giovedì 11 giugno 2009

*REFERENDUM ELETTORALE DEL 21 GIUGNO: PERCHE' IL PARTITO SOCIALISTA INVITA A NON ANDARE A VOTARE*

ANTIQUORUM: NON ANDIAMO A VOTARE!

Non andare a votare o non ritirare la scheda del referendum è l'unico
modo per non non far passare una legge elettorale che trasformerebbe
una "porcata" in una "doppia porcata".

Facciamo saltare il quorum. Ne va della democrazia nel nostro paese.

Mancano 10 giorni al referendum sulla legge elettorale che, col
pretesto di cancellare una "porcata" in realtà la raddoppia,
peggiorando, ove vincessero i promotori la delicata situazione della
democrazia nel nostro paese.

In molte parti d'Italia il 21 e il 22 giugno si svolgeranno I
ballottaggi. Nelle Province e nei Comuni nei quali si celebrerà il
secondo turno delle amministrative, il modo migliore per manifestare
la
propria contrarietà al referendum "porcata" è quello di non ritirare la
scheda per il referendum. Solo così, infatti si contribuisce a non far
scattare il quorum.

*Per chi non deve votare alle amministrative, la strada migliore per
far sentire il nostro no al referendum è quella di non andare a
votare.*

I quesiti referendari proposti lasciano intatta la porcata maggiore
dell'attuale legge che, come è noto è l'abolizione delle preferenze.
Non si risolve, cioè, il problema delle liste bloccate dei candidati,
che continuerebbero comunque ad essere imposte dall'alto dalle
segreterie dei partiti senza alcuna possibilità per i cittadini di
esprimere le preferenze.

Riguardano, invece, il premio di maggioranza e propongono di consentire
ad una minoranza di governare il Paese, stabilendo che la lista che
ottiene più voti di tutte le altre conquisti la maggioranza assoluta
della Camera. In via di principio se un partito ottiene il 10 % e
tutti gli altri percentuali al di sotto di quella cifra, a quel
partito
sarebbe consegnata la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento.

Sostanzialmente si ripropone, in peggio, il principio della legge
Acerbo del 1923, voluta da Mussolini per assicurarsi la vittoria
elettorale, ma con una differenza fondamentale: mentre la legge
fascista prevedeva almeno la soglia minima di voti del 25% per
aggiudicarsi il premio di maggioranza, il testo del referendum non
prevede alcun limite inferiore.

Persino una legge fascista, insomma, era meno anti-democratica di questa.

A questo punto, è evidente che le questioni più discusse della legge
"porcata" non vengono neppure sfiorate dal referendum. Se la legge
attuale è stata giustamente definita una porcata, quella che uscirebbe
fuori da un referendum vittorioso sarebbe una "doppia porcata".

Quando, come in questo caso, attraverso marchingegni elettorali si
vogliono rendere inutili i voti di milioni di cittadini vuol dire che
è in gioco la libertà di scelta dell'elettore che sarebbe compressa
ulteriormente.

Ivo Costamagna

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www.partitosocialista-mc.org
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