domenica 20 settembre 2009

*INTERVISTA A NICHI VENDOLA*

INTERVISTA A NICHI VENDOLA

Al termine del dibattito "Un'altra economia per uscire dalla crisi",
Nichi Vendola, in un intervista rilasciata per il sito SeL, ha parlato
del futuro di Sinistra e Libertà, della crisi della globalizzazione e
del ruolo che oggi può giocare la sinistra.

Domani c'è l'Assemblea di Sinistra e Libertà. Qual è il futuro di
Sinistra e Libertà e il tuo futuro dentro Sinistra e Libertà?

Sinistra e Libertà domani in qualche maniera passa al secondo tempo:
dal tempo della evocazione al tempo del cantiere.
Comincia un percorso nel quale la carta che concentra l'adesione,
quindi l'iscrizione a questo movimento, la costruzione di organismi
dirigenti di transizione, la costruzione dei gruppi di lavoro sulla
carta delle idee, la carta programmatica, la carta delle regole, la
scelta di fare una grande assemblea programmatica a dicembre,
l'annuncio della scelta di fare subito dopo le regionali, a cui
andremo come Sinistra e Libertà, un congresso fondativo, servono ad
offrire l'idea che finisce questa specie di aleatorietà che ha
accompagnato Sinistra e Libertà.
Entriamo in un'altra dimensione, che non è ancora quella della
maturità, ma quella della vita: non ci sono più ipoteche esistenziali
su questo soggetto che si sta dando fiato e vita.

Nell'intervento hai parlato molto di globalizzazione e del tipo di
globalizzazione che c'è stata in questi anni. Non hai l'impressione
che la grande crisi che ha sconvolto l'economia dell'occidente si stia
richiudendo con l'assetto dei poteri fondamentali, salvato
dall'intervento pubblico, che avevano determinato quella crisi?

E' un processo contradditorio quello che io vedo. Da un lato la prima
parte della risposta globale alla crisi di globalizzazione è stata di
salvaguardia delle oligarchie e degli attori fondamentali del mondo
finanziario, economico, bancario, ma questa risposta ha prodotto anche
un cortocircuito politico: la crisi della destra americana, della
destra giapponese.
Ha messo in moto processi che non contengono
naturalmente in forme mature l'inversione di rotta, ma che sono figli
della domanda sociale di cambiare rotta.

La sinistra è stata abbastanza silente.
Come ha detto Bersani
introducendo la discussione, qualche volta si è appoggiata a ricette
altrui di fronte alla globalizzazione . Oggi, in questa fase, che ruolo
può giocare la sinistra?

Intanto non c'è sinistra se non c'è lettura autonoma e spregiudicata
della globalizzazione e della sua crisi.
La sinistra è innanzitutto un
atteggiamento di autonomia intellettuale, un'esistenza critica
dall'esistente.
La sinistra che è rimasta prigioniera del concretismo, di un
riformismo anemico senz'anima, che è rimasta prigioniera
dell'incompatibilità dell'esistente, non è stata più in grado di avere
una lettura autonoma dei processi che segnavano la storia del mondo.
Per avere un programma di alternativa e per mettere soprattutto in moto
grandi speranze collettive, c'è bisogno di una lettura, di quali sono
gli assi teleologici su cui gira il mappamondo. E questo forse la
sinistra sta lentamente ricominciando a farlo.


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Postato da Webmaster su LA COMUNE SOCIALISTA MACERATESE


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Ivo Costamagna
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www.partitosocialista-mc.org
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