - continua il leader socialista - si riduce drasticamente la possibilità di scelta degli elettori, costringendoli a orientare il proprio voto sui grandi partiti, e questo spiega anche il silenzio dell’opposizione. Difatti se la norma verrà approvata, una lista per entrare in un consiglio comunale dovrà superare l’8%, una soglia addirittura doppia rispetto a quella delle politiche. Se davvero si volevano ottenere delle riduzioni di spesa, perché non tagliare invece le indennità di assessori e consiglieri regionali fissando un tetto pari a quello già applicato in Toscana e Umbria? Solo così – sottolinea Nencini - si risparmierebbero circa 120 milioni di euro l’anno.
Chiederò formalmente - conclude Nencini - a Sergio Chiamparino di intervenire con decisione contro la proposta del governo di ridurre a partire dalla prossima finanziaria, il numero dei consiglieri comunali e provinciali e a Vasco Errani di proporre una misura alternativa ben più vantaggiosa per i bilanci regionali”.

1 commento:

  1. Ci sarà prima o poi qualche dirigente, sedicente socialista, disposto - di tanto in tanto - a rimettere i piedi sulla terra? La riduzione del numero dei rappresentanti politici eletti non risolverà i mali dell'Italia, ma non é questo scandalo che dice Nencini e non costringerà gli elettori a concentrarsi sui partiti più grandi, quanto piuttosto, dovrebbe scoraggiare i costruttori di partiti dello zerovirgola. Nencini, inoltre, cita la regione Toscana come esempio di misura, se non proprio di parsimonia, quanto a retribuzione dei consglieri, assessori e presidente della regione. Il problema e che, probabilmente, a tale conclusione giunge confrontando indennità, rimborsi e altri benefici con quelli di parlamentari, eurodeputati e consiglieri di altre regioni ancora più sconsiderate. Provi a confrontare i 10.000 euro e più al mese dei suoi consiglieri regionali con le indennità di disoccupazione; provi a mettere di fronte il diritto alla pensione maturato dopo una legislatura (e calcolato molto benevolmente - ancorché percepito a 65 anni) con i 35-40 anni di contributi che deve versare un normale lavoratore e, forse, si accorgerebbe che un socialista dovrebbe avere altri atteggiamenti e altre preoccupazioni!
    Che tristezza, "compagni"! Oggi, per sentire qualche ragionamento con un po' di buon senso dai "palazzi" e dalle "casupole" della politica, mi pare tanto che ci sia rimasto di ascoltare Fini!

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