martedì 19 aprile 2011

Socialismo europeo: “HIC RHODUS HIC SALTA”, CARA SEL

Socialismo Europeo:
“HIC RHODUS HIC SALTA”, CARA SEL


di Giuseppe Giudice


«Dopo il crollo del comunismo realizzato il socialismo democratico è di fatto l’unico campo di azione per una sinistra larga , popolare e di governo. Una sinistra di trasformazione sociale e di critica al capitalismo.
La deriva moderata e liberale di un pezzo qualificato ed importante della socialdemocrazia europea e la sua accettazione di ideologie in contrasto con il progetto socialista, se da un lato ha provocato forti crisi elettorali, non ha annullato la funzione determinante che la sinistra socialista ha nel campo delle forze progressiste europee ed internazionali.

La crisi sistemica del capitalismo liberista ha trascinato con sé tutte le sub-ideologie apologetiche della globalizzazione comprese quelle della III Via di Blair e del Nuovo Centro di Schroeder.

Il profondo mutamento di indirizzi politici e programmatici della SPD e del Labour inglese con Milliband (che di fatto mette in soffitta Blair) sono testimoni di un progressivo recupero della cultura socialista da parte di questi due partiti.

Del resto in Europa non esiste a sinistra una alternativa al socialismo democratico. I Verdi tedeschi e francesi sono più a destra dei socialisti; la GUE rappresenta una galassia di forze minoritarie e fortemente eterogenee tra loro. Il loro comun denominatore è l’avversione al PSE e non un progetto in positivo.
Per dare un senso alla missione storica della sinistra non si può non lavorare ad un processo di rifondazione a sinistra del socialismo democratico per ridare slancio al tema di un socialismo quale progetto emancipatorio della società dalle contraddizioni del capitalismo, e come processo di trasformazione sociale nel pieno sviluppo delle libertà e della democrazia.
Il “racconto” delle magnifiche sorti progressive del capitalismo globalizzato, sulla scomparsa del conflitto sociale, sulla società “liquida” si è mostrato per quello che è: una mistificazione ideologica.

In realtà, come qualcuno ha icasticamente affermato, oggi la lotta di classe la fanno i capitalisti contro i lavoratori. Mai il lavoro salariato ha raggiunto (con l’entrata di Cina ed India nel mercato capitalistico globale) tale vastità nella storia umana. Mai come oggi vediamo settori vasti di quello che chiamavamo “ceto medio” assimilarsi in un certo qual modo alla condizione sociale operaia.
Oggi la condizione economica e sociale di un professore, un insegnante elementare, un impiegato, un ricercatore universitario (almeno in Italia) è di fatto simile a quello di un lavoratore manuale dell’industria. Il modello neoliberista ha provocato una radicale redistribuzione della ricchezza a vantaggio del capitale, della rendita, di ristette fasce alte di professionalità.
Ma se la condizione delle fasce medio-basse si sta sempre più omogeneizzando verso la base della piramide, perché la sinistra è così debole?
Perché oggi questo vasto e plurale settore di lavoratori è frantumato, spezzettato. Nella grande fabbrica fordista si creavano solidarietà spontanee.
Oggi questo blocco sociale non si crea spontaneamente, ma intorno ad un progetto politico; intorno ad una nuova idea di socialismo. Cioè ad un modello economico e sociale alternativo nei valori e nelle finalità rispetto a quello finora dominante del capitalismo liberista.

Per questo scopo non serve una sinistra movimentista e confusionaria, “senza aggettivi”, che mira alla pura e semplice agitazione. A continue e ripetitive rappresentazioni della protesta. Serve una sinistra in grado di inquadrare il movimento e le lotte sociali in un progetto forte ed organico.
Il Labour- Party inglese ha organizzato con le Trade-Unions la più grande manifestazione di massa contro le politiche monetariste, restrittive e riduttrici della spesa sociale dell’Inghilterra negli ultimi dieci anni. Il PD che fa in Italia? A parte l’opporsi (ma è dovere di tutti i democratici) alle leggi ad personam di Berlusconi, cosa è in grado di dire e di proporre sui temi economici e sociali. Nulla! Perché al loro interno non sono d’accordo su nulla in tale materia. Ricordo ancora Enrico Letta, qualche hanno fa, dire: “siamo noi i veri liberisti, non Berlusconi”!!

Con un PD sradicato di fatto dalla sinistra di governo europea, oggi solo SeL è l’unica forza (sulla base dei sondaggi) intorno a cui si può immaginare di iniziare a ricostruire la sinistra. Certo SeL non è sufficiente a tale obbiettivo, che prevede un più generale processo di scomposizione e ricomposizione (come abbiamo detto tante volte). Ma oggi è l’unica forza visibile a sinistra del PD. Un passaggio esplicito di SeL al Socialismo Europeo avrebbe l’effetto di accelerare in positivo le contraddizioni interne al PD. “Hic Rhodus, hic salta” diceva il vecchio motto latino che piaceva a Marx.

Peppe Giudice


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