mercoledì 10 novembre 2010

Lettera al Congresso del PSI della Provincia di Macerata

Lettera al Congresso del PSI della Provincia di Macerata

di Manfredi Mangano

Care Compagne e Cari Compagni,


Sono un compagno di 23 anni, che vive a Fabriano, provincia di Ancona. Ho scoperto il socialismo sui libri di università di mia madre a 12 anni. La mia prima tessera risale al 2005, anno in cui entrai sia nello SDI che nella FGS.
Da quel momento ho proseguito la mia militanza, e oggi ho l'onore di rappresentare la "Sinistra Socialista" nel Consiglio Nazionale, oltre che di collaborare con la segreteria nazionale dell'FGS. Tante tappe della mia storia di socialista si siano intrecciate con voi: il mio primo incontro con un socialista in carne ed ossa fu da bambino con il Professor Antonio Flamini, e poco dopo la mia adesione alla FGS conobbi Umberto Tulli, oggi ricercatore tra Macerata, Napoli e l'America. Per i casi della vita, mi sono laureato nell'università in cui insegna il primo, e sto proseguendo i miei studi in quella in cui si è laureato il secondo. Ma Macerata è legata anche al mio primo vero impegno di politica locale, quando fui invitato a parlare a un meeting della Costituente Socialista: ricordo ancora l'atmosfera di entusiasmo, di ottimismo che si respirava qui, la grande voglia di credere in questo Partito. Da allora, la mia strada si è intrecciata moltissime volte con quella di Ivo Costamagna, di Giuseppe Iacopini, di Riccardo Morelli: ogni volta, ne sono uscito sempre più ricco di qualche lezione su cosa sia il vero significato di quell'ideale in cui, nonostante tutto, continuamo a credere. Ho visto lotte furibonde per le idee, e non per le poltrone, concludersi sempre e comunque nel rispetto reciproco; ho visto il coraggio di difendere le proprie scelte, di portare avanti un progetto, di difendersi dagli stereotipi che ci hanno appiccicato addosso; ho visto la volontà di mettere continuamente in discussione sè stessi, e la voglia di coinvolgere, la voglia di cambiare il partito e di farne arrivare lontano la voce. Ho visto tutte queste cose, e se ora posso dire di sapere cosa significhi essere un compagno socialista, un militante di un partito vecchio di un secolo ma dalle ragioni sempre nuove, lo devo anche, e tantissimo, a Voi. Mi è stato chiesto di esprimere un parere anche sul tema di questo vostro congresso: serve ancora il socialismo al nostro Paese ? La mia risposta, compagne e compagni, non può che essere, convintamente, Sì ci serve. Siamo arrivati a un bivio storico: oggi le tradizionali categorie della politica e dell'economia sembrano messe in questione. Ma il Socialismo rimane la risposta più attuale: le nostre ricette di cogestione e autogestione sono la risposta migliore al gigantesco processo di indebolimento dei salari a vantaggio dei profitti; la cooperazione solidale e realmente internazionalista è la risposta migliore ai problemi dell'immigrazione su cui soffiano le destre populiste; la nostra cultura del lavoro e della solidarietà tra produttori è l'unica alternativa per cambiare un fisco iniquo e amico della rendita; la nostra storia di municipalismo è la miglior risposta al secessionismo leghista.
Ed è proprio per questi motivi, compagni, che si sente la mancanza di un grande partito socialdemocratico di massa.Sembra a volta che abbiamo timore a mettere in questione le ricette consolidatesi in questi anni, e le nostre vecchie certezze, nel nome di un riformismo che oramai è diventato termine abusato da ogni parte politica. Nel Paese stanno emergendo conflitti sociali di grande portata: in tutti questi processi, ci sono i socialisti, dichiarati o meno, ma manca una forte forza politica che li sappia unire e guidare. Pochi giorni fa una donna, Susanna Camusso, è stata eletta alla segreteria della CGIL, succedendo a Gugliemo Epifani. Lombardiana la prima, craxiano il secondo, socialisti entrambi ma fuori dal perimetro del PSI. Come socialista è anche Domenico Moccia, leader dei bancari CGIL schieratosi con la FIOM. Della necessità del socialismo si dice convinto Nichi Vendola, e ne parla persino Cesare Salvi dell'alleanza PRC-PDCI. Socialista continua a definirsi Emanuele Macaluso, e il socialismo è tornato sulla carta stampata grazie a Mondoperaio e all'Avanti della Domenica. Recentemente, Rino Formica ha patrocinato un incontro tra tanti compagni di un tempo, allontanatisi dal partito o dalla stessa politica attiva, alcuni vicini alla destra, altri alla sinistra. La sfida che abbiamo davanti è quella di unire queste energie abbandonando i vecchi preconcetti, ma con una certezza: che non esiste nè può esistere un socialismo succube di posizioni xenofobe, di tentazioni teocon, o di piani della Confindustria. Il socialismo, lo sanno meglio di me i compagni che hanno una vita di militanza davanti ai loro occhi, è nato nel fuoco dei conflitti per costruire una società più equa: ecco perchè, compagne e compagni, se vogliamo tornare grandi, è necessario bandire il settarismo, e chiudere la miriade di scissioni che da Livorno a Mani Pulite hanno distrutto la sinistra italiana.
C'è grande confusione, oggi: in un bel libro, il politologo Carlo Galli ha scritto che la vocazione naturale della sinistra è tentare di ricomporre il caos, e di renderlo comprensibile, meno spaventoso all'uomo.
Noi abbiamo una guida per cercare di dipanare questo enigma, una guida che ci parla di 118 anni di Giustizia e Libertà. Compagne e Compagni, condividiamola e parliamo a tutti coloro che ancora la ricordano e la praticano, diamo risposte a quella parte d'Italia che si trova in mezzo a una strada, senza un futuro davanti. Le domande sono tante, le risposte, se vorremo, solo noi potremo realmente darle.

Buon congresso e, di cuore, grazie per aver portato alta la nostra bandiera !

MANFREDI MANGANO
(Segreteria Nazionale FGS - Consiglio Nazionale PSI)
www.socialismoesinistra.it


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