sabato 4 dicembre 2010

*Agenda LibLab - Giuliano Amato*


From: Critica Sociale <newsletter@criticasociale.info>

Date: Sat, 4 Dec 2010 11:34:21 +0100

*Agenda LibLab - Giuliano Amato*

Il debito totale è di 30.000 euro a testa. Abbatterne un terzo (10.000
euro) da parte dei più ricchi, aprirebbe la via alla crescita.

METTERSI AL RIPARO DALLA SPECULAZIONE

Italia dice di non aver bisogno di essere garantita, ed è vero perchè
ha un alto risparmio ed un basso debito privato.
Cosa vuol dire?
Che in qualche modo l'Italia è in grado di pagarsi il debito, c'e liquidità.

E perchè non comincia a ripagarlo, visto che ha tutto questo risparmio
e così poco debito privato?
L'Istat ha detto che il nostro debito totale ammonta a circa 30.000
euro per italiano. Non è così gigantesco. Un terzo di questo debito
abbattuto metterebbe l'Italia in una zona di assoluta sicurezza. Un
terzo significa, probabilmente, imporre ad un terzo degli italiani,
teoricamente, di pagare un terzo dei 30.000. E' così spaventoso
spalmare tra chi ha di più rispetto a chi ha di meno 10.000 euro, per
risolvere un problema nazionale che si dichiara così grave? Nessuno,
nemmeno la sinistra, ha il coraggio di sostenere una simile proposta.
Lo ha detto Giuliano Amato nel corso del convegno promosso dalle
*Nuove Ragioni del Socialismo*, la rivista diretta da Emanuele
Macaluso, e dalla Ebert Stiftung, la Fondazione della Socialdemocrazia
Tedesca sui Socialdemocratici nell'Europa in crisi.

L'intervento dell'esponente socialista, già Presidente del Consiglio,
è ripreso nel nuovo numero della rivista Critica Sociale.

Numerose le presenze di relatori internazionali all'iniziativa voluta
da Emanule Macaluso (che ha concluso i lavori) tra i quali H.Meyer
(London school of Economics), J-C. Cambadeis (responsabile per il PS
francese dei rapporti internaionali), F.Hoffer (Labour University),
H.Joebges (Technische Universitat, Berlino), M.Mc Ivor (Renewal),
C.Belfrage (Queen Mary College, University of London) e I.Bouvet
(Fontation Jean-Jaures).Tra gli italiani presenti, oltre a Giuliano
Amato, sono intervenuti nella discussione Pia Locatelli (Presidente
dell'Internazionale Socialista Donne), Paolo Franchi, P. Borioni
(Sapienza di Roma), E.Landoni (Statale di Milano).

Se il Consiglio Europeo di metà dicembre - ha ammonito Amato - non
riuscirà a rimettere al centro dell'attenzione, al fianco delle
politiche di aggiustamento finanziario e fiscale, le politiche per la
crescita, ecco, arriveremo ad un passo dal rischio di desertificazione
di tre quarti dell'Europa. Che danneggerà la stessa Germania, la quale
ha bisogno di noi: basta guardare i dati sul commercio internazionale
tedesco per vedere che i più grandi compratori sono la Cina e gli
sciagurati Paesi meridionali dell'Europa che tanto fanno irritare il
contribuente tedesco.
Bisogna arrivare a capirsi, bisogna veramente arrivare a capirsi.
Insomma, noi tutti abbiamo aderito a questa visione del "prima di
tutto l'aggiustamento" che la Germania ha portato avanti in questi
mesi. Non sarò io a negarlo. Però attenzione! Non possiamo trattare
allo stesso modo Paesi i cui conti pubblici sono saltati per politiche
domestiche irresponsabili, e Paesi nei quali i conti pubblici stanno
saltando perchè sono stati assorbiti dal debito pubblico, i debiti
privati. Insomma, c'è poco da fare: il debito irlandese è arrivato al
30 per cento perchè si sono salvate delle banche.

Ma allora chiariamoci le idee per il futuro - ha concluso Giuliano Amato-.

Cosa è meglio? Che non fallisca nessuna banca e che fallisca un intero
Paese, oppure che fallisca ogni tanto una banca, ma non fallisca un
intero Paese? L'esperienza che stiamo facendo è proprio questa.

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