mercoledì 8 aprile 2009

EUROPEE. PRESENTATA UNA PREVISIONE DELLO STUDIO ANGLOIRLANDESE BURSON-MARTSELLER
Sinistra e Libertà stimata al 5,2%

7 aprile 2009 - Un nuovo Parlamento europeo grossomodo non molto dissimile da quello attuale, per quanto riguarda la composizione e il peso delle forze politiche, ma con alcune importanti novità e un leggero spostamento dell’equilibrio complessivo verso il centro sinistra, nonostante la sostanziale tenuta del Ppe come primo gruppo dell’Assemblea. Questo il quadro che uscirà dalle elezioni europee di giugno, secondo le previsioni del modello 'Predict09.EU", alla base di un rapporto presentato oggi a Bruxelles dalla società di consulenza e pubbliche relazioni Burson-Marsteller. Il modello è stato sviluppato dai professori Simon Hix, della London School of Economics, e Michael Marsh, del Trinity College di Dublino, e commissionato da Burson-Marsteller, è stato presentato oggi a Bruxelles.
Secondo le previsioni, il Ppe resterà il primo gruppo politico di Strasburgo, con 249 seggi e il 33%, ma subendo una riduzione del proprio peso politico rispetto ad oggi (37%, 288 seggi) anche al netto della riduzione complessiva degli eurodeputati prevista dal Trattato Ue (passeranno dagli attuali 785 a 736). Dietro, il Pse, con 209 seggi (oggi ne ha 217), che rappresenterebbero il 29% dell’Aula, con un aumento di due punti rispetto al 27% attuale. I liberaldemocratici, terzo gruppo dell’Assemblea, avrebbero 87 seggi (poco meno del 12%, oggi sono poco sotto il 13%, con 100 eurodeputati). Secondo il rapporto, mentre nell’attuale Assemblea le forze combinate del centro destra sono numericamente maggioritarie (40%) rispetto a quelle del centro sinistra (38%), dopo le elezioni vi sarà un sostanziale equilibrio (41% per entrambi i fronti). Politicamente, questo dato non dovrebbe modificare la maggioranza a geometria variabile (secondo i temi in discussione) che esiste tradizionalmente nell’Europarlamento, e che vede nei liberaldemocratici l’ago della bilancia. Un ago che pende decisamente verso il centro sinistra (compresi i Verdi e spezzoni dello stesso Ppe) sulle questioni ambientali, i diritti civili e le questioni di giustizia e affari interni (come l’immigrazione), e verso il centro destra quando sono in ballo le scelte economico-sociali, come per liberalizzazioni e privatizzazioni. Sulla situazione italiana gli autori dello studio lamentano la "notoria difficoltà di fare previsioni a causa dei cambiamenti di partito e di schieramenti nelle elezioni". Questa, ricordano, "sarà la prima battaglia elettorale fra i due nuovi grandi partiti", il Pdl e il Pd. "Noi - ha detto il professor Hix - prevediamo che il partito di Berlusconi avrà un risultato leggermente peggiore di quanto i sondaggi prevedono attualmente, ma perderà un solo seggio rispetto a cinque anni fa. D’altra parte, ci aspettiamo che il Pd abbia risultati leggermente peggiori che nel 2004". Le previsioni assegnano al Pdl il 32,5% e 25 seggi, all’Udc il 5,3% e quattro seggi, al Pd il 29,8% con 17 eurodeputati nel gruppo Pse e sei nel gruppo liberale, e all’Idv il 6,6% con cinque seggi. E’ prevista anche un’affermazione di Sinistra e Libertà con il 5,2% (quindi al di là del fatidico 4% di sbarramento) e con quattro eurodeputati. Pia Locatelli, presidente dell’Internazionale socialista donne ha commentato positivamente il sondaggio condotto per conto della Burson-Marsteller e le dichiarazioni di Rasmussen.“Il sondaggio sulle elezioni europee è un buon viatico per la lista di Sinistra e Liberta’ che ha sicuramente un largo bacino di voti in cui raccogliere consensi a fronte anche delle ambiguita’ del partito democratico”.
“Con una campagna elettorale che ancora deve cominciare – continua la Locatelli - contiamo di fare meglio del 5,2% che ci assegna il sondaggio. Condividiamo pure le speranze del presidente del Pse, Poul Nyrup Rasmussen, che tutto il Pd aderisca al gruppo socialista, ma questo non basta. Fare si’ che il Pse abbia il gruppo parlamentare piu’ forte a Strasburgo – conclude l’europarlamentare socialista - e’ un obiettivo nostro e di Rasmussen ma, purtroppo, non di tutto il Pd”.
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