sabato 10 luglio 2010

LA PRIMA GIORNATA DEL CONGRESSO SOCIALISTA A PERUGIA

“Grossekoalitionen governo delle larghe intese, di emergenza nazionale, chiamatelo come vi pare ma ci servirebbe proprio un governo ‘anticrisi’,istituzionale, con le forze più responsabili dell’opposizione, unite da un patto per realizzare le riforme più urgenti”.
La platea del secondo congresso nazionale del Psi a Perugia, non lesina applausi di incoraggiamento al segretario Riccardo Nencini, abituato a remare controcorrente, anzi a inseguire, scalare e fare volate come lo zio Gastone vincitore del Tour nel ’60, dopo che con le ultime elezioni il Psi è rimasto fuori dal parlamento.
Pierluigi Bersani e Pier Ferdinando Casini, ospiti di riguardo della giornata di apertura, assieme a Paolo Ferrero, Mario Staderini e Stefania Craxi, hanno ascoltato con attenzione Nencini descrivere il suo “programma minimo per condividere la prossima Finanziaria, per eleggere un’Assemblea Costituente
che non tocchi il Titolo I della Carta ma stabilisca se la Repubblica Italiana debba essere presidenziale o a centralità parlamentare, per costruire coralmente il federalismo fiscale e per cambiare la legge elettorale”.
Il Psi, archiviata l’ultima alleanza elettorale, quello con Vendola, non nasconde l’ambizione di partecipare alla “costruzione di una sinistra riformista, ispirata al modello socialista liberale europeo”, senza i lacci delle ali radicali, ma pronta piuttosto a farsi coinvolgere in un rapporto politico strategico con la ‘terza forza’ che dovesse eventualmente nascere per “costruire una coalizione larga in grado di vincere”. Questo governo - dice Nencini– è debole e diviso perché non sa dare risposta agli impegni presi in campagna elettorale” nonostante la fortissima maggioranza parlamentare, seconda solo a quella di De Gasperi nel '48.
“Ma i risultati – attacca - sono ben diversi e sotto gli occhi di tutti”.
Per questo i riformisti devono rimboccarsi le maniche, promuovere “un 'Patto per l'Italia' che trasformi le elezioni comunali del prossimo anno in occasione, nella prima delle opportunità”. Abbozza il suo programma minimo in nove punti all’insegna di “merito, inclusione, rigore, autorità, identità”.
Con un’attenta sottolineatura dell’importanza della coesione nazionale nel 150° dell’Unità – una sensibilità colta dal presidente della Repubblica Napolitano come da quello della Camera, Fini nei messaggi di saluto giunti al Congresso con quello di Schifani - Nencini rinnova il progetto del centrosinistra, una suggestione rivolta evidentemente non solo ai 637 delegati, ma soprattutto a Bersani “anzi al compagno Bersani” e a Casini.
Musica per le orecchie del leader dell’Udc. Casini parla subito dopo un video messaggio del presidente del PSE, Rasmussen, per ribadire l’analisi di un bipolarismo italiano ‘avvelenato’, della necessità di cambiare la legge elettorale.
“All’Italia dice casini - non serve il trasformismo”, un Casini che va a sedersi nella maggioranza di Berlusconi, “serve un armistizio tra le forze politiche responsabili che pensano di fare un tratto di strada assieme in una fase di emergenza del paese.
E per questo la prima cosa sia costruire un’idea di riconciliazione nazionale.
Non so se il ‘partito della nazione’ sarà il terzo polo so che dovrà parlare di riconciliazione nazionale”.
Ma quello che fa partire una vera ovazione in sala è la stoccata a Veltroni. “Credo che Veltroni abbia tanti meriti – e tra i delegati parte la protesta e qualcuno grida ‘nessuno’ – ma che abbia scaricato il vostro partito e caricato l’Idv è stato un atto di autolesionismo politico” e qui i delegati si infiammano di mai dimenticata indignazione.
Con un “compagni e compagne” Bersani risponde a Nencini e scalda subito la platea per affrontare subito il tema del rinnovamento della sinistra italiana ed europea. Torna la proposta di una piattaforma europea per affrontare la crisi, e ribadisce il sostegno alla tassazione delle transazioni finanziarie ricordata anche da Rasmussen e bocciata da Berlusconi.
“Questo Paese ha bisogno di riforme” abbiamo bisogno di credibilità, abbiamo bisogno di una piattaforma riformatrice, ci stiamo lavorando e ci piacerebbe lavorare insieme a voi. Penso al tema delle istituzioni, del fisco per spostare il carico tra chi paga e chi non paga, a una legge sui partiti perché la richiesta di Nencini è sacrosanta, alla scuola, il massimo dei disastri, alla legge elettorale, l’origine di tutti i guai, all’immigrazione, perché 50mila bambini che nascono ogni anno, non sono né emigrati né italiani, e dobbiamo dirgli chi sono”.
Il segretario del Pd chiede che si costruisca “un patto di governo più serio rispetto al passato. Una piattaforma riformatrice, l’avvicinamento di tutte le forze che sono in Parlamento e fuori a cominciare da quelle più affini per un patto di governo. Possiamo avere, dice, anche un secondo cerchio di convergenze che possono non essere impegnate in una prospettiva di governo ma d’accordo su grandi temi come quelli costituzionali”.
“Penso – conclude Bersani- davvero di poter lavorare con voi”.
“Siamo il partito più vecchio – aveva detto Nencini - ma dobbiamo essere i più giovani nella forma, nei contenuti da promuovere e nel modo con cui intendiamo sostenerli. Per trasformare il partito abbiamo bisogno di un Patto fondativo tra tutti i socialisti italiani. Un sodalizio fondato sul dare,come fossimo tornati ad un secolo fa”. Perché per occuparsi del futuro, il Psi, il partito più vecchio d’Italia, ha deciso di prendere a modello la 500, l’auto della Fiat tornata a una seconda giovinezza proprio perché, come il socialismo italiano, era nata da una buona idea.

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