venerdì 28 maggio 2010

Fu assassinato il 28 maggio 1980 WALTER TOBAGI, TRENT'ANNI DOPO


Ci manca Walter Tobagi.
Manca a questa Italia il suo spirito critico e ostinatamente alla ricerca della verità, animato da un riformismo socialista non astratto ma tradotto in un'altissima professionalità e dedizione al lavoro.
Riuscì più di ogni altro a sviscerare il fenomeno del terrorismo e lo fece senza mai cadere nella tentazione, molto in voga tra una parte dei giornalisti del tempo, di condividere le presunte ragioni di chi sparava e uccideva.

Tobagi non ebbe mai dubbi su chi avesse torto, capì l'essenza e la matrice ideologica dei brigatisti e non esitò a denunciarne la contiguità, quando non l'organicità, a certi ambienti. Come ebbe a dire Pansa, “il terrorismo era tutto il contrario della sua cristianità e del suo socialismo” e per questo Walter era convinto che “poteva annientare la nostra democrazia”.

Qualcuno ha detto che Tobagi fu ucciso due volte: il 28 maggio del 1980 dai terroristi della Brigata XXVIII Marzo, negli anni successivi nel corso di una vicenda processuale che fu riaperta per evidenti incongruenze solo grazie alla determinazione di Craxi e del Psi, che sostennero che dietro ai giovani incriminati vi fosse un humus ben più esteso. Ne era convinto anche il generale Dalla Chiesa, molto meno coloro che, soprattutto a sinistra, bollarono quella ricerca di verità come una ossessione socialista.

Da anni chiediamo che ci sia più attenzione alle vittime del terrorismo e che i protagonisti di quella stagione, coloro che hanno ucciso, gambizzato o anche solo teorizzato la rivoluzione armata, non siano considerati alla stregua di miti. Se di miti o di eroi in quegli anni vogliamo parlare, questi sono Walter Tobagi, Mario Calabresi, Fausto Dionisi e quanti pagarono con la vita la loro dedizione al lavoro, la loro ricerca di verità e di giustizia.
Vite oneste e preziose interrotte dall'odio, dalla violenza e dal furore ideologico.

Se il terrorismo è stato sconfitto nelle sue peggiori espressioni lo dobbiamo anche a Tobagi e non ci stancheremo mai di sottolineare il vuoto che ha lasciato nel nostro paese.


Riccardo Nencini

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