martedì 22 settembre 2009

*SINISTRA E LIBERTA': UN MINUTO DI SILENZIO NON VUOL DIVENTARE GUERRAFONDAI - di Daniela Brancati*

UN MINUTO DI SILENZIO
NON VUOL DIRE DIVENTARE GUERRAFONDAI

di Daniela Brancati*

22/09/2009 - Salacone ha detto no al minuto di silenzio e riflessione
sui soldati italiani morti in Afghanistan. Io stimo Simonetta e
capisco che il suo voleva essere un gesto di disobbedienza civile, ma
proprio per questo le dico: io non l'avrei fatto. Le convinzioni
personali sono una cosa. Il ruolo istituzionale e politico un'altra.
Personalmente
ritengo che la guerra sia un errore sempre, perché non risolve i
problemi anzi li aggrava e, come ha detto Obama, con i soldi delle
guerre si possono fare le riforme.

Tuttavia se un paese impegna dei soldati in una missione
internazionale e questi muoiono nell'adempimento del proprio dovere,
dedicare loro un minuto non vuol dire diventare guerrafondai, ma
rispettosi della morte.
Certo di tutte le morti, ma chi impedisce agli educatori di dedicare
un altro minuto ai civili afgani morti? Il minuto doveva essere
propedeutico alla riflessione: si può e si deve indurre i bambini a
riflettere in generale sul senso della guerra, che vuol dire morte e
distruzione, povertà e degrado. E in particolare adempiere a un dovere
didattico educativo nello spiegare il senso di questa guerra e tutte
le sue motivazioni che sono molto complesse. Non è obbligatorio
riflettere
secondo la retorica patriottica che anche a me riesce indigesta. Ma sul
valore della vita umana e sul valore della pace e delle pari
opportunità per i popoli e i modi per difenderli, sì.

Inoltre, se questo minuto è richiesto da un ministro, all'istituzione
si deve rispetto. Se il ministro non ci piace dobbiamo operare per
cambiarlo, conquistare una maggioranza di consensi elettorali, cioè
conquistare il cuore e le menti dei nostri concittadini. E quindi
interrogarci se negare il minuto di silenzio a dei soldati morti sia
il modo giusto per farlo. Poteva essere una buona occasione per
indirizzare la riflessione collettiva fuori da ogni retorica,
purtroppo è diventata solo un'occasione per aizzare una polemica
pubblica.

Scrivo nella consapevolezza che di questi argomenti dovremo molto e
'pacificamente'
discutere fra noi, se vogliamo che Sinistra e Libertà diventi una
realtà politica viva e vivace.

*Coordinamento Nazionale di Sinistra e Libertà


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