domenica 4 luglio 2010

Pomigliano, coronamento del modello Pdl

Pomigliano, coronamento del modello Pdl

di Manfredi Mangano

L’appoggio del Governo e di autorevoli esponenti del PD, come Veltroni, all’accordo capestro di Pomigliano, e in particolare alle sue regole sui turni e alla vergognosa clausola di responsabilità, rappresenta il degno coronamento del modello sociale e educativo che il PDL, con la connivenza di una parte dell’opposizione oramai protesa a superare l’antiquato socialismo verso un più innovativo confindustrialismo marca Montezemolo, sta cercando di realizzare. Abbassamento dell’obbligo scolastico, possibilità di terminare gli studi a 16 anni svolgendo l’ultimo anno a contratto con qualcuno, stretta sui finanziamenti agli istituti pubblici, arbitrato, e in ultimo questo contratto, sono l’unica risposta che i nostri grandi industriali, da sempre allergici alla qualità, all’innovazione e alla concorrenza, sono in grado di dare alle sfide della globalizzazione: dopo 18 anni di compressione salariale, la richiesta è di accettare un’ulteriore indebolimento della propria posizione, che non trova eguali oramai nemmeno in Cina, dove nell’ultimo anno le regioni della costa hanno visto aumenti anche del 20% e l’orario medio è di 10 ore. Anzichè puntare sulla competitività del prodotto, Marchionne e Emma Marcegaglia chiedono a gran voce la distruzione delle garanzie dei lavoratori, la creazione di una nuova massa di lavoratori sottoqualificati e il passaggio dal modello del “sindacato di tutti” al “sindacato degli iscritti”, tanto vituperato a parole ma apertamente caldeggiato nei fatti. Di fronte a quello che è il più grande attacco del Capitale al Lavoro nella storia recente del nostro Paese, i Socialisti possono e devono stare da una ‘parte sola: quella dei lavoratori ! Che non sono disposti a ipotecare la propria salute e il futuro dei propri figli nè per dare a Marchionne un’altra plusvalenza annuale, nè per difendere gli assenteisti cronici protetti dalla Camorra. E’ sempre più necessario riflettere a tutto tondo sul nostro modello di relazioni industriali, limitando gli abusi della CIG, rilanciando l’istruzione tecnica, dando vera voce ai lavoratori nelle trattative contrattuali.



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