giovedì 30 dicembre 2010

IL CENTROSINISTRA DEL SAPER FARE


La Nazionale di Bearzot potrebbe fornire l'ispirazione. La Nazionale quarta in Argentina e quella prima in Spagna. Entrambe. Un gruppo collaudato aperto ai più giovani, gioco spumeggiante retto da una difesa solida, il sostegno di un Presidente – quindi di una nazione -, una guida con un piglio mai bellicoso. Un'ottima combinazione di creatività e di esperienza, quella stessa sinergia che fece uscire l'Italia, tra il 1943 e il 1948, dal tunnel in cui era stata precipitata dal fascismo morente.

Al ciclo berlusconiano che tramonta si deve opporre una squadra che fondi la sua coesione ed il suo progetto su quegli stessi fattori e che faccia del lavoro, della conoscenza, della inclusione e del merito i pilastri attorno ai quali costruire una politica nuova.

Sull'asse tra la sinistra riformista, i cattolici democratici ed i liberaldemocratici di centro si può coltivare l'idea di un'Italia normale. Un Piano Marshall etico e politico destinato alla ricostruzione di una nazione che ha smarrito la sua missione, rancorosa ed egoista nella forbice sempre più aperta tra ricchezza e povertà, seduta sulla porta di casa con lo sguardo perso nel vuoto.

La ricostruzione deve avvenire fuori dal Parlamento e passare intanto dalle città che in primavera andranno al voto. 'L'aria della città rende liberi' recitava un detto medievale. Nelle città ancora oggi maturano i semi del nuovo, le radici del cambiamento. Da lì bisogna partire.

Prima di parlare di 'primarie', una trappola per i riformisti non ancora legati in una coalizione certa, bisogna spiegare agli italiani le cose che si intendono fare.
Il 'centrosinistra del saper fare'. Il più bel regalo per l'anno nuovo che si possa fare all'Italia.

Riccardo Nencini

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