domenica 23 maggio 2010

OH MIO WELFARE, SI' BELLO E PERDUTO. LETTERA CON REPLICA

OH MIO WELFARE, SI' BELLO E PERDUTO.
LETTERA CON REPLICA

Al Direttore - Roma locuta, causa finita. Roma ( il Corriere della Sera ) ha parlato, la causa ( il socialismo ) è finita. Era già finito il socialismo reale ( il comunismo ) e i moderati di tutto il mondo attendevano la fine del " socialismo dellla spesa " ( traduzione maligna della antica e osannata espressione: " Coompromesso socialdemocratico " ).
Perché " il Compromesso socialdemocratico " è in agonia?
Perché la travolgente globalizzazione del capitalismo finanziario ha travolto gli equilibri istituzionali, politici e sociali nazionali e ha scaricato sul capitalismo della produzione reale e sulle aree del lavoro nazionale il peso delle sue rapine.
Il prof. Panebianco annuncia austerità e conservazione di un minimo di stato sociale residuale, ma non ci spiega perché siamo ridotti in queste condizioni. Non siamo vetero se affermiamo che il decisore di prima istanza ( il capitalismo finanziario ) ha rotto il patto dei decisori nazionali ( capitalismo e lavoro ). E se le cose stanno così, è illusorio immaginare che il sacrificio di massa possa passare pacificamente senza che non vi sia una profonda rottura sociale.
Ma ciò non è già scritto nel grande libro della storia. Vi è un'altra strada maestra: portare tra i decisori globali di prima istanza il mondo del capitalismo della produzione e quello del lavoro.
In politica gli errori si pagano con uno spostamento dell'asse del potere di decisione.
Chi ha sbagliato deve pagare.
Il revisionismo socialdemocratico tedesco negli anni Venti del secolo scorso aveva già parlato dei pericoli del capitalismo finanziario.
I conservatori italiani sono sempre in ritardo. La nostra sinistra è disorientata.
Per fortuna ne comincia a parlare Papa Ratzinger!

Fraterni saluti
Rino Formica, leader socialista ed ex ministro delle Finanze

Caro Formica, la globalizzazione non è una rapina, è il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente ( per usare la lingua del marxismo cara ai nostalgici del compromesso socialdemocratico ), è lo sviluppo nell'epoca tecnologica e dell'informazione digitale, è l'immissione di masse storicamente diseredate in un mercato nel quale si pagano alti prezzi sociali, ma in vista di una eredità finalmente positiva, fattiva, vitale. La globalizzazione ha già ridotto le povertà da sottosviluppo, dice con buoni numeri e argomenti l'Economist. E non mi sembra una vulgata ideologica. Naturalmente la globalizzazione ha anche generato paurosi squilibri e pazze tendenze speculative, ma questo è il sale, in senso schumpeteriano, di un capitalismo che distrugge e ricostruisce, sistema semper reformandum, danzando intorno al tema della ricchezza e non, come il suo inverso storicologico, intorno al fantasma della povertà egualitaria. Rottura sociale? E' nel conto. Ritorno al potere dei decisori nazionali? Mi sembra improbabile.

Giuliano Ferrara

Tratto da " Il Foglio "
di giovedì 20 maggio

Voi che ne pensate?
GIOVANNI MUZI


1 commento:

  1. Che dire? Ottimo Formica! Anche Macaluso dal sito de leragioni.it ha preso le mosse dall'articolo di Panebianco per segnalare il forte attacco al modello sociale europeo. E i politici "di sinistra" che cosa dicono? Quelli impegnati in prima linea nelle istituzioni e nei partiti che cosa ne pensano? La posta in gioco si sta alzando sempre più e sotto il ricatto della "tragedia greca" verranno fatte passare cose importanti. La voce di Roma (il Corriere) l'abbiamo sentita; sul Foglio magari, aspettiamo un intervento socialista di qualche giovane dirigente del Pd in cerca di celebrità.

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