Svolta tra Pd e Udc.
Le manovre dei partiti per le
regionali: sì al sindaco
di Bari dai centristi, che aprono a Zingaretti e Bresso.
Emiliano e Vendola
ROMA — Detto, fatto. L'altro ieri alla Direzione del Pd Massimo
D'Alema aveva dato la linea, chiedendo un «sacrificio personale o di
partito» in Puglia o in Piemonte con l'obiettivo di siglare
un'alleanza con l'Udc.
L'indomani l'ex premier si è dato da fare per trovare la soluzione (e
il 'sacrificando') così già oggi potrebbe esserci l'annuncio che il
candidato
del Pd alla presidenza della Puglia è Michele Emiliano e non Vendola.
Il sindaco di Bari ha l'appoggio dei centristi di Pier Ferdinando
Casini e, secondo i sondaggi, con uno schieramento ampio potrebbe
battere il candidato del centrodestra. Naturalmente il passaggio
obbligato sarebbe quello delle primarie, un passaggio che, però, non
dovrebbe creare nessuna
difficoltà a Emiliano anche nel caso in cui l'attuale governatore Vendola
decidesse di non ritirarsi e di partecipare alle consultazioni per la
scelta del candidato di centrosinistra.
D'Alema da giorni era determinato ad andare avanti su questa soluzione
e ha lavorato molto a questo scopo, tenendo i contatti con l'Udc.
Ieri lo ha
capito a sue spese l'ex segretario di Rifondazione comunista Franco
Giordano, amico di Vendola, nonché suo compagno di avventura politica con
Sinistra e Libertà.
Il presidente della Fondazione Italianieuropei ha incrociato Giordano
nel Transatlantico di Montecitorio ieri mattina e il
colloquio tra i due è stato, per usare un eufemismo, alquanto vivace e
concitato. Per farla breve, le voci dei due si sentivano a distanza di
parecchi metri.
E infatti le hanno sentite sia i giornalisti che i deputati che erano
lì. D'Alema è andato quasi subito al sodo, invitando Giordano a
convincere Vendola a ritirarsi. L'ex leader di Rifondazione ha negato
che vi potesse essere un'eventualità del genere.
E a quel punto il colloquio tra i due è trasceso. Il presidente della
Fondazione
Italianieuropei è stato chiarissimo: anche se Nichi non si ritira,
Emiliano scenderà in campo lo stesso. E' finita lì, ma la notizia di
quel colloquio ha fatto il giro della Puglia e, come era inevitabile,
è giunta quasi in tempo reale alle orecchie di Vendola. Il quale, per
ora, non
intende recedere ma vuole aspettare di capire come si evolveranno le cose.
I dalemiani, però, sono convinti che, alla fine, il governatore della
Puglia, di fronte alla candidatura di Emiliano appoggiato dall'Udc, non
vorrà assumersi l'onere di una divisione del centrosinistra che
porterebbe ad una sconfitta certa di questo schieramento e ad una
vittoria del Pdl.
Ma la posta in questo gioco non è solo la Puglia. Casini, infatti, ha
lasciato intendere che potrebbe siglare un patto con il Pd anche nel
Lazio.
Questo solo nel caso in cui si presenti Nicola Zingaretti, perché con
il presidente della provincia di Roma la partita sarebbe vinta e
l'Udc
risulterebbe determinante per il successo. In questo caso i centristi
potrebbero ingoiare il rospo in Piemonte, sostenendo Mercedes Bresso a
cui finora hanno detto di 'no'.
Altrove l'Udc si schiererebbe invece con il centrodestra: in
Lombardia, Campania e Calabria. Un modo, anche questo, per contarsi e
per far risaltare il ruolo determinante dei centristi.
Ma ancora ieri Zingaretti ha lanciato dei segnali negativi: non mi
potete chiedere
è stato il suo ragionamento di lasciare la provincia dopo un anno e
mezzo, non sarebbe serio nei confronti degli elettori che ci hanno
votato.
Maria Teresa Meli
*26 novembre 2009*
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Ivo Costamagna
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ps-macerata.blogspot.com
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