mercoledì 26 agosto 2009

*SINISTRA E LIBERTA' DA CARTELLO ELETTORALE AD ALLEANZA POLITICA - di Franco D'Alfonso*

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From: Webmaster <giuseppe.iacopini@gmail.com>
Date: Tue, 25 Aug 2009 03:08:32 -0700 (PDT)
Subject: [PARTITO SOCIALISTA - LA COMUNE SOCIALISTA MACERATESE]
8/25/2009 07:03:00 AM
To: ivocostamagna@gmail.com

SINISTRA E LIBERTA': DA CARTELLO ELETTORALE
AD ALLEANZA POLITICA
di Franco D'Alfonso*

25/08/2009 - Il vecchio ed abusato detto dei Blues Brothers , "quando
il gioco si fa duro allora i duri cominciano a giocare" sembra essere
molto citato e poco praticato dalle nostre parti. Alle prime difficoltà
politiche del progetto di SeL, infatti, paiono già affiorare tutti i
difetti e gli automatismi che hanno portato a tanti anni di fallimenti.
Se ne vedono i sinistri segnali : il rumoreggiare di un confuso
"basismo" contrapposto ai gruppi dirigenti per definizione inetti se
non venduti e poltronisti, che non "vedono" ed anzi negano che il
Partito e la Politica già esistono e gli impediscono di vincere le
elezioni come è chiaro debba essere ; lo scrutarsi torvo fra i diversi
gruppi dirigenti , con l'affiorare di accuse di perseguire strategie
individuali diverse , in probabile accordo con una o l'altra fazione
del PD ; la tentazione di tornare alla "purezza" delle origini ,
peraltro più misteriose delle sorgenti del Nilo , al grido di "chi ci
sta ci sta" ; l'avvio, qua e là, della solita fessissima caccia ai
potenziali "traditori". Ma questi sono appunto segnali e non cause di
una possibile crisi del progetto SeL, L'ingavinarsi in sterili
discussioni sul tasso di affidabilità dei Verdi o del PS e sui relativi
congressi ovvero rimestare la minestra dell'unità della "vera e pura"
sinistra vuol dire cercare di eludere, ancora una volta, i problemi di
analisi e proposta politica da risolvere . Una seria analisi del voto
non lascia dubbi sulla possibilità di nascita di un nuovo partito della
sinistra : il fallimento dell'ipotesi veltroniana ( 8,5 milioni di voti
contro il 14,5 del Pdl dicono che il PD non vincerà mai le elezioni
senza alleanze politiche) unito all'esistenza di 5,5 milioni di voti
espressi ( di cui uno verso SeL) sono la prova che esiste una chiara
"domanda" di sinistra diversa dal PD , mentre quello che manca è
l'"offerta" che interessi e catalizzi l'attenzione di questa ampia
fascia di elettorato. Io credo che sia ancora di grande attualità e
necessità la questione della nascita di una nuova formazione politica
della sinistra , laica , moderna e coraggiosa , come sempre sono state
le formazioni vincenti della sinistra in Europa e nel mondo e credo che
in questa nuova formazione, in questo nuovo progetto debbano trovare
ruolo e protagonismo le idee e la cultura dei socialisti come quella
degli ambientalisti e di quanti provengono da una tradizione
comunista , se si vuole percorrere assieme una via nuova per la
sinistra italiana. Una formazione che inevitabilmente si costituisca in
soluzione di continuità tanto con tutta la storia partitica dei
socialisti quanto con quella di tutte le altre formazioni politiche
odierne, con il suo carico di sentimenti e soprattutto di risentimenti
che non possono e non devono essere riproposti . Una formazione che non
potrà non essere parte integrante della sinistra europea, in una
dimensione al di fuori della quale non esiste più nemmeno la
possibilità di pensare ed agire in politica: e la sinistra europea ,
con dimensioni , idee e politiche in grado di misurarsi con la realtà
di oggi è quella del Partito Socialista Europeo . Non è certo un
problema nominalistico (fra l'altro la maggior parte dei partiti
aderenti al PSE non si chiama "socialista" ), ma è in gioco la cultura
di una sinistra che abbia una visione del mondo e dei problemi
quotidiani diversa da quella dei conservatori e che sia in grado di
proporre credibili "sogni" e suggestioni politiche non legate al solo
carisma di un leader. Pur senza negare la necessità ed a volte
l'indispensabilità di un leader, va fatta fruttare la fertilità di un
filone culturale e politico che espresse nel secolo scorso una
straordinaria generazione di leader nazionali accomunati da uno stesso
disegno, da uno stesso metodo che univa personalità diverse operanti in
scenari nazionali tra loro molto più diversificati rispetto a quanto
non lo siano oggi . Sciogliere i nodi politici prima di ogni altra cosa
è indispensabile: una formazione politica di piccole dimensioni non può
permettersi di aspirare a tenere assieme un arco lungo di posizioni, ma
deve assumerne poche, chiare e nette, senza tirarsi dietro equivoci
politici su priorità e prospettive, pagando, ma solo a questa
condizione, anche il prezzo di questa chiarezza con la perdita iniziale
di parti potenzialmente interessate al progetto . Non fosse altro che
per la scarsità di forze e risorse, si impone il dare seguito
all'esperienza di SeL delle ultime elezioni europee, passando da una
fase di cartello elettorale a quella di alleanza politica. Per fare
questo credo che si debba "andare a vedere" la politica, verificare che
cosa si pensa sui temi economica, sociali, sulla giustizia e verificare
se sia possibile alzare il valore del "minimo comune multiplo" dalla
convenienza elettorale e dalle comuni battaglie sulle libertà civili,
fino al livello della costituzione di liste elettorali comuni in tutte
le realtà ed alla nascita di un nuovo soggetto politico. Ma per fare
questo occorre parlare di politica, porre problemi come ha fatto per
esempio Lanfranco Turci con un articolo sul sito dei SeL che ha
provocato un'accesa e partecipata discussione, partita con insulti
sanguinosi e conclusa con richieste di scambio dati ed informazioni. Si
tratta di una via difficile, faticosa e senza risultato garantito , ma
vale a poco cercare scorciatoie che cozzano sia con il livello di
maturazione politica comune, oggettivamente oggi scarsino, sia con le
abitudini e gli automatismi delle strutture e dei gruppi dirigenti
esistenti o residuali che si trovano nello "spettro" di azione del
progetto SeL. E' chiaro che nulla di nuovo potrà sorgere se tutto
basato su difficili accordi fra gruppi dirigenti che vengono da
sconfitte seriali ultradecennali, ma non sono convinto che il punto di
partenza sia un rogo purificatore , acceso poi non si sa bene da chi .
Se occorre accelerare ed approfondire subito il confronto politico ,
ritengo invece che il percorso organizzativo debba seguire tempi e
modalità molto più graduali. In assenza di una definizione politica
condivisa della nuova formazione non ha molto senso intimare lo
scioglimento a quel poco che oggi esiste e pensare che tutti debbano
essere allo stesso livello di maturazione. Ritengo si debba delineare
un percorso che sia rispettoso dei tempi che i Verdi o altri, per fare
un esempio , hanno ritenuto di doversi dare e permettere l'adesione
progressiva a Sinistra e libertà sia nei modi che nei tempi senza
strappi o lacerazioni generali o territoriali che possono essere invece
evitate con le dovute attenzioni. La mia personale proposta è quella di
procedere secondo quello che fu il modello organizzativo (ovviamente
non quello politico..) di "Izquierda Unida" in Spagna negli anni '90 ,
basato sulla presentazione di Liste regionali coordinate in sede
nazionale, costituitesi e consolidatesi in funzione dell'appuntamento
elettorale attraverso un meccanismo di "convenzione" che approvò i
programmi politici nelle singole Regioni ed il documento politico
nazionale, scelse le candidature ed il gruppo dirigente "elettorale"
attraverso un'assise cui potevano partecipare qualsiasi potenziale
sostenitore , pagando una quota di "iscrizione e lettorale" destinata a
sostenere la campagna elettorale . E' un meccanismo apparentemente
minimalista , perché finalizzato alla scadenza elettorale immediata ,
ma che comporta inevitabilmente un grande passo in avanti politico ,
dal momento che programma e candidature non sono scaturite da
contrattazioni e quote fra gruppi e sigle , ma sono stati sanciti da un
"congresso elettorale" che ha tratto la sua legittimazione da
un'adesione individuale e specifica di migliaia di compagni. Ed è un
meccanismo che permette l'adesione differenziata , anche per
territorio , alle diverse forze politiche , in funzione di inevitabili
problemi politici e di compatibilità momentanea , che come sappiamo
esistono e possono essere molto seri nel momento nel quale si cerca di
amalgamare storie anche personali ricche di conflitti difficilmente
componibili in tempi ristretti . La verifica elettorale, che è poi la
verifica politica per eccellenza, dirà se il progetto è incamminato
nella giusta direzione , magari ancora sull'esempio di IU che dopo tre
verifiche elettorali così costruite, si trasformò in partito unico
federale, con lo scioglimento dei diversi componenti come
organizzazioni nazionali avvenuto in via per così dire "naturale". E
ricordandoci di quanto disse Albert Einstein ( mica un pirla, come
riconoscerebbe anche Mourinho) : " Solo gli stupidi ripetono gli
esperimenti con le stesse modalità e procedure e si aspettano risultati
diversi"

*Direzione Nazionale PS

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Postato da Webmaster su PARTITO SOCIALISTA - LA COMUNE SOCIALISTA
MACERATESE il 8/25/2009 07:03:00 AM


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Ivo Costamagna
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ps-macerata.blogspot.com

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