martedì 18 maggio 2010

In Italia non c'è nessuno che voglia chiamarsi Socialista !

In Italia non c'è nessuno che voglia chiamarsi Socialista !

Claudio Bellavita - http://www.aprileonline.info

La maggior parte dei giovani è totalmente sfiduciata, che manco si avvicinano ai banchetti per le firme dei referendum. D'altra parte non hanno torto: gli abbiamo tolto la speranza di un lavoro sicuro e di una pensione decente, li condanniamo a vivere alle spalle dei genitori, li perseguitiamo con multe e arresti nei loro momenti di socializzazione: le birre per strada di notte, lo scambio di spinelli che è il rito di farsi gruppo. Siamo su pianeti diversi, i loro momenti di socializzazione quotidiana sono su internet, dove le solitudini si parlano....

Lasciamo fuori, con dispiacere, il livello europeo, dove il PES non è mai nato, come si è visto in questi giorni di crisi gigantesca.
In Italia non c'è nessuno che voglia chiamarsi socialista e c'è la maggior parte dei giovani totalmente sfiduciati, che manco si avvicinano ai banchetti per le firme dei referendum.
D'altra parte non hanno torto: gli abbiamo tolto la speranza di un lavoro sicuro e di una pensione decente, li condanniamo a vivere alle spalle dei genitori, li perseguitiamo con multe e arresti nei loro momenti di socializzazione: le birre per strada di notte, lo scambio di spinelli che è il rito di farsi gruppo. Siamo su pianeti diversi, i loro momenti di socializzazione quotidiana sono su internet, dove le solitudini si parlano.
Solo facendo leva sulla rete, dove si sentono protetti e tra loro, Vendola è riuscito a mobilitarli in Puglia (diamo una lezione ai piddini presuntuosi e immobilisti) e i grillini ovunque si siano presentate le 5 stelle. Nessuno di loro va oltre ai 35 anni, e sono esattamente quelli che mancano ai partiti e ai sindacati, dove ci sono solo pochi dei loro coetanei, quelli che gli altri conoscono benissimo da sempre come opportunisti e carrieristi.

Non serve assolutamente a niente che come vecchi professori ossificati ci precipitiamo a misurare il tasso di sinistra di questi movimenti, come se dovessero rispondere alle interrogazioni scolastiche di chi ha da insegnare solo le proprie sconfitte. Sono loro che hanno tutto il diritto di interrogare noi, siamo noi che dobbiamo spiegare perchè nel giro di 20 anni abbiamo svenduto un patrimonio accumulato in cento anni di lotte e di sacrifici: la scala mobile, il TFR, le pensioni decenti, la sicurezza del posto di lavoro. E ora, insaziabili, gli stiamo svendendo i beni comuni, privatizzando le municipalizzate in modo che possano aumentare le tariffe e precarizzare i loro lavoratori.
In una famiglia, dove i padri svendono il patrimonio che hanno ereditato per correre dietro a mode, truffe e fantasie, i figli sono costretti a ricorrere all'interdizione: è quello che ci spetta, altro che andargli a insegnare le regole dell'equilibrismo dell'immobile politica italiana.
Che al discredito che ha portato alla fine della prima repubblica ha aggiunto il disprezzo verso gli elettori e la rottura dei canali di partecipazione politica della seconda, dominata da partiti che non esistono come struttura ma solo come ditta personale o familiare, e che ricevono scandalosi contributi dello stato senza alcun controllo.

La seconda repubblica nasce con due leggi sciagurate, la Bassanini che dà tutto il potere degli enti locali a funzionari carrieristi e attenti solo ai loro privilegi e alla loro sicurezza, sotto la guida di una unica persona eletta a capo dell'ente,mentre tutti gli altri, eletti o nominati non contano assolutamente niente, devono solo fare un teatrino. E su scala nazionale l'uninominale con le candidature paracadutate dal centro, poi ulteriormente peggiorato col porcellum in cui all'elettore è solo lasciata la scelta tra padella e brace.
Questo quadro politico non ha fatto altro che continuare l'unico gioco che hanno imparato: come controllare il paese avendo la maggioranza relativa della corrente di maggioranza relativa del partito di maggioranza relativa. La sola novità della seconda repubblica è che ci sono due partiti di maggioranza relativa, e in entrambi galleggiano quelli che sono bravi in questa ricerca di equilibrio. Fessi totali, che non hanno niente da dire oltre che la richiesta di uno spazio, e qualche parola di circostanza. Con la profonda convinzione che, tanto, gli italiani sono stupidi. Beh, si comincia a dimostrare che non lo sono.
Stupidi se mai sono gli autonominati capi della sinistra che scambiano dei parassiti per dei capitani coraggiosi, che gli svendono le autostrade, le partecipazioni statali e le municipalizzate per avere un trafiletto elogiativo sul Sole 24 ore. Che si prestano come gastaldi e fattori a un nuovo periodo di enclosure, quando per favorire l'accumulazione di capitale furono portati via ai contadini i boschi e i pascoli che erano di tutti. Solo che questi vanesi imbecilli vorrebbero anche che i contadini depredati li votassero e li applaudissero. Beh, non sarà cosi, e come dice una vecchia canzone, sarà tra un mese, sarà tra un anno...ma queste cose e questa gente finiranno.

A noi che siamo fuori dal gioco, per fortuna, ci resta solo di decidere se continuare il gioco delle figurine tra i partitini scomparsi che rappresentano solo più pezzi di storie superate e fedeltà spesso assurde o preparare un programma non di 300 pagine come fece Prodi subito dopo le svendite in saldo, ma di poche idee forti, precise , da prendere o lasciare.

1) una legge che regolamenti il lavoro precario, lasciando gli imprenditori, cooperative comprese, libere di ricorrervi ma a patto che il costo annuo sia del 50% superiore al costo annuo del pari lavoratore a tempo indeterminato. Quelli di 24 Ore, Cazzola e Sacconi urleranno come aquile, è esattamente quello che devono fare coi socialisti. E D'Alema e gli ex comunisti tanto ansiosi di gradimento dal mondo industriale vadano a prendersela dove più gradiscono.

2) un'altra legge che sopprima la cassa integrazione e la sostituisca col salario di cittadinanza.

3) una legge costituzionale che articoli l'arti 41 della costituzione spiegando che i beni comuni non hanno rilevanza economica e non possono essere privatizzati

4) una legge costituzionale che vincoli il finanziamento ai partiti all'osservanza di statuti democratici al loro interno, con l'obbligo del voto segreto quando si tratta di designare persone. A partire dal capo.

5) la legalizzazione delle droghe, così come è legale l'alcool e il tabacco, che saranno vendute in farmacia con contenuti sicuri a prezzi compatibili con quello di alcool e tabacco, eliminando lo spaccio e la maggior parte della malavita. Questo significa non dover costruire nuove carceri e risparmiare il 50% dei costi dei ministeri della giustizia, dell'interno e delle comunità di Don Gelmini- non toccare i miei bambini.

Ci diranno che siamo matti, rimarremo isolati: Perchè, adesso contiamo qualcosa? O speriamo ancora in una elemosina del PD? Abbiamo da perdere solo la nostra inconsistenza.



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