martedì 2 febbraio 2010

*Riflessioni su Massimalisti e Riformisti* - di Gianni Bonfili

From: "giovannibonfili@tin.it" <giovannibonfili@tin.it>

Subject: Riflessioni su Massimalisti e Riformisti.

A me sembra plausibile la tesi che in un Paese come il nostro, ma
anche in ogni altro Paese occidentale, un polo conservatore
contrapposto ad uno di sinistra radicaleggiante, è vincente in
partenza.

Le ragioni del mio convincimento sono molteplici e di vario
genere,sicuramente non liquidabili con la facile scappatoglia
dialettica e polemica che servono solo a nascondere atteggiamenti
rinunciatari e pavidi.

La politica, cosa diversa e distante dalle sofisticazioni teoriche e
dall'accademia culturale, è l'attività collegata al raggiungimento
concreto e, quindi, possibile dei traguardi ipotizzati che, perciò,
debbono essere verosimili.
In questo senso la politica è l'arte del possibile.

La storia della sinistra italiana ha avuto sempre una costante che, di
fatto, ne ha costituito un limite che ne ha, poi, impedito
l'affermazione: mi riferisco al

M A S S I M A L I S M O.

Parole, sogni, velleitarismi,astrusità,senza dubbio atteggiamenti
dettati da sentimenti sinceri e generosi di tutela dei bisognosi,
degli emarginati,dei dimenticati, ma atteggiamenti destinati a non
raggiungere risultati definitivi e duraturi.

Di più: quelle massimalistiche sono posizioni che provocano
naturalmente aggregazioni di componenti variegate,che non esprimono
valori ed interessi del tutto uniformi e che si
compattano,marginalizzando le differenze che esistono al loro interno,
prese dal timore di prospettive poco rassicuranti.
L'origine del fascismo insegna.

Si entra senza dubbio nel paradosso e nell'autolesionismo.per un
eccesso di autoreferenzialità, quando il massimalista prende di petto
il RIFORMISTA (e tale non è che si accasa con la destra, di fatto
sempre restauratrice) lo scaccia e lo vuole fuori dall'area della
sinistra, come è avvenuto con Turati e molti altri in passato e come
sta avvenendo anche oggi in varie direzioni.

Per i cambiamenti avvenuti e tutt'ora in corso a livello mondiale i
metri di misura del Novecento sono obsoleti e non sono idonei a
risolvere i problemi sociali del presente, di sicuro a poco serve il
poter dire "io sto più a sinistra" anche perchè ci sarebbe sempre un
altro pronto a dire "ma io ci sto di più" e la catena non finirebbe
mai come abbiamo già sperimentato con l'extraparlamentarismo di anni
fa.

Per evitare che la sinistra italiana resti fuori dai giochi occorre
cambiar musica con la massima sollecitudine.

I problemi che incombono sono giganteschi, bisogna liberarsi da
vecchie pastoie ed attestarsi intorno ad un solido presidio riformista
che abbia una dimensione europea ed oltre.

Per l'interesse di tutti impegnamoci a fermare le diaspore, almeno
quella socialista, e cerchiamo con lungimiranza e capacità di
elaborazione i termini politici e programmatici per un rilancio del
ruolo riformatore della sinistra italiana, dopo tanti anni,purtroppo,
ancora priva di un preciso profilo identitario riformista.

GIANNI BONFILI - Recanati
(Direzione Provinciale PSI)

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