martedì 17 novembre 2009

IL SOGNO DI PANNELLA

Da Terra” di Bonaccorsi

CONGRESSO. Da Chianciano, dove sono riuniti i Radicali, lo storico leader lancia la proposta di una nuova forza politica nonviolenta, socialista, ecologista e laica.

Marco Pannella ha fatto un sogno: è una nuova forza politica radicale, nonviolenta, socialista, ecologista e laica. Il sogno è ora proposta politica, sul tappeto dove si gioca la partita di un congresso radicale un po’ particolare. La parola d’ordine del congresso, poi, è di quelle che promettono: Rivolta! I più arrivano al congresso con lecito scetticismo. In sala stampa il giornalista veterano sminuisce: «Pannella fa un po’ di casino, così poi spunta un accordo migliore con Bersani». Lo pensano in tanti. In fondo anche Bobo Craxi, che ti fa una lista lunga così di ragioni per cui i Radicali dal Pd non vogliono, né possono, svincolarsi. È lecito pensarlo, i Radicali stessi ti autorizzano a farlo. Una parte di loro non apprezza l’idea di lasciare le braccia potenti, seppur non accoglienti, del Pd. Specie ora che è arrivato un signore che fa professione pubblica di liberalismo e laicità (crocifisso a parte, ovviamente).

Insomma è lecito sminuire, ricondurre alla politichetta italiana e alle sue microdinamiche, quello che succede a Chianciano in questi giorni. Ma è sbagliato. Perché nelle contraddizioni e nelle ambiguità, nelle fazioni più o meno dichiarate, nelle labirintiche orazioni pannelliane c’è vita. Tanta. Il sogno di Marco guarda a Cohn-Bendit e grida con rinnovata repulsione contro la partitocrazia. Parola usata e abusata, apparentemente lisa. Che invece riprende colore nelle parole di Emma Bonino quando racconta la foto di gruppo a Bruxelles dei politici (da David Sassoli ai leghisti) che difendono il crocifisso contro la Corte europea.

E immediatamente la vedi quella foto di gruppo: è l’immagine di Bellocchio ne L’ora di religione, con famiglia e prelati che avanzano nelle sale vaticane. Che poi è la stessa delle note foto di Mussolini in Vaticano per siglare i patti tra fascismo e Chiesa. I Radicali a Chianciano, invece, raccontano una storia diversa: questo è l’unico consesso politico italiano in cui non solo sul crocefisso senti la risposta giusta, ma dove ancora qualcuno parla di abolire il Concordato. E non c’è solo questo: c’è la battaglia storica sulla giustizia, è arrivato prepotentemente il tema ambientale. È arrivato anche il discorso sulla psichiatria e sulla realtà umana con Massimo Fagioli.

Per lui menzione speciale, una di quelle disarmanti e generose pannellate: «Grazie per il contributo di saggezza e di ricerca. Ho capito dei pregiudizi su di te quando ho conosciuto le persone con cui hai rapporti. Non ho mai visto volti così solari, sereni. Io un po’ me ne intendo». Il tema delle elezioni e delle alleanze resta vago ed eluso fino all’intervento di Marco Cappato che chiede: «Ma la rivolta la facciamo davvero o no? Quando decidiamo, affrontiamo di petto il tema delle prossime elezioni? Chiediamo agli amici socialisti e Verdi di prendere un impegno, di fare un passo avanti. E noi dobbiamo renderlo possibile ». Del trio di relazioni di punta del sabato mattina (Bonino, Fagioli, Cappato) tocca al segretario dell’associazione Luca Coscioni il compito di precipitare il discorso dei contenuti sul piano della strategia politica.

In teoria non esclude ancora l’accordo con Bersani ma lo fa precedere da una lista tale di rimproveri e critiche che sembra davvero difficile immaginare che Bersani, Fassino e D’Alema possano accettarle senza un mea culpa di dimensioni storiche. Pannella scherza impietoso: «Ma vi rendete conto che ha fatto notizia il fatto che Bersani ci abbia citato in un discorso. Vi rendete conto a che punto siamo ridotti?». Il messaggio è per il direttore di Radio radicale Bordin, fan dell’opzione Bersani, che borbotta apertamente ironica disapprovazione, durante l’intervento di Marco Cappato, che ipotizza invece l’opzione della coalizione indipendente con Socialisti e Verdi.


(16 novembre 2009)

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