domenica 27 marzo 2011

Tanto va la gatta al lardo che ci lascia il "biscardino"......

Tanto va la gatta al lardo che ci lascia il
" biscardino ".....

di Carlo Felici

Roma, 27/03/2011 - Spero che qualcuno non me ne voglia per il titolo scherzoso, ma esso, in fondo, fotografa soltanto la realtà. Qualcuno potrebbe dire che c’era da aspettarselo e qualcun altro potrebbe invece rimarcare il fatto che certe cose non si danno mai per scontate, però, ad un certo punto, di fronte all’evidenza bisogna pur fare qualcosa, anche se, sicuramente, non arrendersi.

Biscardini ha dichiarato: “La società civile di Milano si muove e si sta mettendo in gioco. Per la prima volta non contro la politica, ma al servizio della politica. Ciò dimostra l’importanza della nostra iniziativa di dar vita ad una grande lista municipale. Una lista che vada oltre gli attuali schieramenti politici e, partendo dalla tradizione del socialismo democratico e del cattolicesimo riformista, possa contrapporsi alla candidatura di Letizia Moratti, recuperando consensi che cinque anni fa andarono a destra”. Ha poi aggiunto: “Una lista municipale che i partiti di centrosinistra e in primo luogo il PD, dovrebbero sostenere con generosità, come un grande inizio per superare l’afasia di questa coalizione”

(chiaramente con la sua candidatura)

E’ ovvio che questa mossa, già ampiamente prevedibile dopo la presa di posizione non favorevole alla candidatura di Pisapia in precedenza, e soprattutto dopo il “prototipo” toscano delle elezioni regionali, mira a far diventare il PSI parte integrante del PD, nell’attuazione della sua strategia politica a livello nazionale. Un PSI semiscomparso, ma che agisce da cerniera tra il PD e il grande centro Casini-Fini, ora in fase costituente. Naturalmente con un ruolo destinato a variare a seconda della sua posizione territoriale. Per chi ha rinunciato ad una “vocazione ideale e nazionale” e aspira a posti, postarelli e sottosegretariati, direi che è una manna, ma per chi, ancora dentro il PSI, sogna una sua rinascita a livello di identità nazionale, è il colpo di grazia, praticamente la fine di un coma.

Se il socialismo, ovunque nel mondo, è sinonimo di sinistra e se pure Bertinotti (meglio tardi che mai), come mentore di Vendola, riconosce che il naturale approdo di una sinistra avanzata e moderna è nel PSE, la direzione odierna del PSI va invece verso una sorta di auto annichilimento centrista. Abbiamo già visto le posizioni del suo gruppo dirigente sulla vertenza FIOM, abbiamo preso atto che il PSI, per bocca di Craxi e del suo segretario, ha avuto sulla guerra in Libia una posizione nettamente interventista come quella del PD, se non di più, avendo addirittura paragonato dei ribelli tribali, guidati da ex generali ed ex ministri di Gheddafi, ai patrioti spagnoli del ’36.

La sinistra socialista è in controtendenza, ma lo sanno solo i suoi appartenenti e il pubblico di Facebook o quello che visita il sito di SeS, nessun altro lo sa nei territori né a livello nazionale e quindi, di fatto, essa rischia, con l’illusione di rafforzarsi, di essere concretamente trascinata nel gorgo neocentrista con tutto il resto del suo partito.

Vendola già risulta iscritto al PSE, poiché in tal modo viene menzionato dagli stessi organi della comunità europea che si occupa di questioni legate alle politiche regionali:

http://www.cor.europa.eu/pages/PressTemplate.aspx?view=detail&id=09e74e87-e6bc-4cd4-81f9-30d372987e21

Se anche SEL aderirà al PSE, in toto, per i socialsti italiani varrà la pena considerare se è meglio fare il ruotino di scorta nel PD o essere parte integrante di un ingranaggio funzionale all’insieme del motore di SEL. Ovviamente tutti preferirebbero mantenere una identità propria, ma con le percentuali attuali, e soprattutto con l’attuale gruppo dirigente del PSI, ciò appare davvero una impresa di Sisifo, tanto più evidente quanto più si scalda la voce che esce dal coro della sua segreteria. Perché, nonostante l’accaloramento del riportare il “masso” in cima, poi, l’andamento reale del partito la fa rotolare irrimediabilmente ancora a valle.

Noi che crediamo nella vocazione europea e globale del socialismo italiano e che non mettiamo in discussione che esso sia da sempre e per sempre sinonimo di sinistra, fino a rendere tale ultima parola desueta ed inutile, avremmo potuto già avere un soggetto politico Socialista bello che pronto per accreditarci come componente organica socialista destinata ad interloquire con tutta la sinistra, almeno dall'estate scorsa, se non ci fossimo logorati nello scontro di appartenenza SEL - PSI Vendola - non Vendola, se avessimo già dato corpo al progetto federativo delle leghe socialiste territoriali con un coordinamento nazionale ed una ulteriore ramificazione in altre parti del territorio italiano.

Siamo ancora in tempo, l’incontro di Livorno aperto anche ad altre associazioni della sinistra socialista, con la partecipazione del Network per il Socialismo Europeo e Volpedo, ha dimostrato che possiamo ancora svolgere un ruolo originale e propositivo, non limitato alle strategie di basso cabotaggio clientelare e localistico. Bisogna continuare a “pensare in grande” e ad agire, conseguentemente, ancora più “maggiorati” dalla qualità delle nostre proposte. O almeno continui fermamente su tale strada chi può e chi vuole, lasciandosi finalmente i “massi” alle spalle..e con essi il "tutto" e il suo "contrario"


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