giovedì 19 novembre 2009

*NENCINI, SEL E LE RAGIONI DEL SOCIALISMO - di Mauro Del Bue*

NENCINI, SeL E LE RAGIONI DEL SOCIALISMO

di Mauro Del Bue


*Bisogna dare atto a Riccardo Nencini di aver tenuto ferma la barra.

Quando Sinistra e Libertà nacque, fu a causa di un'assurda legge,
approvata alla vigilia delle elezioni europee, che fissava l'asticella
della rappresentanza al Parlamento di Strasburgo al 4%. Anche su
questo si cementarono solidarietà tra i partiti che avevano già dato
vita al Comitato per la
Democrazia, coordinato da chi scrive, comitato che fu anche ricevuto dal
Presidente della Repubblica.

Sinistra e Libertà non era un partito, nè un progetto politico, ma
solo un'alleanza elettorale resasi necessaria da una legge di
sbarramento, senza la quale non sarebbe nata mai. Alcuni, anche nel
nostro piccolo partito, la intesero invece in altro modo, scambiando
lo stato di necessità per una strategia. E posso anche capirli. Si
vedevano all'orizzonte una formazione che avrebbe potuto dar loro
qualche speranza in più di decenti prospettive elettorali.
Privilegiando però, e questo a me parve grave, il contenitore al
contenuto. Anzi manipolando e molto le nostre ragioni.

Qualcuno parlò di una futura Linke, dove anche i socialisti avrebbero
dovuto trovar posto, e a me parve pura follia solo immaginarlo,
altri dissero che si doveva creare un partito a sinistra del Pd (e
quando mai la Costituente Socialista si era collocata a sinistra del
Pd?) Altra cosa è la polemica sulla laicità e sulla collocazione
internazionale).

Qualcuno si spinse ad affermare che Vendola rappresentava una specie
nuova di socialista post-moderno. In nessun caso si chiedeva ai
partner quel che si pretendeva dal Pd. E cioè di rappresentarsi come
soggetto socialista europeo
in modo chiaro.

Così sarebbe venuta meno la nostra funzione. Perchè questo abbiamo
rischiato e questo Nencini ha giustamente difeso.
Noi non potevamo
annullare la nostra identità regalandoci a Vendola e a Fava e
condonando loro quel che si riteneva essenziale nel giudizio sugli
altri.

In Sinistra e Libertà non c'era un minimo comun denominatore nè sui
contenuti, nè sulle identità. Oltre alle differenze davvero insanabili
(pensiamo al tema della giustizia, oggi ridivenuto prioritario), c'era
la nostra funzione storica da
difendere. Cioè la nostra identità, che non possiamo annullare e che
rappresenta forse l'unico vero patrimonio che possiamo vantare. Che è
poi la
cosa che ci tiene ancora insieme. E perchè mai dovremmo perdere il nostro
tempo ancora in questo partito, senza deputati, senatori e parlamentari
europei, se non ci fosse questa ragione che ci accomuna, e che noi
avremmo dovuto consegnare ai nostri alleati di Sinistra e libertà,
cioè al nuovo soggetto politico che essi ci hanno chiesto di creare?

Non esiste un'altra
possibilità per le regionali? In politica esiste sempre un'altra
possibilità. Guarderemo dentro la proposta che ha avanzato Pannella,
dovremo
rispondere a una possibilità di alleanza che ci hanno avanzato i Verdi
riformisti di Bonelli (che noi dovessimo allearci coi Verdi
integralisti era davvero bizzarro), dovremo tentare un nuovo approccio
col Pd di Bersani.
Faremo politica, e non più solo alleanze dovute allo stato di
necessità. E questo non sarà un male.*

On. MAURO DEL BUE
(Segreteria Nazionale PSI)

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www.partitosocialista-mc.org
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