mercoledì 21 luglio 2010

*Un modello organizzativo per il PSI delle Marche* - di Cesare Serrini

*Documento elaborato dal gruppo di lavoro PSI coordinato dal compagno
Avv.CESARE SERRINI* -

Le esperienze del passato, anche le più recenti, ci ammoniscono a
considerare una priorità gli aspetti di organizzazione e del modello
di partito da adottare. La presente ipotesi intende bilanciare la
esigenza di valorizzazione dell'apporto dei militanti, con quella di
partecipazione e di controllo aperta ad una platea più ampia di
elettori, simpatizzanti e sostenitori. La impostazione che ne
caratterizza il contenuto si propone inoltre di rafforzare il valore
della autonomia e la capacità di rifiuto a soggiacere a logiche
subalterne di schieramento.

In tale ambito non è rinviabile la attivazione di un percorso che
rapidamente "produca":


a. una rinnovata situazione di compattezza e di unità di partito, come
tale anche percepibile dalla opinione pubblica, da conseguirsi con :


· la fissazione di regole inderogabili e chiare in forza delle quali
ciascun iscritto sia vincolato a conformare il proprio comportamento
alle scelte che ( in materia politica, di programma, inerenti la
indicazione di singole personalità per ruoli di rappresentanza di
qualsiasi genere o in relazione a quant'altro di interesse generale)
saranno adottate dai competenti organismi secondo criteri comunque
idonei a garantire la pienezza del confronto democratico interno;


· la contestuale messa in campo di forme di comunicazione mirata a
dare visibilità ed a valorizzare la inversione di tendenza operata
rispetto a prassi improntate a litigiosità permanente, che troppo
spesso hanno negativamente inciso sulla storia del movimento
socialista.


b. Il rilancio della capacità di elaborazione di idee la cui urgenza
impone peraltro la predisposizione, entro l'anno, di un progetto
rivolto alla intera società marchigiana, innovativo e di qualità, che
sappia interpretarne le volontà, individuarne i bisogni reali e tener
conto delle specificità emergenti da singole parti del territorio.


Il progetto ( sintetizzabile con uno slogan del tipo "Organizzare il
presente ed immaginare il futuro"), dovrà a sua volta ottenere il
massimo della conoscibilità e della diffusione esterna.


A tal fine andranno previamente individuate strategie di comunicazione
intelligenti ed efficaci.

QUALE MODELLO DI PARTITO


1. Un Partito aperto espressione diretta delle elettrici e degli elettori.


Aperto innanzitutto ad esperienze politiche e ad apporti culturali
diversi, capdi raccogliere adesioni anche in forme non tradizionali,
tramite internet, la sottoscrizione diretta nelle piazze,
semplificando attraverso l'utilizzo di "supporti" operativi quali
banche, uffici postali, carte di credito le operazioni di raccolta
stessa, così contemporaneamente "marcando" il superamento di chiusure
burocratiche e la accresciuta convinzione che un rapporto più diretto
con la società può migliorare la politica e i modi di farla.

2. L'avvio del processo di trasformazione di sezioni e di federazioni
requisito essenziale di rinnovamento.


· Le tradizioni strutture territoriali dovranno funzionale come
apparati flessibili, agili ed instaurare rapporti attivi col
territorio di riferimento.


Esse saranno tenute a contare su organici qualificati e su apporti
tecnici in grado di comprendere ed affrontare le complessità
emergenti: dovranno altresì dotarsi di sbocchi editoriali e degli
strumenti informatici indispensabili.


Non più "sepolcri imbiancati" ad uso di pochi in funzione del nulla,
ma luoghi di confronto permanente, sedi operative di elaborazione e di
coordinamento di iniziative e di campagne di promozione politica..


· Nell'ottica delineata, le strutture territoriali in questione
renderanno possibile il massimo coinvolgimento delle risorse di cui
dispongono, spesso sottovalutate, organizzando e moltiplicando le
occasioni di incontro tra gli iscritti, aprendosi senza formalità
alcuna ad elettori, singoli cittadini, esponenti dell'associazionismo
locale e a quanti, pur dall'esterno, siano tuttavia interessati a
contribuire a dare contenuto e sostanza al progetto (laico, socialista
e liberale) che si spera possa caratterizziare questa nuova fase del
PSI.


· Ai giovani va assegnato un ruolo primario, scevro da demagogie, tale
da consentirne un impegno continuativo e la assunzione di specifiche
responsabilità, soprattutto ma non solo in funzione dell'avvio di
processi tesi a concretamente a fornire risposte alla esigenza, non
rinviabile, di una diversa qualità dell'attività politica.


3.. Le sezioni e le federazioni non più uniche forme di
organizzazione di cui disporre.

· Dovrà infatti dilatarsi la presenza socialista nell'associazionismo
diffuso e nei momenti più aggreganti "offerti" dalla società civile.

·

· Il Partito dovrà inoltre confrontarsi e mantenere rapporti non
occasionali con il più vasto tessuto di associazioni, circoli, clubs
al fine di creare forme originali di partecipazione finalizzate
percepire idee punti di vista, a meglio comprendere le aspettative
della parte più viva della società, allo scambio di indicazioni s temi
di carattere generale o particolare.


· La ricerca di una nuova vitalità pertanto, insieme alla convinzione
di introdurre elementi di effettiva innovazione nel modello
organizzativo che sarà adottato - se percepiti all'esterno- potranno
costituire una novità positiva nel desolante panorama politico, di per
sé fonte potenziale di aggregazione di consensi.


4. L'organizzazione così detta "per obiettivi".


La adozione da parte dei diversi livelli di partito dello strumento
organizzativo in esame, non implica il superamento tout court delle
vecchie commissioni monotematiche, fulcro del modello morandiano.


La storia che le ha tuttavia caratterizzate nel tempo (raramente
operative, difficilmente convocabili, quasi mai tempestive nei
risultati) fa si che appaiano oggi inadeguate alle funzioni a cui
dovrebbero assolvere.


Ciò posto, questo in sintesi il funzionamento dei progetti "per obiettivo".


Individuati da parte dell'organismo competente i singoli temi
prescelti (di rilevanza prevalentemente programmatica) in previsione
del loro approfondimento e della successiva elaborazione, in relazione
ad ognuno di essi viene designato (dall'organismo medesimo) un
"responsabile referente" nonché fissato - contestualmente - un termine
perentorio entro il quale gli "obiettivi" predeterminati dovranno
trovare riscontro attraverso appunto la materiale consegna di un
elaborato scritto contenente i risultati del lavoro svolto.


I singoli "responsabili-referenti", nel corso del periodo di tempo
assegnatogli, opereranno secondo modalità improntate alla più ampia
discrezionalità e si avvarranno del contributo di soggetti (docenti,
esperti, singoli militanti, cittadini, amministratori, associazioni,
istituzioni, fondazioni) disponibili ad un coinvolgimento volto alla
ricerca della migliore qualità del "prodotto" finale, sotto il profilo
politico, culturale ed amministrativo.


Gli stessi, per l'assolvimento dei compiti loro conferiti, assumono in
sostanza nei confronti del partito-committente quello che in diritto
si definirebbe un obbligo di risultato, consistente cioè
nell'assolvere - come si è visto - ad un duplice impegno: a. la
materiale redazione dell'elaborato a cui si è fatto riferimento, atto
finale della operazione di "costruzione" del progetto; b. la sua
consegna nel rigoroso rispetto del termine prefissato.


Il tipo di utilizzo futuro, l'accettazione integrale o parziale di
quanto scaturito dalle attività sopra sommariamente descritte ( le
eventuali modifiche o integrazioni) spettano in via esclusiva al
medesimo organismo di partito che ha designato i singoli "responsabili
referenti", incombendo evidentemente solo su questo la responsabilità
politica connessa al recepimento del "prodotto" ed al suo successivo
utilizzo.


Nel contesto delineato pertanto, ai fini della maggiore chiarezza,
l'organo direttivo non delega competenze che gli sono
(statutariamente) proprie in favore di singoli soggetti, piuttosto
decide di esercitarle secondo quelle modalità e non in altre.


5. La identità del partito deve essere chiara.


Se è vero da un lato che gli aspetti identitari non interessano di
norma la sfera organizzativa di un soggetto politico, ma sopratutto
quella ideologico-culturale, dall'altro tuttavia una esigenza
collegata al profilo in esame si impone anche nel presente contesto:
quella di fare in modo che "la misura delle tessere non prevalga sulla
misura delle idee"e che i consensi non siano siano "patrimonio" dei
singoli candidati ma parte integrante del Partito al cui stretto
collegamento è infatti subordinata la possibilità che questi possano
contribuire al suo sviluppo ed alla sua crescita.

6. La regola dell'autofinanziamento elemento necessario di trasparenza
e di autonomia nella azione politica.


I fondi che saranno assegnati alla cosiddetta periferia dalla sede
centrale risulteranno inevitabilmente insufficienti rispetto alle
necessità organizzative, tanto più se si considera la urgenza di
individuare strategie efficaci e capaci di "muovere" l'elettorato, il
cui coefficiente di difficoltà è tale da renderle potenzialmente
onerose.


Dovranno di conseguenza periodicamente realizzarsi, a partire
dall'anno in corso, su tutto il territorio - secondo criteri
coordinati a livello regionale- eventi preordinati in generale alla
raccolta di fondi, in particolare a costituirne uno vincolato alla
programmazione di manifestazioni, convegni ed iniziative idonee a
rendere conoscibili le buone ragioni di un partito che è nato per
esser destinato- così dice Nencini - all'Italia del futuro, ed anche a
reperire le risorse minime necessarie al almeno consentire la partenza
di un sistema organizzativo moderno ed attento al nuovo, in sintonia
con le profonde trasformazioni globali in atto.


* * *


La speranza è che al tradizionale e francamente un po' abusato
ottimismo della volontà possa corrispondere una stagione di rinnovato
impegno per la costruzione di una realtà socialista solida ed
autorevole.

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www.partitosocialista-mc.org
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