venerdì 26 novembre 2010

*LA CRISI ED I SOCIALISTI*


TRATTO DA “l’avanti della domenica!”

L’Italia è l’unico paese nell’Europa che tocca con mano le conseguenze della crisi economica che si sta concedendo il lusso di una crisi e di una campagna elettorale perenne che è praticamente iniziata nel 2008 l’indomani della vittoria del Centro destra.

E dentro questo “lusso” s’intravedono tutti i limiti della capacità di Governo del centro-destra sommati alle difficoltà del centro sinistra che si continua a spingersi in “direzione ostinata e contraria “.

Se a metà dicembre dopo l’approvazione della Finanziaria il Governo otterrà una prorogatio insperata esso potrà cantar una vittoria ben sapendo che vittoria di pirro trattasi.

Il dado della crisi politica della maggioranza è tratto da tempo, le incompatibilità di progetto e di prospettiva del Popolo delle libertà hanno generato diverse opzioni tutte propedeutiche al posizionamento ad un supposto ‘dopo-berlusconi’ che c’è solo nelle intenzioni di coloro che ritengono di essere pronti alla successione.

Chi si è agitato nel centro-destra con un certo margine di anticipo (Fini) non ha tenuto conto non solo del peso parlamentare del Pdl , ma della solidità espressa dall’elettorato moderato che non ha dato segnali significativi di disaffezione nei confronti della leadership indebolita dai recenti scandali, e quando questi segnali sono arrivati essi si sono indirizzati verso il magmatico mondo della disaffezione alla politica che si può presto tradurre nell’aumento dell’astensione e dell’avvicinamento di una buona fetta di cittadini verso i movimenti o le personalità che esprimono un sentimento anti-politico.

La crisi annunciata ha prodotto il movimento di Centro e le inquietudini leghiste che si sono spinte sino a preconizzare la possibilità di vedere Tremonti a Palazzo Chigi. Il movimento di centro registra anche una disponibilità di casini a ritornare sui propri passi per dare vita ad un “Governo dell’armistizio”, significando così la preoccupazione che un evntuale ritorno alle urne anticipate suonerebbe come un 8 Settembre per il ceto politico italiano con il celeberrimo “tutti a casa”.

La congiura politica contro Berlusconi che si è spinta persino ad invocare un “Union sacrée” per abbattere il tiranno per ora ha partorito solo l’eventualità che in caso di elezioni anticipate il bipolarismo all’Italiana farebbe spazio ad un terzo polo e che le probabilità di “impasse” politico a causa di un possibile no contest elettorale al Senato sarebbe altissimo. Staremo a vedere.

Le destre sono protagoniste in questo momento in europa della gestione delle crisi finanziarie, incapaci di attribuire al mercato ed alla finanza le ragioni sostanziali dello shock economico esse continuano ad illudersi che solo il sostegno all’industria ed al sistema creditizio possano essere la mano santa per garantire crescita e ripresa, voltando le spalle a sostegni a redditi e famiglie per garantire una stabilizzazione dei consumi e per generare maggiore equità e giustizia sociale in un Continente in cui sembra essere scomparsa questa elementare esigenza.

L’Italia non si è sottratta a questa dottrina scellerata, non si sono messe le mani nelle tasche degli italiani , almeno a quelli più ricchi, e si è depressa la nostra capacità di investimento negli assets più importanti per la nostra capacità di ripresa : il sapere , la ricerca scientifica , la cultura in generale.

Al fine di non scontentare nessuno hanno scontentato tutti, con particolare attenzione al Mezzogiorno dove si sta annidando il rischio più enorme per la disgregazione del paese a causa della massiccia presenza di criminalità e di giovani disoccupati.

Se il mondo del progresso ed il mondo del lavoro fossero uniti , a cominciare dai partiti storici e dai Sindacati, se si esercitasse una coerente ed efficace capacità di guida riformista della Sinistra in Italia , promuovendo una suggestiva azione di garanzia nei confronti di larghe fette dell’elettorato che non tollera i miasmi di una politica che fa del pregiudizio e della demonizzazione dell’avversario la cifra della propria iniziativa politica oggi probabilmente saremmo destinati a raccogliere il testimone politico della fine del ciclo del populismo all’italiana.

I Ritardi e le carenze significative e strutturali del Partito Democratico vieppiù insidiato dall’avanzata della disubbidienza e dell’allergia del suo elettorato alle indicazioni dei candidati alle Primarie e da una volontà rigeneratrice e di cambiamento generazionale a cui viene attribuita una capacità palingenetica e salvifica, unita alla divisione dei gruppi dirigenti ed alla indeterminatezza sul sistema delle alleanze che si intendono contrarre nel prossimo venturo sfiancano l’area del centrosinistra che non è ancora pronto all’appuntamento elettorale , impreparazione ampiamente dichiarata dalla volontà di dare vita ad un Governo parlamentare fra le forze anti-berlusconiane.

I Socialisti hanno il compito di mantenere fermo ( non immobile) il proprio baricentro, sviluppando una iniziativa di sostegno all’azione generale del riformismo italiano, riguadagnando il terreno dell’iniziativa a partire dalla presenza diffusa sul territorio italiano che portano il segno distintivo del socialismo riformista.

Fare la politica Socialista e preparare il nuovo Centro-sinistra immaginandolo e pretendendolo a guida ed orientamento riformista e progressista.

E’ un compito che dobbiamo poter assolvere sapendo che c’è ancora un pezzo di strada da percorrere , ma la crisi italiana ci dice che c’è bisogno di noi socialisti.

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