sabato 5 settembre 2009

*BOFFO SI E’ DIMESSO, BERLUSCONI ANCORA NO*

05/09/2009 - L'obbiettivo di Feltri era chiaro: mettere in piazza la
vita privata del direttore di Avvenire per assolvere i "vizi privati"
di Silvio Berlusconi.

Quando tutti sono colpevoli, nessuno è colpevole. Le dimissione di Dino
Boffo hanno, però, cambiato lo scenario. L'argomento del direttore de
Il Giornale secondo cui non si può fare la morale a Berlusconi perché
anche i moralisti hanno i loro scheletri nell'armadio, non può più
essere usato.

A questo punto possiamo dire che "il re è nudo". Berlusconi non può più
nascondersi dietro la vita privata di Dino Boffo. Era assurdo e
ridicolo che lo si potesse fare prima delle dimissioni di Boffo. Adesso
è ancora più assurdo e ridicolo.

Il tentativo di Feltri di mettere sullo stesso piano i presunti vizi
privati del Direttore de L'Avvenire con il giro di prostitute che
frequentava i festini organizzati dal Presidsente del Consiglio, era
semplicemente patetico. Berlusconi nella sua qualità di Premier
rappresenta il Paese. Il suo non è un qualsiasi incarico privato per
quanto prestigioso esso possa essere. Per questo in una democrazia sana
Berlusconi non avrebbe potuto restare un minuto di più a Palazzo Chigi.

Adesso che Boffo si è dimesso e Berlusconi, invece, continua a rimanere
inchiodato alla sua poltrona, la malattia della democrazia italiana
appare in tutta la sua gravità. Non si tratta solo della quotidiana
dose di veleno che il comportamento di Berlusconi inocula nel tessuto
morale e civile del Paese. La resistenza accanita di Berlusconi a
prendere atto di essere inadatto a Governare , si sta tramutando in un
attacco forsennato alle colonne portanti della democrazia italiana. A
cominciare dalla libertà d'informazione.

L'occupazione "militare" della Rai, i tentativi di eliminare dal
piccolo schermo giornalisti e artisti che non piegano la testa, le
gravi intimidazioni contro giornali di opposizione come Repubblica e
l'Unità, sono altrettanti segnali dell'avanzamento dell'opera di
lesionamento e di demolizione delle colonne portanti del nostro
ordinamento costituzionale.

Di fronte a tutto ciò è ora che l'opposizione la smetta di procedere in
ordine sparso e faccia sentire la sua voce. E' ora che si gridi forte
nel Parlamento e nelle piazze che questo Presidente del Consiglio se ne
deve andare perché non è più degno di rappresentare il Paese.
var addthis_pub="sinistraeliberta";

--
Postato da Webmaster su PARTITO SOCIALISTA - LA COMUNE SOCIALISTA
MACERATESE il 9/04/2009 07:46:00 AM


--
Ivo Costamagna
--
www.partitosocialista-mc.org
--

1 commento:

  1. la prima vittima della mancanza di laicità in questo paese è forse Dino Boffo e, con lui, tutta la chiesa... i primi a cui gioverebbe un clima piú tollerante sono proprio i credenti, che potrebbero misurare le loro convinzioni su un terreno meno ambiguo e meno ipocrita di quello rappresentato dai divieti dalle scomuniche dalle rimozioni, per aprirsi alla carità alla fede alla speranza... altrimenti c'è sempre uno più puro che ....

    RispondiElimina