sabato 15 maggio 2010

PERUGIA-ASSISI. CEFISI: CI SAREMO, PER UNA DEMOCRAZIA PIÙ MATURA

PERUGIA - ASSISI. LUCA CEFISI :
CI SAREMO, PER UNA DEMOCRAZIA PIÙ MATURA
15/05/2010 - Condividiamo il richiamo fatto dai promotori della Marcia per la pace Perugia-Assisi alla nostra Costituzione, che impegna la Repubblica ad un ruolo attivo per un sistema internazionale più giusto e quindi più pacifico, e la prospettiva dell’Europa dei cittadini, contro ogni chiusura provinciale e xenofoba”.
E’ quanto scrive Luca Cefisi, responsabile esteri del Psi e componente dell'ufficio di presidenza del PSE, nella lettera di adesione alla manifestazione inviata al Comitato promotore.
Oggi, - continua l’esponente socialista - mentre salutiamo le nuove iniziative internazionali per il disarmo nucleare, e lavoriamo ogni giorno per rinsaldare l’unità europea, sappiamo che nuovi pericoli di guerra, dal terrorismo internazionale alle armi di distruzione di massa, dal nuovi nazionalismi ai vecchi fondamentalismi di ogni genere, minacciano ancora l’umanità, come ha ricordato anche il presidente Napolitano.
Un altro presidente, Sandro Pertini con il suo “si svuotino gli arsenali, si riempiano i granai”, ci insegnò che l’impegno per la pace, per la democrazia, per i diritti umani e per uno sviluppo socialmente ed ecologicamente sostenibile sono indivisibili. Certamente, una manifestazione di tanti cittadini e cittadine, oramai una tradizione consolidata dell’Italia civile, quale la Marcia Perugia-Assisi, porta il suo contributo alla costruzione, mai scontata, di una democrazia più matura, e sostiene “dal basso” quelle politiche di disarmo e cooperazione internazionale che sono da sempre anche nell’agenda del socialismo italiano ed europeo.
I socialisti italiani – conclude Cefisi - saranno perciò al fianco dei manifestanti domenica prossima, in primo luogo con gli amministratori socialisti dell’Umbria, impegnati nel lavoro quotidiano per una pace che si ottiene pensando globalmente e agendo localmente”.

ROMA – Domani, domenica 16 maggio 2010, si snoderà tra Perugia ed Assisi la Marcia per la pace. La data inconsueta (di solito si tiene tra settembre ed ottobre) è stata scelta per facilitare la partecipazione delle scuole, degli studenti e degli insegnanti impegnati in percorsi di educazione alla cittadinanza e alla Costituzione, ai diritti umani e alla pace, all’intercultura, alla legalità e alla solidarietà.

Centrale anche il tema del lavoro. Per domani è prevista pioggia, ma ad affollare il percorso di 24 km saranno sicuramente in tanti.

Abbiamo bisogno di un’altra cultura

I valori della giustizia, dei diritti umani, della solidarietà, della nonviolenza, della pace, della responsabilità e della libertà. Il Volontariato, l’associazionismo, il terzo settore. Tutto questo può significare vivere la pace. “Abbiamo bisogno di un’altra cultura” sarà lo slogan della Marcia. È “un invito a tutti i cittadini, a promuovere una nuova scala di valori, sostituendo la cultura della violenza e della guerra con la cultura della pace, dei diritti umani e della nonviolenza, sostituendo l'esclusione con l'accoglienza, l’intolleranza con il dialogo, il razzismo con il riconoscimento dell’altro, l’egoismo con la solidarietà, l’illegalità con la legalità, la separazione con la condivisione, l'arricchimento con la giustizia sociale, la competizione selvaggia con la cooperazione.”
Ventiquattro chilometri di Marcia da “fare in pace”. Si parte tutti insieme alle ore 9 dai Giardini del Frontone a Perugia per poi arrivare ad Assisi, precisamente alla Rocca Maggiore, dove ci sarà la manifestazione conclusiva. Non è una corsa e non conta arrivare fino in fondo. Bisogna piuttosto interrogarsi sul vero significato della parola ‘pace’ che non può e non deve ridursi allo sventolio di una bandiera. La pace bisogna costruirla giorno dopo giorno, bisogna lavorarci. Scrivono gli organizzatori citando Eleanor Roosvelt “Non basta parlare di pace. Uno ci deve credere. E non basta crederci. Uno ci deve lavorare.” Fare la pace, costruirla, significa anche adoperarsi perché tutti possano vivere in pace. Significa preoccuparsi di promuovere una politica di pace in modo da non permettere che esistano cause di sofferenze. Significa impegnarsi nelle nostre città, nelle case, nei condomini, nei quartieri in cui viviamo. “Per costruire la pace dobbiamo costruire le città dei diritti umani.”

Il forum della pace

Più di cinquemila giovani, insegnanti, esponenti di gruppi e associazioni, giornalisti e amministratori locali di ogni parte d’Italia si sono incontrati per riscoprire insieme cosa vuol dire “fare pace”. Al centro del Forum ci sono state le testimonianze di donne e uomini vittime della miseria e dell’ingiustizia, delle guerre e della violenza e che rappresentano l’impegno civile sui grandi problemi sociali, politici, ambientali, culturali del nostro tempo.
Durante il Forum si è svolto il Meeting nazionale delle scuole per la pace al quale hanno partecipato oltre 140 scuole di ogni ordine e grado, provenienti da quasi tutte le regioni italiane, che durante l’anno scolastico hanno sviluppato percorsi di educazione alla cittadinanza e alla costituzione.

Non c'e' pace senza lavoro

Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, lo aveva già detto qualche settimana fa: “la prossima Marcia per la pace Perugia-Assisi sarà anche una grande giornata di lotta per il lavoro, per il salvataggio delle fabbriche e delle aziende in crisi, contro la morte sul lavoro, per un lavoro dignitoso per tutti.”
“Non c’è pace senza lavoro! Non c’è prospettiva. Tutto diventa più difficile. Non si sogna più. Non si programma più. È una situazione d’inferno. Togliendoci il lavoro ci tolgono l’essenza della nostra vita.” Dice Nadia, operaia della Merloni, intervenuta nel seminario di preparazione della Marcia Perugia-Assisi “Quando dico che ‘non c’è pace senza lavoro’ non lancio uno slogan. La pace quotidiana, i rapporti, dentro e fuori la famiglia, sono compromessi e messi a rischio. Cosa raccontiamo ai nostri figli? Quale futuro con questa incertezza e questa precarietà che ci è caduta addosso?”
Come lei, sono in molti in Italia a vivere le stesse ansie. Qualcuno è salito sui tetti, altri hanno scelto di esiliarsi all’Asinara, tutti lo hanno fatto per difendere il diritto al lavoro. Allo stesso modo, all'arrivo della Marcia, alcuni lavoratori stenderanno uno striscione dalla cima della Rocca di Assisi per richiamare simbolicamente l’attenzione sulle lavoratrici e lavoratori che hanno deciso di salire sui tetti delle fabbriche, dei Comuni, sulle torri e sui campanili, col solo scopo di rendere visibili le loro proteste.

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