mercoledì 11 novembre 2009

*PSI, SEL ed il PD: Risposta di Cesare Serrini alla riflessione di Alfonso Capriolo*

La stima che da sempre nutro nei confronti di Alfonso Capriolo mi
consente una particolare franchezza nell'evidenziare le ragioni per le
quali non condivido la impostazione del suo pur interessante, recente
intervento sulle prospettive del socialismo italiano.

Alfonso, in sostanza - con ciò per la verità confermando una tendenza
tipica della intera esperienza politica della SDI - a fronte di una
prospettiva certamente difficile ma per alcuni versi esaltante come
quella volta a costruire con SeL un nucleo politico dal profilo
comprensibile, in grado di condurre battaglie politiche vere, visibili
e di incidere sugli equilibri di tutto il centrosinistra, alternativo
alla nuova federazione di Ferrero, Diliberto e Salvi, nonché - spero -
almeno distante da quella Italia dei Valori (o dei disvalori?) a cui
addirittura Micro-Mega ha rivolto dieci domande ancora in attesa di
risposta, con malcelata nostalgia individua, invece, nel Pd di Bersani
un approdo - ala protettiva in grado di infondere serenità, sicurezza
e magari anche qualche rendita di posizione.

La tesi non pare sostenibile per almeno due ordini di ragioni:

a. il Ps (o Psi che sia) non ha prospettiva alcuna in un Paese in cui
è oramai (purtroppo) accertato che gli elettori non votano una lista
socialista in base ad identità ed appartenenza.

Da ciò deriva che un partito socialista dello zero virgola qualcosa,
sarebbe destinato non a costruire alleanze e programmi, ma ad un
grigio e passivo "galleggiamento" nel già affollato calderone del Pd.

b. Né Bersani offre in realtà nuovi spazi "per una discussione sulle
nuove prospettive del centrosinistra".

I commentatori più attenti, coloro che ne hanno ascoltato il discorso
di insediamento, escludono ogni possibile "sogno socialdemocratico per
il nuovo Pd "stante appunto il palese prevalere della logica
dell'incontro delle tradizioni cattolico democratiche e
post-comuniste, certo diverse tra loro, ma unite da una storica ed
insuperabile diffidenza nei confronti dei valori della
socialdemocrazia europea.


* * *

Premesso quanto sopra, non vanno tuttavia sottovalutate le complessità
che si frappongono a dare a SeL un profilo coerente ed innovativo, a
cominciare da alcuni atteggiamenti di vecchi professionisti della
politica in cerca di rilancio provenienti in particolare da sinistra
democratica e dal movimento di Vendola.

Essi risultano effettivamente inaccettabili ed il loro superamento
passa, a mio avviso, attraverso la fissazione di alcuni punti
programmatici irrinunciabili, idonei a rendere palese, anche sul piano
formale, la volontà di dare avvio ad un progetto rappresentativo della
sinistra riformista in Italia, in un contesto che non può essere, allo
stato, che quello della confederazione di partiti, senza fughe in
avanti e/o accelerazioni, caratterizzato dal rigoroso rispetto degli
accordi siglati a Roma nella giornata del 5 novembre scorso.

CESARE SERRINI

Consiglio Nazionale PSI


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www.partitosocialista-mc.org
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