sabato 3 maggio 2008

Forum per il Congresso

Cari Compagni,

accolgo con entusiasmo l'invito rivoltomi da Ivo Costamagna di lasciare spazio sul blog al dibattito della Federazione Provinciale Maceratese in vista dei Congressi Locali e del Congresso Nazionale. Ciascun utente, iscritto o meno, potrà esprimere le proprie riflessioni lasciando un commento sotto questo post, a condizione che firmi il suo contributo. I commenti saranno soggetti a moderazione secondo le Note per gli utenti che compaiono sotto l'intestazione del blog.
Vi lascio con l'augurio che il nostro sforzo collettivo rappresenti un momento di seria riflessione cui affiancare, nel prossimo futuro, il momento della sfida dell'azione politica.
--
Riccardo Morelli

11 commenti:

  1. In questo Blog normalmente sono sempre i soliti a commentare, quindi ritengo prezioso l’invito del compagno Morelli a partecipare al dibattito pre-congressuale della Costituente Socialista.

    I nostri Big locali si stanno già impegnando individualmente per sostenere l’una o l’altra tesi congressuale che con varie indiscrezioni arriva da Roma, trascurando di proposito la questione Socialista Provinciale Maceratese.

    Non si può far finta di nulla, come se gli ultimi due anni non ci fossero stati !!!!
    Vogliamo ricordare quello che e’ capitato in casa Socialista in Provincia di Macerata? Anche perché entro i primi giorni di Giugno si celebra il congresso provinciale, quindi si mobiliteranno i circa 700 iscritti della nostra provincia !!!!!!

    A questo punto io, come penso altre compagne e compagni, mi domando:

    Si vuole rifare un partito leggermente allargato a conduzione familiare dove i dirigenti sono gli stessi e magari gli alleati più stretti sono le associazioni denominate Radicali sempre a conduzione familiare, oppure si vuole ricominciare in maniera diversa, rinnovando completamente anche la dirigenza ?

    Abbiamo un gruppo consiliare Socialista in provincia ( due consiglieri e un assessore, eletti dai cittadini ); lo si vuole considerare dello stesso partito dandogli appoggio e solidarietà, oppure si vuole ancora tentare il colpo grosso, delegittimando ancora questi tre compagni, denigrando la presidenza e scaldando i muscoli dell’indiscusso e glorioso leader radicale della nostra provincia per un eventuale assessorato, facendo ancora finta di sostenere il vecchio assessore socialista, ormai da tempo fuori dalla giunta provinciale ?

    Abbiamo la fortuna di avere con noi dei giovani compagni validissimi che non conoscono il passato e le diatribe in casa Socialista della nostra provincia; Si vuole impreziosire la loro presenza dando loro lo spazio che meritano, oppure si vogliono strumentalizzare e condizionare, nei giochi di potere interni degli intoccabili ?

    Abbiamo preso nella nostra provincia alla camera dei deputati circa 1400 voti: sono appena il doppio dei circa 700 iscritti (abbiamo battuto abbondantemente la media nazionale); in alcuni comuni abbiamo addirittura più iscritti che voti, in altri più o meno i voti sono gli stessi degli iscritti, ancora ci sono persone che non sanno di essere iscritte al nostro partito perché la tessera gli è stata fatta recapitare in casa altrui, alcuni se la sono ritrovata a domicilio senza averla mai richiesta. Saranno veramente coinvolti seriamente tutti gli iscritti per il congresso ?

    Visto che il costo della tessera Socialista e’ di 30,00 Euro, questi valorosi compagni (o chi per loro) che hanno tranquillamente donato questi danari, non potevano utilizzarli per la campagna elettorale (non si trova mai un soldo) o per aiutare magari qualcuno in difficoltà secondo lo spirito Socialista; “Sempre dalla parte degli ultimi” ?

    Per evitare che questa sia solo l’occasione di uno sfogo, chiedo che si risponda alle mie domande; vorrei che veramente ci si confrontasse sui fatti veri per arrivare ad un congresso provinciale normale, dove tutti possono esprimere le loro posizioni e, cosa non meno importante, ciascuno assume le responsabilità del proprio operato.
    Non si puo’ far finta di nulla !!!!!!!!!

    Peppe Iacopini

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  2. Mentre in molti stiamo tentando di risollevarci per costruire una
    forza politica realmente nuova attraverso il dibattito, il confronto
    delle varie prospettive politiche ed il rimetterci ognuno in
    discussione, IACOPINI cerca di trasformare questo difficile tentativo
    in una "rissa". Assume il "patrocinio", mi auguro non richiesto,
    almeno in queste forme, dei Consiglieri Provinciali e quello,
    piu'.."naturale", del Pres.Silenzi per accusare il Partito di.."Lesa
    Maesta'". Non ci lasceremo trascinare, almeno fino ai limiti del
    possibile, in questo tentativo di.."scindere l'atomo" pur di
    "difendere", per un domani ormai prossimo, le posizioni acquisite in
    contrasto con le decisioni degli organi del Partito. Vogliamo voltare
    pagina ma dobbiamo volerlo tutti e cio' non puo' avvenire ROVESCIANDO
    LA VERITA' DEI FATTI ACCADUTI NEGLI ULTIMI DUE ANNI. Iacopini va oltre
    e lancia accuse ingiuste che vogliono colpire le persone e non le idee
    che esprimono. A livello provinciale abbiamo perso quasi l'1% in meno
    rispetto alla media nazionale nei confronti delle politiche del 2006.
    Questo malgrado la "vicenda" delle liste e grazie ad una Costituente
    che abbiamo voluto mantenere APERTA ai giovani, ai compagni Radicali e
    non solo. Ragioniamo di "piccolissimi" numeri ma pensate quale sarebbe
    la situazione del Partito se, come dato nazionale, avessimo avuto un
    punto in piu' e cioe' il 2% a fronte del 3% di tutta Sinistra
    Arcobaleno! Il "laboratorio" politico della Provincia di Macerata e le
    decine di iniziative che abbiamo organizzato hanno ricevuto
    apprezzamenti, in piu' occasioni ed anche in questi giorni, da
    esponenti nazionali non solo socialisti o radicali. Allora perche'
    delegittimare persino l'eventualita' di una esperienza amministrativa
    del compagno Bravi? Esiste forse qualcuno predestinato
    agli.."incarichi" ed altri ad organizzare i Convegni? TORNIAMO ALLA
    POLITICA, come ci ammoniva a fare Nenni, MA CON LA COSCIENZA
    TRANQUILLA DI CHI HA FATTO PER INTERO, COME GRUPPO DIRIGENTE, IL
    PROPRIO DOVERE VERSO IL PARTITO. Ivo Costamagna

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  3. L’INTERVENTO DI COSTAMAGNA E’ SICURAMENTE POSITIVO; ALMENO SI COMINCIA A COMUNICARE !!!!!!!

    Quello che mi sono permesso di chiedere e’ solo ed esclusivamente di aprire un dibattito, anche in merito alla questione SOCIALISTA LOCALE, perche’ penso che alcuni nodi non si sciolgono girandoci intorno e fingendo che nulla e’ accaduto, sia di positivo che di negativo.

    Non intendo colpire nessuno e tantomeno delegittimare una eventuale esperienza amministrativa del Dott.Bravi, basterebbe aprire un confronto serio e qualsiasi argomento puo’ essere messo in
    discussione, anche se non nascondo (altri magari se lo tengono per loro) la mia personale incompatibilita’ ideale con il Dott. Bravi & C, (penso sicuramente ricambiata) che non ha nulla a che vedere con il mio grande rispetto per la storia e le battaglie Radicali.

    Non intendo minimamente patrocinare il gruppo Socialista in provincia, nessuno me lo ha chiesto e sicuramente (basta seguire i lavori del consiglio e della giunta) non ha bisogno del patrocinio di nessuno, dimostrando con i fatti ogni giorno una grande compattezza e vera autonomia politica.
    COMUNQUE, PONGO MEGLIO LA DOMANDA:
    Abbiamo un gruppo consiliare Socialista in provincia (due consiglieri e un assessore, eletti dai cittadini ) LO SI VUOLE CONSIDERARE DELLO STESSO PARTITO SI O NO?

    Conosco Silenzi personalmente da tanti anni, politicamente ci siamo quasi sempre scontrati, l’ultima volta risale a circa 20 giorni fa in merito al PD.
    Non e’ la prima volta che mi permetto di far notare, ai nostri compagni di Partito, che con i metodi finora utilizzati (senza scendere nei particolari) si e’fatta una grande propaganda al compagno Silenzi e di conseguenza lo si e’rafforzato in maniera praticamente gratuita!!!!!!!

    Non intendo assolutamente cambiare la storia degli ultimi due anni o addirittura rovesciare i fatti della comunita’ Socialista Maceratese, ne voglio solamente parlare apertamente e serenamente con chiunque e’ disposto a farlo senza escludere nessuno, anche perche’ se esiste un partito di circa 700 iscritti non e’ giusto che il dibattito pre-congressuale rimanga tra quattro mura e riservato a pochi eletti!!!!!!!!

    Ringrazio per l’opportunita’

    Peppe Iacopini

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  4. Preso per i capelli,chiamato pesantemente in causa, sono costretto a commentare. Mi riservo di parlare di politica in un altro post, intanto qui cerchiamo almeno di divertirci: la comicità ha sempre per me un certo appeal...

    La personale incompatibilità di Iacopini nei miei confronti mi lascia del tutto indifferente; qualcos'altro mi preoccupa.

    Condsiderato che tale incompatibilità si estende ai miei compagni (leggo "Bravi & C.);
    Considerato che si parla di "associazioni denominate radicali" e non dell'associazione radicale Romolo Murri, riconosciuta e legittimamente aderente a Radicali Italiani;
    Considerato "il grande rispetto per la storia e le battaglie radicali";
    Considerato il modus operandi di Iacopini, abbondantemente speimentato con lo SDI e con la costituente socialista;
    mi aspetto da un momento all'altro di sentire Iacopini affermare che l'associazione radicale di Macerata è virtuale e che lui è il solo e vero radicale della provincia :-)

    Spero di non essere caduto in una classica self fullfilling prophecy.

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  5. Bè, intanto scopro che Iacopini esiste e già questa è una prima notizia. Avevo avuto notizie unitarie (qualche volta il partito sa fare anche fronte comune) della sua inesistenza, ma ancor di più della sua inconsistenza. Sapere che due compagni che stimo come Costamagna e Bravi rispondano al compagno Iacopini, mi fa sperare che il processo di rinnovamento e di apertura a nuovi "soggetti" politici, sia già avviato. Ora, non rimane che fermarlo. Intanto che ci divertiamo, qualche compagno potrebbe anche ritrovare il giusto tempismo per darsela a gambe. A quel punto chi sarà e farà il segretario provinciale, poco importerà. Sarà "sufficiente" che sia un grande esperto di puzzle. Non puzzole. Puzzle.

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  6. Apprezzo l’idea di aprire il blog per la fase congressuale. Di fatto è l’unica novità. Un’antenna a percepire l’umore dei militanti. Lo stato d’animo, le idee. Anche gli scazzamenti. Questo modo di operare deve crescere. Va ampliato anche al dialogo vero tra due o più persone. Non tutti hanno dimestichezza con internet. Tutti hanno un cuore, una coscienza ed una passione. Non entro in polemica. Vedo già le avvisaglie di uno spettacolo vecchio e logoro.
    Ho scorso velocemente le regole congressuali. Sono rimasto sconvolto. Soprattutto dai tempi strettissimi. Credo che tempi così stretti abbiano un solo scopo. Annullare il dibattito. Dopo il terremoto delle ultime elezioni. Dopo che siamo praticamente scomparsi ci si affretta a ricostruire gli organigrammi. Per governare cosa? Il vuoto? E’ veramente poco serio. Non è un fenomeno nazionale anche a livello locale si cominciano a vedere i primi movimenti di truppe. Tutti all’attacco della segreteria.
    Non impariamo mai. Nessuno vede i numeri? Si sta lavorando al contrario. Non è il momento di parlare di organigrammi. Bisogna riaprire il dialogo. Capire i perché della nostra sconfitta e della vittoria degli altri. Valutare se esiste la volontà di portare avanti un’idea socialista del mondo. In che modo farla capire alla gente. Ascoltare le persone. Capire i loro bisogni. Bisogna uscire nelle strade, non chiudersi nelle sezioni. Magari! Nelle stanze buie e solitarie. Non c’è nessuna necessità di celebrare un congresso in tempi così stretti. E’ molto migliore e più adatta ai tempi la celebrazione di assemblee, a tutti i livelli, sezionali, territoriali, provinciali, regionali e nazionali. Il dibattito deve essere vero. Vanno rifondate le ragioni di essere di una ideologia. Va adattata ai tempi ed al nuovo sentire della gente. Capire se ha senso continuare su questa strada e soprattutto capire se tutto ciò può avere seguito. Invece no ricominciamo a scannarci senza preoccuparci del patetico spettacolo che stiamo dando di noi.
    Mi dispiace ma non ci sto. Non si può pensare di ricominciare in questo modo. O cambiamo metodo o siamo finiti. Non lo vuole capire nessuno?
    Spero di sbagliarmi, ma i sintomi sono molto evidenti. Se veramente si vuole riaprire un dibattito serio sulla storia sul presente e sul futuro del movimento socialista ci sarò. In caso contrario mi dispiace ma ho cose più importanti da fare.

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  7. Sorprende che la recente e netta presa di posizione del Segretario Costamagna in favore di una politica delle "mani libere" non susciti la reazione di alcun compagno, né stimoli almeno nei frequentatori di questo blog - il cui numero non mi pare in calo - l'avvio di un dibattito. Immagino che alcuni siano davvero impegnati sul fronte di quelli che Ivo definisce - forse con toni troppo apocalittici - "intrighi" e "accordi sotterranei", e che probabilmente altro non sono che una delle forme in cui la democrazia del partito tende ad organizzarsi. Mi piace pensare però che il silenzio degli altri non significhi passiva adesione a quelle tesi: mi troverei a disagio a confrontarmi con compagni che confondono popolo e Popolo (della Libertà).

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  8. Caro Riccardo, voglio chiarire due aspetti della mia riflessione.
    1)l'espressione "mani libere" (che tra l'altro ho ripreso dalla
    relazione di Sandro Scipioni al Convegno del Grassetti) non significa, per quanto mi riguarda, confondere il "popolo" con il Popolo delle Liberta' ma attrezzarsi, invece, per una realta' politica che non e'
    solo cambiata ma e' stata addirittura "violentata" dall"utilizzo, combinato e congiunto, della legge elettorale da parte di PD e PDL.
    Ieri quell'accordo ha trovato la sua consacrazione "parlamentare"
    quando Berlusconi, durante il dibattito sulla fiducia, si e' rivolto direttamente a Veltroni con una espressione che sono pronto a
    scommettere fara'... il giro del mondo: "SE PO' FA'!" Se il PD
    rivendica le MANI LIBERE perche' non dovrebbe farlo un nuovo soggetto, Liberale e Laburista?? Sarebbero, tra l'altro, necessarie per combattere un DUOPOLIO che io avverto come pericoloso per TANTE
    CONQUISTE DI LIBERTA' E DI DEMOCRAZIA che le lotte, quelle si del POPOLO, hanno ottenuto in tanti anni in Italia. 2)Quanto al tono
    "apocalittico", scusami ma non posso evitarlo. STIAMO SUONANDO SUL... TITANIC !! Tu pensi che... l'organizzazione della democrazia interna al Partito possa avvenire in modo diverso da un dibattito ALLA LUCE DEL SOLE? Mi sono limitato a dire che il primo RINNOVAMENTO sta' nell'evitare i "riti" che sono, magari, anche tipici di un Partito esisente e consistente ma non possono esserlo certo di uno da (ri)costruire....! Sono preoccupato anch'io come te che neanche una "PROVOCAZIONE FORTE" susciti dibattito. Un piccolo conforto mi e' venuto da telefonate di condivisione che ho ricevuto da alcuni compagni ma non possono certo essere sufficenti. Ti chiedo: se non si "organizzano" attraverso il confronto politico gli... "strumenti di democrazia interna" SU COSA LO SI FA'?? E poi, per dirla con "Veltrusconi", ....SE PO' FA'? Ciao. A presto. Ivo

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  9. Ma è proprio vero quel che dice Ivo, ovvero che c’è chi si dibatte negli antichi riti semiclandestini per scalare le vette del potere (che non c’è) del PS? Se così fosse sono ben lieto di essere fuori da questi giochi che non capisco come possano ancora appassionare qualcuno.

    Però è vero che il dibattito, come ha affermato anche Angius che, fino a questo momento, il dibattito in tutte le forze di sinistra (compreso il PS), dopo la disfatta elettorale, appare del tutto inadeguato. E’ un dibattito, prosegue Angius, troppo chiuso in se stesso che fa correre il rischio “che la sinistra italiana, in ognuna delle sue componenti, smarrisca il senso della sua funzione storica, del suo radicamento, della sua rappresentanza, sino alla sua scomparsa”.
    Secondo Angius “la sinistra italiana non ha alcun futuro se essa non si connota come forza di governo, del tutto nuova, e si caratterizza come parte integrante del partito del socialismo europeo, ma aperto ad altre culture liberaldemocratiche”…
    “ il pensiero e la cultura politica socialista rappresentano la frontiera più avanzata dell'innovazione sociale, economica, civile delle moderne democrazie e costituiscono il patrimonio più ricco ed originale cui attingere per far avanzare giustizia, progresso e libertà. Se il Partito Socialista, ridiscutendo se stesso, non sarà capace di gettare le basi per costruire una forza politica di sinistra, riformista, europea, socialista, liberaldemocratica, ambientalista,organizzata e radicata nella società italiana, avrà decretato la fine della sua funzione”… “In questo senso l'appuntamento congressuale del PS costituisce l'inizio di una fase nuova, finalizzata a gettare le basi ideali, culturali, politiche e progettuali di un lungo lavoro finalizzato a dare alla democrazia italiana una nuova forza politica, socialista e riformatrice” … “Per queste ragioni il congresso del PS si dovrà caratterizzare per scelte che indichino chiaramente una discontinuità e si connotino in senso fortemente unitario e innovativo, in modo tale da aprire una fase nuova, e diversa dal passato, di confronto, sia con le altre forze di sinistra, sia con il Partito Democratico”.

    A queste enunciazioni di principio che io in larga parte condivido bisogna, però, far seguire proposte e azioni concrete. Non serve molto affermare che bisogna dare un segno di discontinuità, che c’è da innovare, se non diciamo in cosa debba consistere quella discontinuità e quel rinnovamento.

    Il nostro vantaggio, anche se può apparire paradossale, è che siamo pressoché scomparsi, che dobbiamo ripartire praticamente da zero e, perciò, possiamo trasformare quello che dovrebbe essere un handicap in straordinario vantaggio, immaginando e progettando una sorta di rivoluzione copernicana.

    Se ci limitiamo ai temi spiccioli e classici (sicurezza, precariato, laicità, ecc.) saremo perdenti, perché ci troveremo a rincorrere il PD piuttosto che il PdL, l’IdV piuttosto che la Lega e questo, stiamone certi, non serve all’Italia e ancor meno è utile a noi, nel senso che non ci porterà alcun significativo incremento di consensi.

    Se, invece, vogliamo costruire una sinistra socialista e liberaldemocratica a vocazione maggioritaria dobbiamo guardare ad un’altra e ben più vasta platea elettorale.

    E qui ritengo abbia ragione a Franco Debenedetti che – in un recente articolo - invita a pensare a “qualcosa che abbia valore universale … scuole, sanità, trasporti” … affrontandolo in modo “radicalmente diverso dal passato”; puntando realmente sulla qualità, stimolando le diversità, accettando “la concorrenza che produce qualità”. Questa - continua Debenedetti - potrebbe essere la strategia vincente: “la qualità dei servizi universali”.

    In tale ottica dovrebbero irritarci le dispute titaniche tra chi vorrebbe la privatizzazione dei servizi locali (trasporti, rifiuti, acqua, ecc.) e chi pretende di difendere la loro gestione pubblica, trascurando che l’unica questione di fondo che deve interessarci, perché è quella che interessa i cittadini, è la qualità dei servizi e il miglior rapporto tra quella qualità e il prezzo che per essi paghiamo.

    E se questo è, se la nostra stella polare deve essere la qualità e l’accessibilità ai servizi, dobbiamo liberarci dalle catene di una burocrazia asfissiante e di un anacronistico formalismo giuridico che pretende di valutare un’azione buona o cattiva a seconda che sia conforme oppure no ad una norma senza preoccuparsi troppo se il risultato che essa consegue soddisfa le aspettative dei cittadini.

    Il partito che io immagino è un partito che vuole costruire l’Europa (e l’Italia) dei cittadini e liberarsi dell’Europa (e dell’Italia) dei banchieri e dei burocrati; che immagina un sistema giuridico meno sclerotizzato e inflazionato da una quantità di norme che taglierebbero le gambe al miglior maratoneta, più orientato al sistema anglosassone dove, alla pretesa di regolare ogni singola fattispecie (cosa, nei fatti, impossibile), si privilegia la definizione di un insieme di principi. Un sistema sicuramente più idoneo a rispondere con prontezza ed efficacia ai rapidi cambiamenti che la globalizzazione comporta, un sistema che ridarebbe ossigeno e vitalità alla società e all’economia.

    Sto immaginando una rivoluzione? Penso di sì, ma se non è per una vera e profonda trasformazione per quale altra ragione immaginiamo di poter costruire un nuovo, grande, partito socialista nel XXI secolo?

    Concludo con una riflessione sul dibattito che si sta avviando nel forum intorno alla questione delle “mani libere” e del partito “corsaro”. Io non credo che, nel momento in cui sono proprio i partiti “giganti” che praticano (pur senza predicarla) la politica delle mani libere, proprio noi dovremmo ingabbiarci dentro schemi rigidi di alleanze alle quali, tra l’altro, non sembrano nemmeno tanto interessati i nostri ipotetici interlocutori.

    Naturalmente rivendicare “mani libere” e strategia “corsara” non può significare opportunismo e comportamento ondivago che non piacerebbe a molti di noi (almeno a me) e sicuramente non sarebbe apprezzato dalla gente.

    Noi dobbiamo individuare un obiettivo politico alto e rispetto a quello rivendicare il diritto a misurare la nostra coerenza, senza che nessuno possa considerare acquisito “a prescindere” il nostro appoggio.

    Ce la faremo? Non lo so, quello che so con certezza è che sia il successo che l’insuccesso dipenderà da tutti e da ciascuno di noi.


    Luigi Tomassucci
    consigliere provinciale socialista

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  10. Cari compagni ed amici,
    Mi permetto di fare due rapidissime considerazioni in risposta agli ultimi post, se mi è consentito.
    Innanzitutto ritengo sia un errore fatale riportare la dialettica precongressuale su un terreno di aspro scontro circa le vicende passate, che dovrebbero, per il bene di tutti, essere morte e sepolte Bisogna ripartire e guardare avanti, altrimenti siamo giò cadaveri che camminano(un po' tipo Villetti, sostanzialmente!)
    Ancora, ritengo assolutamente meschino, infantile ed inutile ogni sorta di attacco personale, anche se in forma simpaticamente provocatoria(siamo quattro gatti, aventi l'ambizione di fare politica; evitiamo ignoranza ed ulteriori paventate scissioni tra atomi.)
    Rispondo inoltre al compagno Giorgio Canella; leggendo le regole congressuali e ricevuta la bozza odierna sullo statuto del partito, non posso che manifestare un inequivocabile plauso. Non credo si sia sbagliato nulla sinora; regole all'insegna dell'autonomia, della collegialità e del federalismo. Atti dovuti, vista l'arretratezza e la subalternità dell'ossatura e della struttura partito. Se poi ti riferisci alla tempistica del congresso, la si conosceva già prima della divulgazione delle regole. E comunque, pur essendo vagliabile e fondato il tuo sospetto, tuttavia occorreva necessariamente fissare una data vicina per contrastare ogni fenomeno di esodo dei quadri e dei militanti, che sarebbe risultato altrimenti fisiologico.
    Sulla vicenda delle "mani libere" avanzata da Ivo, concordo con una lettura in termine di programmi e non di convergenza geografico-politica(e non credo Ivo volesse proporre quest'ultima opzione). Ci tengo ad evidenziare che se i vari Sacconi, Tremonti, Brunetta e Frattini sono divenuti ministri del nuovo governo, non è certo perchè il Cav volesse puntare sulla scelta socialista, ma semplicemente, perchè tali signori sono i piu' bravi tra i suoi colonnelli(non ci vuole molto). E guarda caso la loro formazione passa dall'esperienza del PSI. Ma non c'è un nesso stretto ed organico tra questi passaggi. O cmq certamente Silvio no l'ha fatto con l'intenzione di valorizzare il socialismo italiano.
    Però, certo è che se, come propone Ivo, una soluzione positiva può essere rappresentata da una nuova sinistra che va dai nuovi potenziali scissionisti pseudo-riformisti della Sinistra Arcobaleno, passando per i Radicali, sino a noi; cade allora l'opzione delle "mani libere". Perchè in tal modo si circoscrive il perimetro d'azione programmatica, rigidamente e quasi dogmaticamente. Delle due, una.

    Ora però bisogna lavorare fianco a fianco e bypassare rancori e contrasti. Occorre da subito sommare le teste ed individuare una via d'uscita, magari a lungo respiro.

    Mi sorprende, sinceramente, inoltre, come il risultato elettorale abbia non scoraggiato, ma allontanato molteplici aderenti al progetto. Ma non si era detto:"comunque vada, ricostruiremo assieme il partito dal 15 aprile??"

    Dobbiamo veramente fuggire e rassegnarci ad una sentenza viziata dal voto utile e da "un porcellum" antidemocratico e liberticida il cui fine ultimo è un irricevibile approdo veltrusconiano??
    Allora come leggere tale Caporetto? Cosa fare?

    Il Partito Socialista che si appresta a celebrare il suo congresso fondativo deve innanzitutto fare chiarezza su cosa sia attualmente, per evitare di confondere un’immagine edulcorata di se stesso con la realtà e trarne illusorie speranze anche in termini di aspettative elettorali.
    La prima, più evidente, necessità per il PS è indubbiamente un efficace e necessario ricambio di un gruppo dirigente che ha mostrato, prima e durante la campagna elettorale, tutti i propri limiti. Abbiamo già analizzato come la gestione del PS, principalmente se non esclusivamente demandata alla solita ristrettissima cerchia(la cosiddetta "cooperativa"), sia stata fin dal principio votata al fallimento.
    A ben vedere però, salvo limitate eccezioni, e con le necessarie differenze in termini di responsabilità politiche, è tutto il gruppo dirigente emerso nella stagione della diaspora a palesare difficoltà e legnosità in questa fase, non essendo aggiornato adeguatamente per intercettare le dinamiche di rapidi cambiamenti di una società in continuo divenire. Appare così in tutta la sua gravità il disastroso effetto del biennio di tangentopoli che ha di fatto eliminato una generazione di militanti, i quarantenni, che avrebbero potuto in una situazione di forte difficoltà come questa, prendere in mano il partito.
    Questo gigantesco gap generazionale rende automaticamente un po’ ridicolo e inutile qualunque richiamo a un giovanilismo che proponga un ricambio completo della dirigenza senza che alternative concrete siano realmente disponibili.
    Non c’è solo il problema della leadership; il PS è un partito che fondamentalmente mantiene un organizzazione territoriale che ricalca quella del partito di Nenni e Craxi, non solo dunque fermo a qualche decennio fa, ma ulteriormente indebolito.
    Oggi, a quasi quindici anni dalla fine del PSI, quella struttura un tempo capillare, copre solo a macchia di leopardo il territorio nazionale, risultando praticamente assente in molte realtà importanti del Paese. ( si pensi a varie aree del Nord).

    Il post-tangentopoli ha anche azzerato la capacità politica e la forza elettorale. I vari spezzoni della diaspora, per molteplici ragioni, con la perdita dell’autonomia politica hanno arrancato nello sviluppo ed elaborazione di una piattaforma culturale e programmatica aggiornata. Si è perpetuata una politica di sufficienza, mirata all’autoconservazione, nel nostro piccolo in sintonia con la cultura del non governo che ha caratterizzato questo quindicennio seguito al crollo della Prima Repubblica.
    Abbiamo assistito ad un vero e proprio impoverimento delle capacità politiche dei quadri locali e nazionali, sia dal punto di vista culturale, che delle capacità organizzative, strategiche, di analisi, e di comunicazione.
    Si è di conseguenza man mano persa ogni forma di rapporto, più o meno organico, con la società; sono spariti gli interlocutori nel mondo intellettuale, nel panorama dell’informazione, tra le associazioni di categoria, nei vari apparati produttivi. Si è disperso anche un patrimonio di competenze tecniche e settoriali vicini alla nostra sensibilità politico-culturale.
    Causa principale di tali debolezze, l’infelice assunto del “meno siamo meglio stiamo” che per troppo tempo è stato la stella polare dell’azione politica dei dirigenti socialisti.
    Ancora, fattore piuttosto penalizzante è l’assenza di un organo di stampa di riferimento funzionale sia alla divulgazione e comunicazione verso l’interno, fungendo da filtro nei rapporti centro-periferia, sia verso l’esterno, raggiungendo l’opinione pubblica e le varie sfere della società.


    Interrogarsi sul ruolo del PS nel panorama politico italiano vuol dire più in generale chiedersi quale sia la funzione dei partiti politici odierni. L’autoreferenzialità sembra essere diventata la cifra caratteristica della classe dirigente del nostro Paese. La società di oggi, sfiduciata, fatica ad individuare riferimenti politici in grado di recepire le proprie istanze e dare le adeguate soluzioni.
    L’opinione pubblica è diventata pertanto diffidente, guardinga ed esigente, non si accontenta più di slogan pubblicitari. Non basta più la formula “scuola pubblica, scuola pubblica, scuola pubblica” ma sovente si esige un approfondimento tecnico ed una competenza settoriale spesso carente nella nostra classe politica. Tale falla rappresenta una delle chiavi di lettura che fa avanzare i fenomeni del populismo e del qualunquismo ( vedi il “grillismo” e il libro La Casta) perché retrocede la politica in senso alto che scalda i cuori e fornisce opportune ricette. Occorre dunque differenziarsi nei metodi, accogliendo i contributi che vengono dalla società, puntando a coinvolgere energie intellettuali esterne al partito, liberando risorse altrimenti inespresse. Un esempio felice in tal senso è stato quello delle “Primarie delle Idee”, rimasto purtroppo un episodio isolato nel percorso della Costituente. Questo esempio che rimarca la mancanza di sintesi programmatica e testimonia ulteriormente la latitanza di una reale volontà inclusiva dei vertici del PS, a riprova del fatto che da parte della solita elitè, non si era scelta la cultura del progetto e la via dell’autonomismo per poter rimanere subalterni ai “padroni” del PD.



    Allora, ripartiamo dai contenuti. La sentenza elettorale ci dimostra che l’elettore tende sempre più ad anteporre la tutela dei propri legittimi interessi alla propria connotazione ideologica.
    Proprio perché il pragmatismo ha oggi la meglio sull’ideologia, pur mantenendo la nostra identità, dobbiamo puntare ad individuare interlocutori e istanze non rappresentati dall’attuale offerta politica: pensiamo sia a determinate frange della società, come settori del mondo della piccola e media impresa, l’universo dei giovani ricercatori e dei docenti, l’artigianato dell’eccellenza e del made in Italy, sia a nuove categorie di cittadini per certi aspetti trasversali, come ad esempio i lavoratori-pendolari e il popolo, variegato e disomogeneo, delle Partite Iva.
    Ancora e non ultima, la questione sociale.Dobbiamo ristabilire tra le priorità assolute del PS la volontà di rappresentare tenacemente le istanze dell’ “under-class”, dei deboli e degli ultimi, scardinando il muro incrostato delle caste. Lobbies, che nel nostro Paese condizionano massicciamente l’assetto economico e l’impianto sociale, immobilizzando lo sviluppo, arrestando la crescita e limitando una più equa ed efficiente distribuzione, all’insegna della speculare conservazione dello status quo.


    Parola d'ordine: proposte! Elaborare un "crah program"
    E’ obbligatorio e necessario, prima di avviare “pseudo mini-cantieri o abbandonare armi e bagagli, traghettando la comunità socialista in lidi confusi e inappropriati”, occorre in primis riacquisire dignità e dare forma e corpo a questo partito.


    -Partito flessibile e dinamico(stile I-Pod)
    -Individuare e contribuire a realizzare un nuovo substrato culturale
    -riavviare rapporti organici con associazioni, no profit e circoli(sindacato Uil e circoli Acsi in primis)
    -"Bucare" il web, con blog d'area efficaci e pungenti, legati ad un sito centrale aperto
    -divisione del lavoro, settorialità, sistematicità e continuità; commissioni calibrate e mirate per ottimizzare ogni filone programmatico ed organzizzativo
    - calendarizzazione
    -Creare un gruppo quotidiano e volontario di lettura. Che individui eventuali spazi politici per inviare comunicati.
    -spirito garibaldino, perchè dobbiamo capire che ormai siamo una forza (semi)extra-parlamentare
    -Partito del lavoro, sanità snella, per tutti. Fondi per la ricerca. Meritocrazia. Liberalizzazioni e concorrenza...

    Sull'ultima parte ci sto lavorando con alcuni giovani amici. A breve, sarò in grado di offrire un modesto contributo, ma certamente utile e più specifico.
    Questi argomenti sono solo alcuni input che sipotranno cogliere in un allegato di alcune giovani leve nella mozione che stiamo ancora elaborando.

    Loading ed intanto calma, buonsenso e "lavoro, lavoro, alvoro". Affettuosi saluti dalla capitale!

    Francesco

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  11. E'DIVENTATO DIFFICILE O QUASI IMPOSSIBILE VOLER PARLARE DI COSA NE VOGLIAMO FARE DI QUESTO PARTITO SOCIALISTA!!!!!!!
    ADESSO FINALMENTE ABBIAMO LE TRE MOZIONI CONGRESSUALI, QUINDI DI CONSEGUENZA POSSIAMO ALMENO COMINCIARE AD IMBASTIRE UN DIALOGO SERENO E PROPOSITIVO.
    MI SONO PERMESSO DI PORRE ALCUNE DOMANDE IN MERITO ALLA NOSTRA QUESTIONE SOCIALISTA PROVINCIALE, AUSPICANDO ANCHE UN SERENO DIBATTITO LOCALE.
    ALCUNI SI SONO SENTITI PRESI PER I CAPELLI,ALTRI SI SONO SENTITI PROVOCATI,ALTRI HANNO FATTO FINTA DI NON CAPIRE, ALCUNI,NORMALMENTE ASSIDUI FREQUENTATORI DEL BLOG,
    HANNO PREFERITO NON SBILANCIARSI IN MERITO ALLE QUESTIONI PROVINCISALI FORSE IN ATTESA DI TEMPI MIGLIORI.

    A QUESTO PUNTO COMPAGNI E'ARRIVATO IL MOMENTO DI DIRE QUELLO CHE EFFETTIVAMENTE SI VUOL FARE!!!!
    DOVE SI SONO CACCIATI E CHE COSA INTENDONO FARE I PROBABILI 700 MILITANTI DELLA NOSTRA PROVINCIA ?

    FRATERNAMENTE,

    PEPPE IACOPINI

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