domenica 7 marzo 2010

*Considerazioni "radicali" su firme, liste e decreto* - di Andrea Granata

From: "andreagranata@virgilio.it" <andreagranata@virgilio.it>

Date: Sun, 7 Mar 2010 19:50:57 +0100 (CET)


*Decreto "salva liste", cui prodest?


Le vicenda delle liste del Pdl non ammesse a Roma ed in Lombardia
costituisce solo la punta dell'iceberg della capillare illegalità che
ha caratterizzato finora le procedure elettorali di queste elezioni
regionali.
Limitare l'analisi ai fatti romano-milanesi, al decreto "salva liste",
è esercizio lecito, ma sicuramente parziale, al limite del manicheo.

Il focus del problema è altrove: vi sono leggi dello Stato, leggi e
regolamenti regionali che sono formalmente vigenti ma di fatto
inapplicate e sistematicamente violate, l'applicazione saltuaria,
direi accidentale, di queste norme è formalmente lecita ma
sostanzialmente assolutamente discrezionale e delinquenziale.

Tralasciando considerazioni sulla raccolta firme, sull'ipocrisia di
chi finge di non vedere che la quasi totalità delle firme raccolte
dovrebbe essere inutilizzabile o sull'uso criminale che i partiti
fanno della figura degli autenticatori, concessi o negati a seconda
delle convenienze, credo utile contestualizzare la situazione italiana
nelle ore che hanno preceduto il decreto legge: mentre le solite
vestali della legalità italiana discettavano di regole e democrazia,
nella pancia del sistema si era innescato un pericolosissimo
meccanismo impersonato da una pattuglia di delegati dei vari partiti
che, facendo richiesta presso i vari uffici elettorali di prendere
visione della documentazione ivi depositata hanno, loro malgrado,
avviato un processo di controllo democratico, ed in quanto tale
assolutamente temibile ed inaccettabile al sistema dei partiti.
Questo controllo, lì dove è stato effettuato, ha evidenziato una
miriade di irregolarità formali che sollevate davanti ai giudici
amministrativi avrebbe comportato, con ogni probabilità, l'esclusione
di un numero notevolissimo di liste appartenenti a tutti gli
schieramenti; in sostanza si stava per mettere in moto un formidabile
effetto domino di dimensioni impressionanti, che il vituperato decreto
salva liste, sanando proprio quei vizi, ha evitato.

Del "decreto salva liste" e del cambiamento di regole in corsa hanno
beneficiato davvero in tanti, nessuno di quelli che scenderanno in
piazza, nessuno di coloro contro cui si scenderà in piazza, avrà il
senso dello Stato o la dignità politica di riconoscerlo.

Un'altra occasione di fermare la deriva irachena del nostro paese
andrà irrimediabilmente persa.

Coraggio.


Avv. ANDREA GRANATA
(Tesoriere Associazione Radicali Marche)


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www.partitosocialista-mc.org
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