sabato 4 dicembre 2010

CON WIKILEAKS SI CONFERMA CHE..L’ITALIA E’ UN PAESE A SOVRANITA’ LIMITATA



L’Italia resta un paese a sovranità limitata, nonostante che sia finita da tempo la guerra fredda.

Dai cablo inviati a Washington dall’ambasciata Usa in Italia, sul conto della vita privata e pubblica del Presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, si ha la prova provata dell’assioma di cui sopra.

A ben vedere, ne va di mezzo la dignità nazionale, ma nessuno proferisce verbo, anzi, sta soffiando, paradossalmente, un vento filo americano anti nazionale, per andare contro Berlusconi.

Con questo, non vogliamo alimentare alcuna ventata nazionalista e men che meno difendere Berlusconi, che non ha bisogno del nostro contributo.

Vale la pena ricordare che i rapporti tra l’Italia e gli Usa sono stati sempre ottimi, fuorché il breve periodo in cui ci fu lo scontro tra Craxi e Reagan, sul caso Sigonella. In quella vicenda, il Presidente Reagan dovette riconoscere la sovranità italiana sulla questione dei terroristi palestinesi, sequestratori dell’Achille Lauro su cui fu ucciso un cittadino americano. Nella fattispecie, gli Usa volevano arrestarli sul suolo italiano e il Presidente Craxi si oppose, tutelando la sovranità e la dignità nazionale. Di “comportamento colonialista” da parte degli Usa parlò persino un editoriale del Corriere della sera, diretto, da Piero Ostellino.

Nella Seconda repubblica, per la verità, l’Italia ha dato il meglio di sé : D’Alema schierò l’Italia al fianco degli Usa nella guerra del Kosovo, Berlusconi è stato un alleato legato in tutto per tutto alla Casa bianca: con Clinton prima, Bush poi e Obama adesso. Un fatto, questo, riconosciuto, nei giorni scorsi, anche dalla segretaria di Stato, Hillary Clinton, che ha dovuto ammettere che Berlusconi è il miglior alleato degli Usa

Con Berlusconi, i militari italiani sono stati impegnati in tutti i teatri di guerra, dall’Iraq alla Afghanistan, dove hanno subito numerose perdite di vite umane. L’ha fatto, esponendosi alle critiche degli avversari interni, perché la Casa bianca l’ha pressato. Di certo, avrebbe evitato l’invio delle missioni militari, ma l’ha fatto, perché crede nell’alleanza con gli Usa.

Detto questo, non possiamo rilevare quanto sia vulnerabile il sistema Italia, che non sa reagire agli attacchi. Ma, quel che è peggio, si sta facendo il gioco degli interessi americani nel settore energetico, sparando sull’Eni e sul suo presidente, Paolo Scaroni. Insomma, si colpisce Berlusconi, per parlar male dell’Eni, l’unica fonte energetica di Stato. Peraltro, si è montata una campagna mediatica di tipo scandalistica, manovrata non da “manine”,bensì da “manoni”, il cui obiettivo è di capovolgere le alleanze energetiche attuali per imporre delle nuove.

Di qui, i cablo dell’ambasciatore americano Spogli sul conto di Berlusconi in affari energetici, con Putin

Il che è doppiamente grave: in primo luogo, perché il Capo del governo si servirebbe della sua carica per fare i suoi porci comodi, in secondo luogo, perché l’Eni è una azienda strategica di Stato e che fa capo alla Fininvest.

Non crediamo che uno degli uomini più ricchi della Terra, che è ha tanto consenso popolare fino ad essere eletto Presidente del consiglio, possa arrivare a tanto. Se l’abbia fatto o meno, deve essere dimostrato e, fino a prova contraria, non c’è uno straccio di prova, se non dei cablo diplomatici in cui sono riportati “i si dice” nonché notizie ricavate dai mass media, ostili all’inquilino di Palazzo Chigi.

Tuttavia, se Berlusconi sta nel giusto e ha la coscienza a posto,avendo in questi anni, come dice, lavorato per gli interessi dell’Italia e non per i suoi, non può affermare che i file sono soltanto gossip, che non vale la pena commentare.

In gioco non è in ballo la sua credibilità, ma per la carica che ricopre è l’Italia che sta perdendo la faccia a livello internazionale. Ragion per cui, il governo italiano dovrebbe pretendere le scuse dalla Casa Bianca che si fa forte di una “mentalità imperiale”, ( espressione di Giorgio Bocca nel corso del caso Sigonella), come ai tempi di Yalta, dettando le sue condizioni di politica estera e non solo, e quando non può farlo, usa altri mezzi, come “il gossip” per dirla con Berlusconi.

Ma questo per chiudere un caso, che oggi coinvolge personalmente Berlusconi, domani potrebbe coinvolgere un altro Presidente del consiglio italiano di colore politico diverso.

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