venerdì 16 luglio 2010

*«Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati.»* - di Pier Luigi Camagni

*«Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano
occupati.»*

di Pier Luigi Camagni

*Care compagne e cari compagni,

negli ultimi mesi, negli ultimi giorni e nelle ultime ore mi sono
sentito spesso dare del traditore, del venduto, ecc., finora non ho
mai risposto, ma credo che ora sia giunto il momento di dire alcune
cose, non con astio o desiderio di rivalsa, ma solo con intento di
chiarezza e per l'affetto e la
stima che mi lega a tante e tanti di voi.

E' ormai più di un anno che, insieme ad altre compagne e compagni,
primi tra tutti Franco Bartolomei, Marco Andreini, Enrico Ricciuto e
Carmen Centrone, conduco una battaglia interna al PSI; esattamente da
quando, il 5 luglio 2009, firmammo un odg in Consiglio Nazionale volto
a richiedere un congresso straordinario per dare maggior forza al
percorso, allora, di Sinistra e Libertà.

Questa battaglia ha avuto altre tappe importanti, il Consiglio Nazionale del
5 dicembre, la partecipazione all'assemblea di SEL a Roma del 19-20
dicembre pur con l'opposizione del partito, l'assise a Roma del 1
febbraio con la sua grande partecipazione e il toccante messaggio di
Nichi Vendola che, di fatto, ha dato il via alla costituzione della
Lega dei Socialisti che ha visto la luce il 27 giugno scorso, la
nascita della Lega stessa che, consentitemi di dirlo, è figlia anche
di tanti compagni e compagne che con me e Franco erano a Perugia in
questi giorni.

In tutto questo tempo, il mio obiettivo era ed è rimasto POLITICO, creare
cioè le prospettive, lavorando nel PSI, ma anche in SEL, ed anche
fuori da questi, per la nascita di una nuova grande forza della
sinistra in Italia che faccia chiaro riferimento al Partito del
Socialismo Europeo.


La mia – la nostra, mi permetto di dire – battaglia nel PSI non era una
battaglia contro Riccardo Nencini, non era una battaglia personale (e,
magari, se ragionassi in tali termini, nei avrei ben donde, visto che, per
citare anche una cosa marginale se volete, ma indicativa, io sono stato
addirittura cancellato in FB dal Segretario), ma POLITICA e, se mai,
non era rivolta verso il solo Nencini, ma verso tutta la Segreteria
che ne aveva condiviso le scelte.

Questo, probabilmente, molti non hanno capito, magari interpretando il
percorso intrapreso alla luce di situazioni personali o locali.

In tal senso e con tale obiettivo abbiamo partecipato al Congresso del
PSI e, responsabilmente, vi abbiamo partecipato in maniera unitaria,
che non
significava e non significa pensare in maniera unica, ma porre le basi della
nostra elaborazione e proposta politica all'INTERNO del dibattito del
partito, da cui, lo voglio ricordare, se non fosse stato per l'impegno dei 4
o 5 citati, eravamo FUORI.
Ora ci siamo. In pochi? Forse, ma ci siamo e soprattutto vi è il
RICONOSCIMENTO di una posizione politica.

Noi compagni della Sinistra Socialista, nel nostro documento congressuale,
dicevamo principalmente questa cosa:

*«Il ruolo del PSI in questo disegno diviene assolutamente essenziale,
al di la della sua appartenenza diretta allo schieramento europeo di
riferimento,
nello svolgimento di un decisivo ruolo di orientamento culturale e
programmatico dei processi politici, molto superiore alle sue reali
forze elettorali, sopratutto nel rapporto con le altre forze politiche
che, come noi, contestano in radice l'attuale configurazione del
Centro-Sinistra e le stesse caratteristiche sostanziali della
costituzione materiale della II Repubblica, come SeL, gli ecologisti e
quelle aree critiche del PD, dei
Radicali e della Federazione della Sinistra che si richiamano direttamente
all'esperienza del Socialismo europeo.
In questo quadro di prospettiva deve essere quindi riconsiderato nella
reciproca autonomia organizzativa un rapporto di collaborazione con SeL,
finalizzato a rendere possibile quel processo politico, essenziale alla
nostra democrazia, che attraverso una destrutturazione del Partito
Democratico possa condurre all'avvio di una nuova fase costituente di
una grande forza Socialista e Democratica, ampiamente rappresentativa
di tutte
le anime della sinistra, e realmente a vocazione maggioritaria.
La rinascita organizzativa e politica del Partito Socialista
rappresenta, quindi, la condizione per la costruzione di un nuovo
Centro-Sinistra in cui
l'esplicito richiamo allo schieramento del Socialismo Europeo divenga
l'elemento identitario necessario a ridefinire il profilo di uno
schieramento che in assonanza con il resto d'Europa vuole candidarsi a
dirigere la ricostruzione del paese, mettendolo in condizione di
reimpostare, se necessario, anche una politica di alleanze con le
forze di centro sulla base di una reciproca chiarezza di posizioni e
di punti di
partenza.»*


*Cose se andate a leggere, ma anche nel resto del documento
congressuale, del tutto simili a quanto scritto nel documento
fondativo della Lega dei
Socialisti (e come potrebbe essere diversamente?).

Il documento politico conclusivo del congresso (non perdo tempo con altre
cose, interviste, dichiarazioni, ecc.; sono i documenti votati che
impegnano i partiti) si chiude con queste parole:

*«Il PSI afferma la sua autonomia, intesa come condizione per la migliore
espressione della propria originalità nell'ambito di una coalizione
più ampia. I socialisti sanno che il PSI è forte quanto più è forte la
sinistra, che è come il mare in cui i socialisti navigano: il PSI è
debole quanto più
è debole nella società e nella politica uno schieramento riformista e di
progresso. L'autonomia socialista non è quindi chiusura verso le altre
esperienze di centrosinistra, ma precondizione per la migliore
solidarietà con esse.

*In quest'ambito, di fronte alla necessaria collaborazione con il PD,
appare di grandissimo valore coordinare le forze del centro-sinistra
che
portano un proprio messaggio originale e aggiuntivo rispetto a quello
del PD, a partire da quelle di Sinistra Ecologia e Libertà, dei Verdi,
dei Radicali, del variegato universo laico, e ricercando poi
un'alleanza con quelle di tradizione cattolica democratica.*

Il centrosinistra che vogliamo non può emergere solo dall'ingegneria
istituzionale o elettorale ma dalla rappresentanza di valori e interessi.
Oltre all'alleanza politica, ritorna imprescindibile quella sociale:
sindacati, nuovi soggetti economici e sociali, lavoratori precari e
nuove professioni, associazioni della società civile e dei
consumatori.»*


*Care compagne e cari compagni, vi appaiono affermazioni poi così diverse?

Certo, forse un po' più generiche, ma c'è il preciso richiamo all'impegno di
costruire a SINISTRA e a farlo recuperando il rapporto con quelle
forze che in tale contesto si collocano, prima tra tutte SEL.
Io rispetto i compagni e le compagne che hanno fatto e, magari,
faranno altre scelte, mi piacerebbe, però, altrettanto rispetto per
coloro che hanno portato avanti questa dura battaglia, non nel proprio
interesse personale, ma di un COMUNE (noi e voi) obiettivo POLITICO.

Purtroppo, spesso, ho avvertito che non è stato così...
Dovevemo andarcene sbattendo la porta? Abbiamo sbagliato? Io non
credo, non lo credo per la valenza politica di ciò che abbiamo fatto e
perchè, si
voglia o no, nel PSI rimane un grande valore, non solo di storia, ma anche
di intelligenze, potenzialità e capacità di compagne e compagni,
giovani, meno giovani, donne e uomini a cui ora è giunta anche la
nostra proposta.

Ho visto (e letto) di tante, troppe certezze, troppe critiche senza
possibilità di replica, troppe sentenze inappellabili... Mi è venuta
alla mente la frase di Brecht:
«Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti
erano occupati.»

Provate anche voi, un poco (sempre che così sia) a sedervi dalla parte del
torto.
Con stima e affetto fraterno verso tutte e tutti voi.*

PIER LUIGI CAMAGNI


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www.partitosocialista-mc.org
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