venerdì 28 maggio 2010

MAGGIORDOMI E CAMERIERI di Matteo Zorzi

Maria Luisa Busi, giovedì scorso, ha chiesto di essere rimossa dalla conduzione del Tg1 delle 20 con una lunga lettera indirizzata al direttore e ai vertici della Rai. La lettera, comunque la si pensi sulla vicenda, contiene alcuni passaggi di grande valore che meritano di essere riportati.

Scrive tra l’altro la giornalista:

“Oggi l'informazione del Tg1 è un'informazione parziale e di parte. Dov'è il Paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d'Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perché negli asili nido non c'è posto per tutti i nostri figli? Devono farsi levare il sangue e morire per avere l'onore di un nostro titolo.

E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie. Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri?

E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i cassintegrati dell'Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perchè falliti? Dov'è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell'Italia esiste. Ma il tg1 l'ha eliminata.

Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel Tg1 delle 20, diamo spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna interattiva multimediale”.

Ecco, ci sentiamo di condividere al 100% queste affermazioni. Aggiungiamo una sola domanda: e dove sono gli altri giornalisti della Rai? Cosa dicono? A differenza di tanti colleghi che non lavorano in un’azienda pubblica, non rischiano neppure lo stipendio perché la Rai a memoria d’uomo non licenzia nessuno; al massimo vengono emarginati dai direttori. Però la stragrande maggioranza – salvo eccezioni – tace, apparecchia la tavola, riceve gli ospiti e serve la cena. E’ anche così che nasce un regime.

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