venerdì 27 novembre 2009

*Svolta tra Pd e Udc, in Puglia*

In campo Emiliano.

Svolta tra Pd e Udc.

Le manovre dei partiti per le
regionali: sì al sindaco
di Bari dai centristi, che aprono a Zingaretti e Bresso.

Emiliano e Vendola

ROMA — Detto, fatto. L'al­tro ieri alla Direzione del Pd Massimo
D'Alema aveva dato la linea, chiedendo un «sacrifi­cio personale o di
partito» in Puglia o in Piemonte con l'obiettivo di siglare
un'allean­za con l'Udc.

L'indomani l'ex premier si è dato da fare per trovare la soluzione (e
il 'sacrificando') così già oggi potreb­be esserci l'annuncio che il
candidato
del Pd alla presiden­za della Puglia è Michele Emi­liano e non Vendola.
Il sindaco di Bari ha l'appog­gio dei centristi di Pier Ferdi­nando
Casini e, secondo i son­daggi, con uno schieramento ampio potrebbe
battere il candidato del centrodestra. Natu­ralmente il passaggio
obbliga­to sarebbe quello delle prima­rie, un passaggio che, però, non
dovrebbe creare nessuna
difficoltà a Emiliano anche nel caso in cui l'attuale gover­natore Vendola
decidesse di non ritirarsi e di partecipare al­le consultazioni per la
scelta del candidato di centrosinistra.

D'Alema da giorni era determinato ad andare avanti su questa soluzione
e ha lavorato molto a questo scopo, tenen­do i contatti con l'Udc.
Ieri lo ha
capito a sue spese l'ex segretario di Rifondazione co­munista Franco
Giordano, amico di Vendola, nonché suo compagno di avventura politi­ca con
Sinistra e Libertà.

Il presidente della Fondazione Ita­lianieuropei ha incrociato Giordano
nel Transatlantico di Montecitorio ieri mattina e il
colloquio tra i due è stato, per usare un eufemismo, alquanto vivace e
concitato. Per farla breve, le voci dei due si sentivano a distanza di
parec­chi metri.
E infatti le hanno sentite sia i giornalisti che i de­putati che erano
lì. D'Alema è andato quasi su­bito al sodo, invitando Giorda­no a
convincere Vendola a ritirarsi. L'ex leader di Rifondazio­ne ha negato
che vi potesse es­sere un'eventualità del gene­re.
E a quel punto il colloquio tra i due è trasceso. Il presiden­te della
Fondazione
Italianieu­ropei è stato chiarissimo: an­che se Nichi non si ritira,
Emi­liano scenderà in campo lo stesso. E' finita lì, ma la notizia di
quel colloquio ha fatto il giro della Puglia e, come era inevitabile,
è giunta quasi in tempo reale alle orecchie di Vendola. Il quale, per
ora, non
intende recedere ma vuole aspettare di capire come si evolveranno le cose.
I dalemia­ni, però, sono convinti che, al­la fine, il governatore della
Pu­glia, di fronte alla candidatura di Emiliano appoggiato dal­l'Udc, non
vorrà assumersi l'onere di una divisione del centrosinistra che
porterebbe ad una sconfitta certa di questo schieramento e ad una
vittoria del Pdl.

Ma la posta in questo gioco non è solo la Puglia. Casini, in­fatti, ha
lasciato intendere che potrebbe siglare un patto con il Pd anche nel
Lazio.
Questo solo nel caso in cui si presenti Nicola Zingaretti, perché con
il presi­dente della provincia di Roma la partita sarebbe vinta e
l'Udc
risulterebbe determinante per il successo. In questo caso i centristi
potrebbero ingoiare il rospo in Piemonte, sostenendo Mercedes Bresso a
cui finora hanno detto di 'no'.

Al­trove l'Udc si schiererebbe in­vece con il centrodestra: in
Lombardia, Campania e Cala­bria. Un modo, anche questo, per contarsi e
per far risaltare il ruolo determinante dei cen­tristi.

Ma ancora ieri Zingaret­ti ha lanciato dei segnali nega­tivi: non mi
potete chiedere
­è stato il suo ragionamento di lasciare la provincia dopo un anno e
mezzo, non sarebbe serio nei confronti degli eletto­ri che ci hanno
votato.


Maria Teresa Meli
*26 novembre 2009*

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Ivo Costamagna
--
ps-macerata.blogspot.com

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