domenica 2 gennaio 2011

A cosa serve una sinistra fasulla?

A cosa serve una sinistra fasulla?

di Norberto Fragiacomo

Nell’intervista pubblicata ieri da “Il Piccolo”, Nichi Vendola ha fatto un’affermazione la cui importanza non può essere sfuggita a chi mastichi un po’ di politica: “il centrosinistra ha un’occasione straordinaria che è quella del caso Marchionne e Mirafiori. Un punto dirimente per costruire una visione e una coalizione con coloro che si sono opposti, per esempio, alla Riforma Gelmini.”

In soldoni: lo spartiacque tra sinistra e destra è segnato dalla difesa lucida e intransigente di diritti per noi non negoziabili, tra cui quelli alla dignità del lavoro e ad una formazione scolastica uguale per tutti. O si sta di qua – e si rimane fedeli agli ideali del Socialismo e, più in generale, della Sinistra europea, provando a mettere in piedi un’alternativa di sistema – oppure si abbraccia la filosofia del profitto, impersonata da Marchionne, e ci si mette docilmente in coda per entrare nel primo, terzo o cinquantesimo polo.

Una scelta scontata, per chi si definisce di sinistra? Per molti, ma non per tutti: come una raffica improvvisa di bora, le parole di Vendola hanno fatto sbandare, per l’ennesima volta, il carrozzone del PD, provocando reazioni confuse, in certi casi risentite.

Sergio Cofferati, da vecchio sindacalista che ha ben presente quale sia la posta in gioco (che va ben al di là di un diktat aziendale), le sottoscrive, come noi, con convinzione; ma un gran numero di sedicenti progressisti insorge, difende l’AD che-non-dorme-mai e descrive addirittura l’imposizione travestita da accordo come “un successo” (Chiamparino). Bersani silet.

Insomma, se la vicenda Fiat offriva – come sostiene Nichi Vendola – l’opportunità di ritrovare se stessi, sono stati in parecchi a non coglierla, quest’occasione.

Domanda: serve al suo povero elettorato – costituito in gran parte da lavoratori in caduta libera, pensionati a basso reddito e studenti – una pseudosinistra che, al momento opportuno, si schiera sempre dalla parte del padrone? Servono alla causa della Sinistra italiana i Chiamparino, i Fioroni, i Fassino, gli Ichino, i ma-anche-Veltroni ed un simulacro di partito che confonde la socialdemocrazia con il bolscevismo?

Rispondiamo con un no secco e reciso. All’Italia ed all’Europa serve una Sinistra autentica, che non abbia timore di parlar chiaro e di agire di conseguenza, a tutela di quanti, oggi, sono chiamati a pagare una crisi provocata da altri.

C’è sempre un’alternativa… ma per costruirla non possiamo affidarci a chi, dimentico della sua provenienza, ha fatto l’abitudine ai salotti buoni, e pratica la politica come un redditizio gioco di società.

Ad ogni modo, il cantiere va aperto senza indugi: il tempo stringe.


Norberto FRAGIACOMO

Portavoce PSI per la Venezia Giulia

www.socialismoesinistra.it


4 commenti:

  1. Renato Costanzo Gatti2 gennaio 2011 alle ore 11:17

    Caro Norberto, sono un ex PCI-PDS-DS mai entrato in quell'ircocervo del PD. Sapessi quanto soffro, io che sono tutt'altro che un estremista, a vedere il PD dibattersi in notti agitate. Ma, non per spirito di rivalsa, che ne pensi dei Boselli e dei Nencini? Immagino quanto tu soffra nel sentire Sacconi e Cicchitto, ma l'oggi è altrettanto importante. Schirarsi oggi non è banale, penso senza esagerare che sia storico.

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  2. Caro Gatti,
    la mia personale vicenda politica è alquanto intricata… fin da ragazzo – un po’ per tradizione familiare, un po’ (di più) per odio verso l’ingiustizia – mi sono sentito socialista, ma alla politica mi sono avvicinato per caso… grazie ad un compagno di studio, nipote del fondatore della Lista per Trieste (alleata del PSI al tempo di Craxi). Mi hanno subito candidato e sono stato eletto in consiglio circoscrizionale… per ritrovarmi dalla parte sbagliata: quello che credevo un movimento autonomista era diventato… la pro senectute di FI! Inesperienza, dabbenaggine? Direi di sì, visto che i miei sentimenti verso “Supersilvio”, dal ’94 a oggi sono sempre rimasti gli stessi… ma qualcosa ho appreso e, nello spirito di Konrad Wallenrod (poema di A. Mickiewicz), sono riuscito a togliermi qualche soddisfazione: ad esempio, difendere a spada tratta l’articolo 18 (2002) sul destrissimo “La voce libera”! Meio che gnente, diciamo a Trieste.

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  3. Alla fine sono passato al PSI, in cui non conoscevo nessuno… erano i tempi della Rosa nel Pugno (ma tra socialisti e radicali non c’era nessun dialogo, almeno a casa nostra, né idem sentire). Tra i socialisti ho trovato un’atmosfera nuova, piacevole… la diversità socialista esiste sul serio, è rispetto reciproco, dialogo: più volte ho discusso amabilmente, davanti a un bicchiere, col nostro segretario regionale su mercato, privatizzazioni, scenari… sempre su posizioni assai distanti le une dalle altre (all’ultima riunione della LpT mi avevano dato del comunista. Risposi: mille volte meglio comunista che fascista), sempre in un clima di amicizia e “convivialità”.
    Per quanto riguarda il nazionale, beh… non ho mai avuto una grande opinione di Boselli, quanto a Nencini gli riconosco una qualità: parla bene. Non mi riferisco al contenuto, ma alla forma. Sono stato al congresso di Perugia, avevo preparato un discorso che potete trovare a questo indirizzo:http://socialistigiuliani.splinder.com/post/23587487/amarcord-il-congr esso-di-perugia-911-luglio-2010
    A distanza di mesi, confermo quanto avrei detto allora (all’ultimo rinunciai, piuttosto depresso dall’andamento). L’attuale leadership naviga a vista, e cerca solo un porticciolo sicuro per la propria barca. Primum vivere, possibilmente bene. Ma noi sentiamo su di noi la tempesta, che non si placherà finchè certi scopi non saranno stati raggiunti… l’apertura di nuovi mercati, l’asservimento totale dei lavoratori, già degradati a “risorse umane”. A questo c’è un solo possibile rimedio (forse): ricompattare la Sinistra a livello europeo, riconquistare (qui da noi) gli astenuti e gli operai che votano Lega, presentando un programma ambizioso… una società non piatta, ma egualitaria, che metta in gabbia l’animal spirit e restituisca la primazia alle esigenze collettive. Non solo: mostrando di crederci, preferendo l’idea alla poltrona. In questo progetto i Fassino non possono trovare spazio.
    Non solo: mostrando di crederci, preferendo l’idea alla poltrona. In questo progetto i Fassino non possono trovare spazio: loro credono ciecamente al dogma del mercato, a noi tocca la parte, più che del tiepido Lutero, di Thomas Muentzer.

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  4. Approvo in toto il tuo intervento. Grazie Norberto.
    Essere Socialisti oggi è soprattutto questo, sapere da che parte stare e con chi stare.

    Fraterni saluti. Giorgio Righetti - Verona

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