mercoledì 8 luglio 2009

*I LEADER DI SINISTRA E LIBERTA': PRESIDENTE NAPOLITANO NON FIRMI QUELLA LEGGE*

SICUREZZA, LEADER SL SCRIVONO
AL PRESIDENTE NAPOLITANO

I leader di Sinistra e Libertà - Claudio Fava, Grazia Francescato,
Umberto Guidoni, Riccardo Nencini, Nichi Vendola - hanno inviato una
lettera al Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano,
in merito alla recente approvazione da parte del Parlamento della
legge sulla sicurezza, che contraddice le regole di civiltà giuridica.
Di seguito riportiamo il testo della lettera:


Illustrissimo Presidente,

la promulgazione delle leggi rientra nelle funzioni di garanzia
esercitata dal Presidente della Repubblica, nel quadro del delicato
equilibrio costituzionale di pesi e contrappesi all'interno del quale
è inserita la stessa funzione legislativa che, nell'ordinamento
costituzionale, non gode della prerogativa dell'onnipotenza.
I Padri costituenti, nella loro saggezza, hanno previsto che le leggi potessero
essere giudicate, per tutelare i cittadini dal rischio di abusi
provenienti dalle maggioranze politiche e per questo hanno posto due
istituti di garanzia a presidio del corretto esercizio della
legislazione: la Corte costituzionale e il Presidente della Repubblica
che, a norma dell'articolo 74, prima di promulgare una legge, può, con
messaggio motivato, chiedere una nuova deliberazione alle Camere.
Noi non confondiamo il ruolo della Corte Costituzionale, a cui è
affidato un compito tipicamente giurisdizionale, con quello del
Presidente della Repubblica, a cui la Costituzione assegna un ruolo
più interno al
sistema politico e quindi più delicato, suscettibile di
interpretazioni diverse. Si tratta di una funzione che, proprio per la
sua delicatezza, non tollera suggerimenti né aspettative. Tuttavia
questa funzione è prevista dalla Costituzione (e deve essere
esercitata) come rimedio alle patologie che eventualmente si
verifichino nello svolgimento dell'attività legislativa.
Noi siamo convinti che con la nuova normativa
(Disposizioni in materia di sicurezza pubblica) approvata in seconda
lettura dal Senato il 2 Luglio, è stata superata una soglia che i
Costituenti avevano eretto a presidio di quei valori inviolabili
costituiscono al contempo la lezione e il lascito della Resistenza. E'
stato varcato il limite del rispetto della dignità essenziale di ogni
persona umana.
Quando si interdice il diritto di contrarre matrimonio e di dar vita a
una famiglia a un'intera categoria di persone, e quando si sottopone
l'esercizio di un diritto naturale come quello della maternità ad
un'autorizzazione amministrativa, quale è il permesso di soggiorno,
non si tratta più di mere questioni di costituzionalità, che
possono essere trattate e risolte dal Giudice delle leggi.Siamo in
presenza di un cambiamento di natura della legge, dalla quale viene
espunta la giustizia. In altre parole, si produce una lacerazione fra
la legge - comando politico - e la tavola di valori posta a fondamento
dell'ordinamento, che i Costituenti avevano voluto inscindibilmente
connessi.
Siamo in presenza di una grave patologia del sistema che disonora il
nostro Paese e ci mette in contraddizione con le regole di civiltà
giuridica poste a fondamento dell'Unione europea come hanno rilevato
illustri esponenti della cultura italiana con una lettera destinata
all'opinione pubblica democratica europea.

Per esporLe il nostro punto di vista su questi punti, Le chiediamo,
prima di procedere alla promulgazione, di ricevere una nostra
delegazione.

Claudio Fava, Grazia Francescato, Umberto Guidoni, Riccardo Nencini,
Nichi Vendola

Roma, 7 luglio 2009


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www.partitosocialista-mc.org
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