giovedì 6 marzo 2008

Appello di Valdo Spini

In queste elezioni, è per la prima volta in forse la sussistenza di un partito del socialismo europeo in Italia. Non solo, ma anche la sussistenza di un partito socialista italiano, che nato nel 1892 a Genova, sia pure con alti e bassi, con pagine più gloriose e altre meno, ha costituito uno dei pilastri insostituibili della democrazia italiana e della stessa Costituzione Repubblicana. Personalmente posso rivendicare con orgoglio una coerenza politica. Ho sempre militato sotto un simbolo socialista. Dal 1962 al 1994 nel PSI, poi al suo scioglimento nei Laburisti, dal 1998 nei DS quando hanno collocato nel simbolo la rosa del socialismo europeo fino al 2006, quando riuscimmo addirittura a far approvare al Congresso a scrivere per esteso Partito del Socialismo europeo nel simbolo di questa forza politica. Lo scioglimento dei DS nel PD mi ha privato di questo riferimento. Purtroppo la stessa Sinistra Democratica ha abbandonato la costruzione di una nuova forza del socialismo europeo come sua missione prevalente. Quindi con altri compagni provenienti dai DS ho accettato la sfida della Costituente Socialista, lanciata con un manifesto che abbiamo firmato insieme con Enrico Boselli e Gavino Angius. Sapevamo che il cammino della Costituente Socialista non sarebbe stato facile. Né il PD né la stessa Sinistra Arcobaleno hanno interesse ad avere davanti come pietra di inciampo un partito che fa parte a pieno titolo del socialismo europeo e che, invece, a vario titolo e a vario modo, si vuole superare o ridefinire o dichiarare in crisi in attesa che la sua malattia sia guarita da pretesi sapientoni italiani. Ma certo, il trattamento che ai socialisti è stato fatto in queste elezioni da parte del Partito Democratico, e cioè il diniego di un apparentamento che invece si è permesso ad una forza dichiaratamente non di sinistra, ad un partito personalistico come quello dell’Italia dei Valori, è chiaramente inaccettabile. Il tutto condito con attacchi ad alta voce o frasi sussurrate a mezza voce chiaramente insultanti e in netto contrasto con la campagna elettorale “soft” che si dice di voler condurre. Si è stati soft con Berlusconi ma si è stati duri con il Partito Socialista. Quanto alla Sinistra Arcobaleno ha effettuato subito un fuoco di sbarramento scoraggiando ogni contatto e perfino ogni ipotesi di desistenza al Senato. Di fronte a tutto ciò la scelta del Partito Socialista di correre da solo è stata estremamente dignitosa. Le stesse vicende dei radicali dimostrano quanto sarebbe stato indecoroso e scivoloso accettare la proposta di consegnare qualche nome al PD perché li mettesse nelle proprie liste. So bene che il comportamento tenuto dal Partito Socialista durante la crisi del Governo Prodi, la stessa sottovalutazione dell’aggressione che il PD avrebbe avuto nei nostri confronti hanno provocato e provocano legittime critiche nei confronti del gruppo dirigente del Partito. So anche bene, che pur in presenza di una situazione così drammatica, vecchie pratiche personalistiche si sono nuovamente manifestate. Ma in gioco non è un gruppo dirigente; è la stessa vita del Partito ad essere messa in causa. Ma non è solo il problema di un partito. E’una situazione politica generale ad essere estremamente preoccupante. Dall’evidente attacco alla laicità dello Stato, alle intenzioni da varie parti manifestate di distruggere conquiste socialiste come lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori, è tutto un contesto che richiede la presenza di una forza del socialismo riformista, laica e democratica, che non abbandona la propria identità, ma è capace di rinnovarla così come hanno fatto i partiti del socialismo europeo a cominciare dal PSOE di Zapatero. Per questo sento il dovere di mettere a disposizione non solo di un Partito, ma di un’idea, quella di Matteotti e di Pertini, quel patrimonio di esperienza, di proposte programmatiche, di relazioni e di consensi che la mia lunga vita parlamentare mi ha permesso di costruire. In tal senso non credo che sia il caso di guardarsi intorno né di sgomitare con questo o con quello. Sarebbe del tutto assurdo in una situazione del genere. Guardare avanti, rimboccarsi le maniche e chiarire all’Italia il perché ci battiamo per la sopravvivenza del Partito Socialista italiano e perché facciamo appello a tutti coloro che possono sentire questa esigenza perché si uniscano a noi nella battaglia elettorale e nel voto.

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