sabato 6 marzo 2010

*POLITICA IN CRISI: il 29 MARZO 2010 SARA' COME IL 5 APRILE 1992*


POLITICA IN CRISI. Il 29 MARZO 2010 SARA' COME IL 5 APRILE 1992

POLITICA IN CRISI. 29 MARZO COME 5 APRILE 92

C’è in atto una profonda «crisi della politica», per dirla con le parole di Bobo Craxi, che si prepara al rush finale verso le regionali del Lazio di fine marzo sot‐ to le insegne del Partito socialista a sostegno di Emma Bonino. Una politica «debole e fragile di fronte all’incalzare delle vicende giudiziarie», che «non riesce a dare segnali di autorevolezza» neppure dinanzi alle priorità che assillano il Paese.

Quali sono le ragione che l’hanno spinta ad impegnarsi in prima persona in questa tornata elettorale amministrativa?


«E’ una scelta che nasce dalla considerazione che, in realtà, si tratta di elezioni nazionali e non solo locali. Le regionali non sono un semplice test, come dimostra lo scontro aperto in corso. E’ evidente che il 29 marzo segnerà una tappa verso il cambiamento nella vicenda politica del Paese, dopo una fase di grande turbolenza segnata dai limiti del bipartitismo e dalla profonda crisi istituzionale».

Intanto nel Lazio, la regione in cui è candidato, è scoppiato il bubbone delle liste. Lei ha bocciato la sanatoria per decreto della vicenda definendola roba da Terzo Mondo…

«Il punto è che, a competizione elettorale ormai avviata, si è verificata l’esclusione di alcune liste, non per uno strano caso del destino, ma per problemi oggettivi. Per questo, riammettere le liste a colpi di decreti sarebbe una roba da Terzo Mondo. La democrazia, invece, è un’altra cosa: è rispetto delle regole».

Che valutazione ricava dal giudizio complessivo dell’intera vicenda?

«Che la situazione non è solo lo specchio del malessere della maggioranza, ma siamo di fronte ad un segnale evi‐ dente di decadenza di un certo modo di concepire la politica».

Nel centrosinistra, situazioni che inizialmente sono state interpretate come segnali di obbiettiva difficoltà, come la Puglia, la Campania e il Lazio, oggi sembrano, invece, i punti di forza di una coalizione consolidata…

«La crisi della politica in una fase di grave difficoltà economica, sta certa‐ mente dando un vantaggio “utile” al centrosinistra. Ed è anche pacifico che alcuni governatori della coalizione maggiore affidabilità rispetto a tanti del centrodestra. Ma sul piano della competizione elettorale, non dobbiamo scambiare questa evoluzione per un impianto di alternativa di governo».

Questione par condicio. Che idea si è fatto del black out imposto a tutte le trasmissioni di approfondimento politico fino al voto di fine mese?

«E’ una situazione che non ha eguali nel resto del mondo occidentale. Penso che ci debba essere sempre una misura: quella adottata in questa circostanza è certamente la più drastica. Cancellare l’informazione quando ce ne sarebbe più bisogno è una decisione che rasenta il regime. Viene sottratto agli italiani il diritto di essere informato. E a conti fatti, diciamoci la verità, penalizza so‐ prattutto le formazioni minori». Il Clandestino

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