domenica 30 maggio 2010

Al via il 2° congresso nazionale. Il CN ha approvato le norme -UN PATTO FONDATIVO PER IL PARTITO. UN PROGETTO PER L'ITALIA


sabato 29 maggio 2010
“La domanda che dobbiamo porci davvero non è se questo partito può continuare a vivere, ma come cambiare per continuare a vivere”.Così, all’inizio della relazione (leggi la sintesi) con cui ha aperto i lavori del Consiglio nazionale di sabato 29 maggio, il segretario del partito Riccardo Nencini, ha sintetizzato il tema di fondo che il Congresso che si terrà a Perugia a luglio, deve affrontare.“La crisi in corso – ha detto tra l’altro Nencini - provocherà una radicalizzazione delle posizioni. Noi oggi dobbiamo dire che la manovra era necessaria, che ha sbagliato Berlusconi a sostenere fino a ieri che non serviva alcuna correzione ai conti dello stato, che è una manovra finanziaria iniqua, ma dobbiamo anche riunire il centrosinistra per emendarla, per fare delle proposte aggiuntive e non per aderire allo sciopero generale della Cgil senza dare prova di senso di responsabilità. Siamo in presenza della somma di tre crisi: economica, di rappresentanza, di coesione. Ma tutto ciò non provoca necessariamente una sconfitta di questa maggioranza perché l’esperienza ci insegna che in questa situazione il Paese fa scelte moderate e che se il centrosinistra si presenta con posizioni radicali è destinata a non vincere mai”.

Al termine del dibattito al quale sono intervenuti, tra gli altri, Besostri, Benzoni, Biscardini, Carugno, Giunchi, Craxi, Schietroma, Bartolomei, Di Lello, Falcone, Carmelo Nucera. Palillo, Rebuschi, Matasso. Il CN ha approvato a larga maggioranza (3 voti contrari e 2 astenuti) le norme congressuali proposte dalla segreteria nazionale.



(sintesi della relazione di Riccardo Nencini al CN nazionale del 29 maggio 2020)

“La domanda che dobbiamo porci davvero non è se questo partito può continuare a vivere, ma come cambiare per continuare a vivere”.
Così, all’inizio della relazione con cui ha aperto i lavori del Consiglio nazionale, il segretario del partito Riccardo Nencini, ha sintetizzato il tema di fondo che il Congresso deve affrontare.

Il Psi che dobbiamo immaginare deve essere sempre di più un “partito di militanza e di campagne pubbliche” perché “il partito di identità non ci basta più”.
D’altra parte tutti i partiti stanno affrontando i limiti delle singole identità politiche, rinunciando a nomi e simboli mentre “gli italiani stanno cominciando ad affezionarsi a questo sistema di voto, non al bipartitismo che non è mai nato”.
Intanto il Pd continua a manifestare un’ambiguità di fondo, mentre è destinato comunque a occupare un ruolo importante, ad essere alternativo, ma senza riuscire a schiodarsi dalle percentuali che ha raccolto perché vive l’ipotesi bipolarista, ma non quella del bipartitismo che ispirava anche la segreteria Veltroni.

“Se il Psi non esistesse e dovessi decidere a quale partito aderire, avrei fortissimi dubbi perché non vedo attorno a me nulla che assomiglia abbastanza agli ideali in cui ho sempre creduto” e “la somma di una storia non può essere ripiegata in nessuna delle forze politiche che sono nate dopo il 1992” anche questa diventa dunque una ragione importante perché continui a esistere il nostro partito, ma a delle condizioni”.

“L’Italia è cambiata. L’Eurispes ha recentemente illustrato con le sue ricerche come gli italiani non siano più disposti a farsi mettere la campanella al naso da una lettura troppo semplicistica e gioiosa della situazione. Questo però non porta ipso facto a un cambio di maggioranza”.
Perché questo avvenga deve esserci uno schieramento alternativo, con un leader e un programma.

Il ruolo per il Psi è in una cornice di 4 punti: sobrietà e rigore (campagna sulle indennità da proseguire); una coalizione coesa perché coesa significa credibile e competitiva; un progetto per legare e tenere assieme questa Italia; un leader che la rappresenti.
“Penso che il centrosinistra debba fare meno attenzione alle battaglie tradizionali che fa il sindacato e invece guardare di più al mondo dei lavoratori atipici, che debba guardare con più attenzione alle imprese artigiane, alle microimprese che proprio la settimana scorsa hanno riunito le loro rappresentanze dando vita a una rete che raccoglie oltre cinque milioni e mezzo di piccole aziende”. Tutto questo è legato a una proposta programmatica che è scritta nel documento congressuale.

Quanto alle prospettive strategiche delle alleanze, “la nostra opinione è che il centrosinistra da mettere in campo debba essere legato alla sinistra riformista, al mondo cattolico democratico ma non a partiti della sinistra radicale”.
Dentro questa alleanza i socialisti rappresentano una delle gambe su cui costruire un’ipotesi di lavoro convincente per gli italiani. Un’altra gamba, il Pd, non è più quello del suo progetto iniziale, né in termini numerici né di prospettiva politica e culturale. Oggi appartiene di più all’ispirazione socialdemocratica che non a quella del partito immaginato da Veltroni. L’area cattolica ha una posizione marginale e la mancata nascita del bipartitismo ha messo il Pd veltroniano nella condizione di non decollare più.
Intanto la crisi provocherà una radicalizzazione delle posizioni. Per questo “dobbiamo dire che la manovra era necessaria, che ha sbagliato Berlusconi a dire fino a ieri che non serviva alcuna correzione, che è una manovra iniqua, ma dobbiamo anche riunire il centrosinistra e non per aderire allo sciopero generale della Cgil senza dare prova di senso di responsabilità, ma per emendarla, per fare delle proposte aggiuntive”.
“Siamo in presenza della somma di tre crisi: economica, di rappresentanza, di coesione. Ma tutto ciò non provoca necessariamente una sconfitta di questa maggioranza perché l’esperienza ci insegna che in questa situazione il Paese fa scelte moderate e che se il centrosinistra si presenta con posizioni radicali è destinata a non vincere mai”.

“Il nostro partito deve contribuire a preparare la vittoria del centrosinistra organizzando delle campagne tematiche, soprattutto sul lavoro e sui grandi temi della laicità. Deve prevedere la nascita di circoli dove possano partecipare anche i non iscritti, e continuare sulla strada delle ‘primarie delle idee’. “Dobbiamo mantenere la nostra autonomia nel centrosinistra incalzando il Pd a essere un partito socialdemocratico europeo. Dobbiamo riaprire le porte del partito, non solo a Roma, ma anche in periferia. Anzi prima in periferia e poi al centro”.
Ma la condizione essenziale è che vi sia una forte coesione tra di noi, una totale unità interna.

Quanto alle critiche sui risultati delle ultime regionali, dico che 14 consiglieri eletti è un risultato che non conviene a nessuno gettare via anche se sono stati eletti su tre posizioni differenti. “Ricordo a chi ha voluto che ci fosse l’autonomia del partito nelle regioni che poi non può dire che alcuni di quegli eletti sono figli bastardi di qualcun altro” altrimenti si “cambia lo statuto e si scrive che il partito dal centro stabilisce l’orientamento in tutte le elezioni. Non possiamo dimenticare ciò che è stato deciso al congresso di Montecatini due anni fa” e “ricordo che nel frattempo non ho ascoltato voci di dissenso su questo tema”.

Sono convinto che la nostra unità debba essere legata a un percorso politico e che “non possiamo farci condizionare da sempiterni maestri, compagni a cui chiedi 50 euro di finanziamento al partito e che poi alla cena non vengono perché dicono che hanno la gastrite”. Invece “se abbiamo riaperto Mondoperaio, l’Avanti! della domenica, la Fondazione socialista, l’abbiamo fatto perché c’è chi è tornato a dare una mano e a questi dobbiamo dire grazie e aprire veramente le porte del partito”.
La mia idea è che “linea condivisa e unità siano le condizioni – uso il concetto espresso da Alberto Benzoni - per un ‘patto fondativo’ che rilanci il socialismo riformista e faccia vivere all’Italia una nuova stagione di progresso e di giustizia sociale”.


LE NORME

Norme per il II Congresso Nazionale del Partito Socialista Italiano

Il II Congresso nazionale del Partito Socialista Italiano è convocato nei giorni
9,10 ed 11 luglio 2010 a Perugia.
Il Consiglio Nazionale approva le norme per l’elezione dei delegati e per lo
svolgimento del Congresso ai sensi dell’art. 8 comma 8 del vigente statuto.

Gli adempimenti preliminari

I soggetti legittimati secondo le norme che seguono depositano le Mozioni,
ovvero il Documento di Tesi Congressuali, entro le ore 19 del 5 giugno 2010
presso la sede della Direzione del Partito in Piazza san Lorenzo in Lucina 26,
Roma.
Entro il successivo 8 giugno la Segreteria nazionale trasmette ai Segretari
Regionali gli elenchi degli aventi diritto al voto e il documento congressuale
nazionale o le mozioni congressuali.
Partecipano al Congresso,con diritto di voto, coloro che hanno rinnovato
l’iscrizione al Partito per l’anno 2009 entro il 2 febbraio 2010. Le commissioni
congressuali provinciali e regionali possono, con decisione unanime, ammettere
al voto, anche gli iscritti dell’anno 2009 che abbiano rinnovato l’adesione nel
2010.

Il Congresso può svolgersi su un unico Documento di Tesi Congressuali o su
Mozioni politiche concorrenti tra loro.
Il Documento Congressuale o la singola Mozione deve essere presentata da almeno
il 15% dei componenti il Consiglio nazionale o sottoscritta da non meno di 600
firme di iscritti aventi diritto al voto, residenti in almeno 5 regioni ed in
numero non inferiore a 80 firme per ciascuna regione.

Nel caso in cui il Congresso o l’assemblea congressuale venga svolto su base di
mozioni concorrenti, i delegati al Congresso nazionale sono eletti sulla base
dei risultati ottenuti da ciascuna mozione presentata, con sistema
proporzionale.
E’ possibile altresì la presentazione di documenti integrativi al Documento di
Tesi congressuali se presentati da almeno il 4% dei componenti il Consiglio
nazionale.
I Documenti integrativi sono discussi nelle assemblee congressuali ma non sono
posti in votazione e non determinano delegati al livello congressuale superiore.

Le Commissioni Congressuali

Nel caso in cui il Congresso venga svolto su unico Documento le operazioni
congressuali sono coordinate dalla Segreteria Nazionale che assume le funzioni
di Commissione Nazionale Congressuale (C.N.C.).
In presenza di più Mozioni congressuali la Commissione Nazionale Congressuale è
composta da 3 rappresentanti di ciascuna mozione presentata.
La Commissione nazionale congressuale nomina con analoghi criteri le commissioni
congressuali regionali che a loro volta nominano le Commissioni provinciali.
Le Commissioni nominano al loro interno un Coordinatore.
Questi convoca la Commissione anche se a chiederlo è un solo membro della
stessa.
Le Commissioni decidono all’unanimità.
In caso di dissenso decide la Commissione di livello superiore.

La Commissione verifica poteri

La Commissione verifica poteri è nominata all’inizio dei lavori delle Assemblee
congressuali.
La Commissione verifica poteri controlla ed accredita gli aventi diritto al
voto. Accerta, qualora lo ritenga opportuno, la loro identità ed esercita le
funzioni di scrutinio nelle operazioni di voto.

Le Assemblee Congressuali sezionali, territoriali e provinciali

Nell’ipotesi di un solo documento Congressuale, si procederà alla convocazione
di assemblee provinciali e regionali, per la elezione dei delegati alle
assemblee congressuali superiori da tenersi nel periodo tra il 11 giugno ed il 4
luglio 2010.
Le assemblee congressuali provinciali si celebrano su convocazione degli
iscritti dandone comunicazione, agli stessi, almeno 3 giorni prima, a mezzo
comunicato stampa, ad affissione manifesti, della data e degli orari del
dibattito congressuale e delle operazioni di voto.
Le federazioni possono autorizzare assemblee di sezione o per territori omogenei
per la formazione della platea congressuale sulla base del principio di
rappresentanza espressi dai singoli territori o sezioni comunali.
Nell’ipotesi di più mozioni saranno celebrate le Assemblee Congressuali
sezionali, territoriali e provinciali per la elezione dei delegati alle
assemblee congressuali di livello superiore da tenersi nel periodo compreso tra
il 11 giugno ed il 1 Luglio 2010.
Le commissioni provinciali territoriali autorizzano lo svolgimento delle
assemblee congressuali sezionali laddove vi siano almeno 30 iscritti.
Nel caso in cui si registri la presenza di sezioni con meno di 30 iscritti o nel
caso in cui vi siano comuni o sezioni con iscritti ma privi di sezione
territoriale, le Commissioni provinciali convocano assemblee congressuali
territoriali accorpando più comuni in modo omogeneo.
Le Commissioni congressuali provinciali informano gli iscritti, almeno almeno 3
giorni prima, a mezzo e-mail o sms o, nel caso non sia possibile, con posta
ordinaria, nonche' attraverso comunicati stampa ed affissione di manifesti,
della data e degli orari del dibattito congressuale e delle operazioni di voto.
Le Federazioni provinciali con un numero di iscritti inferiore a 500 svolgono un
unica assemblea congressuale di federazione

Le Assemblee Congressuali regionali

Le assemblee congressuali regionali devono si svolgono entro il 4 luglio 2010
per eleggere i delegati al 2° Congresso nazionale come da allegata tabella (all.
A) nonché i membri di propria competenza del Consiglio Nazionale come da tabella
allegata (all. B).

Documenti locali

Nelle assemblee congressuali territoriali, provinciali e regionali possono
essere presentati e messi in votazione documenti che non si riferiscano a temi
di carattere nazionale e attengano alla politica locale. Sulla loro
ammissibilità decide la Presidenza dell’ assemblea. Tali documenti non
determinano delegati al livello congressuale superiore.

Il voto congressuale

Il voto sulla mozione o sul Documento di Tesi congressuale è palese.
L’iscritto esercita il diritto di voto nella struttura di partito del Comune di
residenza.
Ad ogni livello le Commissioni congressuali possono autorizzare, in caso di un
impedimento di un delegato a partecipare, l’attribuzione dei voti congressuali
da lui rappresentati ad altro delegato che comunque non potrà rappresentare più
di una delega oltre alla propria.

I Delegati

Il numero dei delegati al II Congresso Nazionale è stabilito in 621 dei quali
365 delegati eletti in rappresentanza degli iscritti al partito (1/66 iscritti)
e 242 delegati in rappresentanza dei voti socialisti alle elezioni Politiche del
2008 ed Europee del 2009), oltre al Segretario nazionale, i 10 componenti la
segreteria nazionale, il Presidente del Consiglio nazionale, il Tesoriere
Nazionale ed il segretario nazionale della Fgs, delegati di diritto.
Le assemblee congressuali regionali dovranno eleggere i delegati nazionali in
modo rappresentativo degli iscritti e dei voti elettorali di tutte le
Federazioni provinciali.
Nell’elezione dei delegati, a tutti i livelli, nessuno dei due sessi può
essere rappresentato in misura superiore ai 2/3.

Congressi sezionali, territoriali, provinciali e regionali

I Congressi sezionali, territoriali e provinciali per la elezione degli
organismi dirigenti, si tengono nel periodo compreso tra il 1 ottobre ed il 15
dicembre 2010.
La Base Congressuale dei rispettivi congressi è data dagli iscritti aventi
diritto al voto al 1 settembre 2010.
I Congressi regionali eleggono gli organismi dirigenti entro il 15 dicembre 2010
con una platea di delegati rappresentativa degli iscritti di tutte le
Federazioni provinciali.
Tali Congressi possono altresì essere celebrati tra il 15 giugno ed il 1 luglio
su richiesta, approvata dalla CNC, del segretario/a ovvero dalla maggioranza dei
membri il relativo direttivo (sezionale, territoriale, provinciale o regionale).
In presenza di congressi anticipati la base congressuale dei rispettivi
congressi è data dagli iscritti al 2 febbraio 2010.

Modalità di votazione

Nel caso in cui il Congresso o l’assemblea congressuale sezionale, territoriale,
provinciale e regionale si svolga con un solo documento si procede con votazione
a scrutinio segreto per l’elezione dei delegati. Unica deroga è prevista nel
caso in cui il 90% degli aventi diritto al voto presenti decida per il voto
palese.
La votazione a scrutinio segreto per i delegati avviene a lista aperta ed
esprimendo un numero di preferenze non superiore ai 2/3 dei candidati da
eleggere.
Nel caso di presentazione di più mozioni congressuali, la votazione sui
documenti è palese mentre quella sulle persone è segreta con la sola esclusione
dei casi in cui il 90% degli aventi diritto al voto presenti non decida di
votare a scrutinio palese.
Ogni mozione presenta una propria lista con un numero di eligendi pari al numero
di coloro che devono essere eletti oppure con il meccanismo della lista aperta
ed esprimendo un numero di preferenze non superiore ai 2/3 dei candidati da
eleggere.
Per quanto riguarda l’elezione dei delegati la ripartizione avviene in misura
proporzionale ai consensi ottenuti dalla lista stessa.
Nel caso di un solo documento nazionale si possono mettere in votazione uno o
più candidati alla carica di Segretario/a.
La presentazione di ogni candidatura deve essere sottoscritta da un quinto dei
delegati dell’istanza congressuale interessata e deve essere depositata alla
Presidenza del Congresso all’ apertura dello stesso.
In presenza di più mozioni che abbiano ottenuto delegati le stesse possono
presentare candidature alla carica di Segretario/a.
Tali candidature vanno presentate alla Presidenza del Congresso al momento della
sua apertura.
E’ eletto Segretario/a chi ottiene la maggioranza assoluta dei votanti alla
prima votazione.
Nel caso in cui nessun candidato abbia ottenuto il quorum richiesto si procede
al ballottaggio tra i due candidati che abbiano ottenuto più voti nella prima
votazione.

Verbali congressuali

I verbali Congressuali, sottoscritti dalle Presidenze e dagli scrutatori, devono
essere trasmessi alle Commissioni Congressuali superiori entro il giorno
successivo lo svolgimento delle Assemblee congressuali.
I verbali devono contenere il risultato dei lavori delle Assemblee congressuali,
specificando il numero degli aventi diritto al voto, dei votanti, i nomi dei
delegati eletti per ciascuna mozione, nonché eventuali eccezioni o
contestazioni.

Elezioni organismi

I congressi provinciali, regionali e nazionale eleggono i propri rispettivi
segretari e comitati direttivi entro i termini innanzi descritti.

Incompatibilità

Come da Statuto la carica di Segretario Nazionale è incompatibile con quella di
componente del Governo.
Le cariche di Segretario/a regionale, provinciale e comunale sono incompatibili
rispettivamente con quelle di componenti della Giunta regionale, provinciale e
comunale.

TABELLA A

Delegati al 2°Congresso Partito Socialista Italiano
TOTALE 607

ABRUZZO 12

BASILICATA 16

CALABRIA 35

CAMPANIA 55

EMILIA ROMAGNA 42

FRIULI V.G. 5

LAZIO 48

LIGURIA 26

LOMBARDIA 53

MARCHE 23

MOLISE 7

PIEMONTE 21

PUGLIA 58

SARDEGNA 25

SICILIA 26

TOSCANA 85

TRENTINO A. A. 6

UMBRIA 38

VALLE D'AOSTA 1*

VENETO 26

* Diritto di tribuna

TABELLA B

Membri del Consiglio nazionale del PSI da eleggere regionalmente
TOTALE 201

ABRUZZO 4

BASILICATA 5

CALABRIA 11

CAMPANIA 18

EMILIA ROMAGNA 14

FRIULI V.G. 2

LAZIO 16

LIGURIA 8

LOMBARDIA 17

MARCHE 8

MOLISE 2

PIEMONTE 7

PUGLIA 18

SARDEGNA 8

SICILIA 9

TOSCANA 28

TRENTINO A. A. 2

UMBRIA 13

VALLE D'AOSTA 1*

VENETO 9

* Diritto di tribuna

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