domenica 26 luglio 2009

*V A C A N Z E......*

VACANZE....

di Emanuele Pecheux

26/07/2009 - L'intento, in origine, consisteva nello scrivere una breve
nota nella quale informare i frequentatori del sito del Partito
Socialista e del gruppo su FB che, durante il periodo agostano, la
redazione tirerà un pò il fiato e dunque gli aggiornamenti saranno
necessariamente diradati (ma non interrotti). In altre parole si aveva
in animo di inviare alle compagne, ai compagni e ai simpatizzanti
l'augurio di buone vacanze anche in considerazione del fatto che tutta
la comunità del Partito Socialista, alla ripresa dopo la pausa estiva,
sarà chiamata ad ingaggiare una (verrebbe da dire, ormai consueta)
serie di prove molto impegnative, per le quali saranno necessarie,
oltrechè l'impegno e la passione che sono ben noti, anche la massima
determinazione, unita alla lucidità e, soprattutto, alla solidarietà
tra dirigenti e militanti.

Alle spalle ci lasciamo poco più di un anno difficile, reso complicato
dall'infausto risultato elettorale delle politiche 2008, evento che,
come mai nei pure difficili precedenti tre lustri, ha rischiato di
provocare la definitiva fine dell'unica organizzazione politica
socialista di questo Paese.
Ma i tredici mesi che sono trascorsi dal congresso di Montecatini che
ha portato Riccardo Nencini alla guida del partito, hanno anche e
soprattutto dimostrato che i socialisti ci sono, non chinano il capo
e, soprattutto, non mollano. Abbiamo cercato in questi mesi di dare
conto quotidianamente
dell'attività del partito che ha mostrato, pur nelle difficoltà che
tutti conosciamo, grazie alla costante applicazione del segretario e
del gruppo dirigente, di essere in grado di risalire la china dopo la
mazzata elettorale delle politiche. Contiamo, come redazione, di fare
di più e meglio alla ripresa. Certo, per il gruppo dirigente non è
stato nè semplice nè comodo accollarsi una simile impresa in un
contesto che vede il PS fuori dal parlamento nazionale (grazie a
Veltroni) e, da poche settimane, anche dal Parlamento europeo (grazie
a Veltrusconi) e dunque scientificamente marginalizzato, se non
ignorato, da un sistema mediatico che è la plastica rappresentazione,
della grave patologia che, non da oggi, ha colpito la nostra
democrazia. Il nostro
partito, nonostante questi handycap, a cui si è aggiunto il grave
incidente che ha limitato nel momento più delicato il lavoro del
segretario, che avrebbero potuto indurre a considerare la partita
ormai perduta, ha perseguito e persegue la duplice strada
dell'affermazione della propria specificità e autonomia,
contestualmente alla ricerca e alla costruzione di un sistema di
alleanze, (resosi urgente dopo la repentina promulgazione della legge
truffa perle europee) che comunque siano compatibili con i valori del
riformismo socialista che, se ad alcuno non fosse sufficientemente
chiaro, per noi non sono negoziabili.

In questa chiave occorre interpretare la nascita di Sinistra e
Libertà, coalizione che, in ragione del contingente ma pure alla
lenta, progressiva evoluzione in chiave riformista dei nostri
interlocutori ha avviato un processo (che, tuttavia, non è ancora
giunto al termine) che ha consentito di gettare il seme di
un'aggregazione della sinistra progressita, riformista, laica e
attenta ai temi della moderna ecologia. Quella che ci piace definire
la sinistra del futuro.

Traversato, non senza qualche inevitabile lesione, l'istmo delle
elezioni europee con un risultato che, date le condizioni, non esalta
ma neppure può deprimere, si tratta ora di tracciare un'agenda che
consenta di sciogliere tra i contraenti alcuni nodi tuttora presenti
(diversamente si tratterebbe di una fusione a freddo ed la crisi del
PD sta li a dimostrarci come vanno a finire simili esperimenti) e
dunque indicare le tappe successive di un viaggio che è appena
all'inizio.
Recita un detto popolare: "la gatta frettolosa fa i gattini ciechi".
Checchè ne pensino qualche aspirante spin doctor di scuola obamiana,
passato dall'eskimo al desktop, qualche aedo della mitica "base" o
qualche visionario che ha scoperto il web e non è più in grado (se mai
lo fosse stato) di distinguere il reale dal virtuale, un partito non
si crea, nè si struttura dall'oggi al domani. Nè può esistere solo sul
web.

Certo, tra noi c'è qualcuno che, avendo un'idea, per così dire,
"sliding doors" delle appartenenze, ha già fornito ampie dimostrazioni
di essere capace di sfasciarli i
partiti: oggi immagina onirici scenari che stanno nel suo personale
libro dei sogni.

C'è pure qualcun altro, di converso, che vorrebbe che l'intera
comunità socialista prendesse il mare aperto del "nuovo partito" di la
da venire, buttando, come si suol dire "con l'acqua sporca, anche il
bambino".

Siamo di fronte all'ennesimo deja vu del socialismo italiano? Al
ritorno del fantasma del "cupio dissolvi"? Al solito copione che, come
scriveva un notista politico di chiara fama, "metti insieme tre
socialisti e avrai cinque idee diverse"? No. Fortunatamente non siamo
a
questo. Sicuramente, però, nel caso dei "nuovisti" siamo invece di
fronte al dipanarsi di una sorta di sindrome di onnipotenza che è, in
parte, figlia di un cattivo rapporto con i new media e che assegna ad
alcuni la rappresentazione, forse neppure consapevole, dell'italico
vizio che ci ha portato ad essere considerato "il paese di santi,
poeti, navigatori, commissari tecnici della nazionale" e, grazie al
web 2.0, segretari di partito, pur ovviamente attenendosi al mai
dimenticato motto "armiamoci e partite".

*Alcuni tra costoro stanno ore, giorni e notti, sul web: PONTIFICANO,
spesso INSULTANO e disegnano
SCENARI POLITICI ed organizzativi FIGLI DELLA CALURA ESTIVA e delle
troppe ore trascorse, in solitudine, innanzi al pc.
Ma quanto a impegno nel e per il partito, neanche a dirlo, salvo poche
eccezioni, da sempre, latitano.*

Soprattutto a costoro va l'augurio di buone vacanze, affinchè
ritrovino nel periodo agostano, oltre a un minimo di buon senso
politico, le ragioni che stanno alla radice del sentirsi parte di una
comunità politica come la nostra e e si rammentino pure che il
dibattito democratico si può definire tale se è rispettoso delle
regole che informano la vita di un'organizzazione.
Ignorarle o inventaresene
in corso d'opera altre, significa costruire un'apparato, oltrechè
virtuale, farsesco.

Dando pure la stura all'arbitrio, che è l'esatto opposto della
democrazia. Della mala pianta dell'arbitrio, nel nostro
partito, se ne facciano una ragione, nessuno, fortunatamente, avverte
la necessità.


Ivo Costamagna
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www.partitosocialista-mc.org
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