giovedì 1 ottobre 2009

*Lettera aperta di Nencini a Fassino*

Lettera aperta di Nencini a Fassino
UNA SINISTRA MODERNA
IN UN'ITALIA PROFONDAMENTE CAMBIATA

Caro Piero,

Ti ho letto oggi sul Corriere della Sera. La parola 'sinistra' non
basta più se nell'immaginario collettivo viene letta come
interpretazione vetusta della nostra realtà, e quindi inadeguata, ad
affrontare i nuovi problemi propri della società della conoscenza.
Servono dunque un'idea, una missione e molto coraggio.

La missione deve
essere quella di una sinistra moderna in un'Italia profondamente
cambiata, una nazione che ha dismesso l'abito della società di massa e
che si è avviata verso sponde più magmatiche e individualistiche. Si
sono invece mantenuti, a sinistra, dogmi e strumenti di lettura
obsoleti, inutili per fare voti, buoni soltanto a qualche rievocazione
storica tra fondazioni culturali. La missione non può essere affidata
al solo P.D. ed alle sue tante lacerazioni interne ma non vi è dubbio
che il partito più grosso dell'opposizione abbia le responsabilità più
alte. Il congresso non ha sciolto il nodo.
I congressi 'di conta' non
sciolgono mai i nodi che la politica impone. Il nodo, dunque, resta
intonso sul tavolo e riguarda ciascuno di noi. Il nodo si scioglie non
rinunciando ai valori di una sinistra di questo secolo – inclusione,
merito, rigore, coppia diritti/doveri, libertà – ma buttando via larga
parte delle soluzioni approntate nei decenni passati. Dismettere la
rassicurante coperta di Linus e investire su idee che non stiano nei
libri di storia. Le casematte disseminate lungo la frontiera parlano
di
diritti di terza generazione, di etica civica, coralità dei doveri e
condivisione di un nuovo spirito pubblico, di statuto dei lavori atto
a
tutelare 'il terzo popolo' (Bonomi definisce così il precariato), di
nuovo e diverso welfare per far fronte ai bisogni nascenti, di
pluralità di famiglie, di diritto alla conoscenza attraverso
l'allargamento dell'istruzione e dell'informazione, di merito e
creatività, nel lavoro e nella scuola, di sicurezza e di qualità della
vita.

Hic Rhodus, hic salta.

Come saltarono i socialdemocratici tedeschi a Bad Godesberg nel '59,
come saltò Blair a metà degli anni novanta trasformando i laburisti
inglesi, come saltò il socialismo italiano con Nenni agli albori del
centro-sinistra (col trattino!) e
poi nella Conferenza di Rimini che Craxi volle prima di diventare
Presidente del Consiglio. E come sono saltate le destre che hanno
scritto – a modo loro naturalmente – pagine di governo in tanti paesi
del mondo. In ultimo, rileggere l'interessante esperienza del nuovo
partito liberale tedesco e del suo leader. Far attendere ancora il
conclave dei riformisti, insomma, è un errore mortale.

1 Ottobre 2009

RICCARDO NENCINI


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Postato da Webmaster su LA COMUNE SOCIALISTA - SINISTRA E LIBERTA' il
9/30/2009 01:46:00 PM


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