martedì 20 maggio 2008

Partito Socialista, dopo Boselli adesso ci prova Mancini

da L'Opinione:

Clima teso, musi lunghi. L'atmosfera che ha regnato sulla giornata precongressuale socialista, tenutasi a Roma sabato 17, non era delle più promettenti. Però nel microcosmo socialista l'evento c'era: chiamati in causa dai giovani della Fgs, quasi tutti i maggiorenti che rimangono nel Ps dopo lo schianto del 13 e 14 aprile si riunivano per la prima volta intorno a un tavolo del Grand Hotel Palatino, a Roma. La campana, diciamolo subito, è suonata a morto: il Partito Socialista è sulla via della liquidazione, con i conti in profondo rosso, il personale senza stipendio e la rete delle sezioni locali in disfacimento. Con lo 0,97 %, al Ps non sono andati seggi in Parlamento né i rimborsi elettorali. Il segretario Enrico Boselli è irrevocabilmente dimissionario insieme con tutto il gruppo dirigente della Costituente e tutto il corpo del partito, pure articolato in settantacinque mila iscritti, fluttua anarchicamente senza meta.

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In quest'ottica è emersa, o meglio, emergerà nei prossimi giorni, la figura del successore di Enrico Boselli. Sarà Giacomo Mancini, figlio dell'omonimo segretario socialista, già parlamentare esperto, molto giovane, con un risultato elettorale nella sua Calabria superiore a qualsiasi altra realtà. L'appuntamento per la sua elezione è al 20, 21 e 22 giugno per il congresso nazionale. Il suo compito sarà quello di trasformare una nebulosa allo sbando in una formazione capace di gettare di nuovo un ponte verso l'Europa, alle prossime elezioni, e da quel punto in poi di ricostruirsi intorno ad un soggetto lib/lab autonomo rispetto ai due poli. Una impresa titanica. "No, impossibile", replica ancora Macaluso.

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