giovedì 21 ottobre 2010

*IL NUOVO ULIVO, DALLA MATEMATICA ALLA LETTERATURA*


(Marco Di Lello) Alle urne alle urne!
Apparentemente guariti dalla sindrome del perdente, Bersani ed i vari leaders del centrosinistra hanno (finalmente?) iniziato ad invocare il voto per dare una svolta a questo paese.
L' opportunità (o il rischio) di un voto anticipato sembra farsi, nonostante le apparenze (è il gioco del cerino ad imporle) sempre più' vicina: e dunque urgente appare la risposta agli elettori, tanti, che ci chiedono "vabbe' l'antiberlusconismo ma voi chi siete, che proponete, che volete fare? "
La vulgata popolare mette dunque i piedi nel piatto e ci porta a fare i conti, ancora una volta, con la necessità di proporre una nostra, diversa, idea di Paese.

Seguendo un copione gia' scritto, di fronte alle difficoltà del PdL e più in generale della coalizione di centrodestra il centrosinistra non trova di meglio che alimentari polemiche al proprio interno e cosi' gli ex popolari polemizzano con i propri compagni (rectius amici) che sabato erano in piazza con la Fiom, Casini rilancia dicendo mai con questo Pd (ma non sono mesi che dice che alle elezioni anticipate l’UdC andrà da sola?), Follini chiede un "confine a sinistra", tutti (o quasi) si dilettano nel passatempo se occorra più centro o più sinistra, nessuno che risponda alla domanda che Zoro declamerebbe così: si, vabbé, ma che volete fà’?

Dalle colonne dell'Avanti! della Domenica il mese scorso avevamo chiesto “Berlusconi ha fallito, e noi?”: la risposta di queste settimane è stata ancora una volta “geometrica”. Raggiunto l’accordo con Vendola, ora si passa a quello con Di Pietro, Socialisti ed ambientalisti (Bersani, 14 ottobre u.s.) per poi Casini : tutto bene, ma la politica? Possiamo cominciare a proporre agli elettori, tutti, non solo i nostri, la visione di un’altra Italia?
Un’Italia in cui se nasci figlio di operaio non per forza dovrai fare l’operaio o il bracciante agricolo se sei figlio di bracciante agricolo e se hai un talento non devi emigrare per farlo valere? Dove si possa avere un lavoro senza dover invecchiare a fianco ad un telefono aspettando la chiamata, una donna non debba scegliere tra esser madre e lavoratrice, o che possa far carriera anche se non è carina e disponibile?
Un paese che sceglie di non comprare 131 caccia bombardieri JSF ed investe i 12 miliardi risparmiati per costruire asili nido che possano ospitare figli di italiani e figli di immigrati evitando guerre tra nuovi poveri? O per dotarsi di ospedali in cui non si muoia di parto o perché mancano le apparecchiature mediche per salvarti la vita?

Una società in cui se nasci diversamente abile puoi essere ugualmente utile, o se sei omosessuale non corri il rischio di essere menato perché cammini per strada mano nella mano con la persona che ami o che se convivi per anni con chi hai scelto di condividere la tua vita non hai bisogno di un “contratto” per avere i diritti?

Se dalla matematica riuscissimo a passare ad una letteratura capace almeno di scaldare i cuori, sa da individuazioni di confini geometrici e sommatorie algebriche passassimo a declinare una speranza di un paese diverso per poi impegnarsi a realizzarla quella speranza forse non dovremmo affidarci alle disgrazie altrui, agli scandali su escort, cricche, ruberie, munnezza e paradisi fiscali per poterle vincere queste elezioni che non possono e non debbono metterci paura: prima ci libereremo dei tanti incubi, dentro e fuori di noi, prima la speranza potrà diventare realtà.

E’ a questo che serve la Sinistra, o no...?

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