sabato 9 aprile 2011

Due pesi e due misure.

Due pesi e due misure

di Pierluigi Camagni

Mentre compagne e compagni, in tutta Italia, si mobilitano per marcare e ampliare la presenza socialista, presentando liste di partito alle prossime amministrative o, come è avvenuto con la coraggiosa scelta dei compagni pugliesi, decidendo di ricostruire una autonoma presenza socialista nel loro Consiglio Regionale, ben altre e contrastanti scelte vengono fatte.

A Milano – sicuramente non piccolo borgo per cui invocare l’autonomia territoriale – un membro della Segreteria Nazionale, dopo aver commesso l’errore di sottovalutare la candidatura di Giuliano Pisapia, e dopo esser stato tentato anche dalla presentazione di una lista laica, liberale e socialista nel terzo polo, decide di candidarsi nella lista del PD.

Vanificando così il lavoro delle molte compagne e compagni che, avendo innanzitutto sostenuto Pisapia sin dall’inizio, con l’operato delle tante realtà associative socialiste presenti a Milano – Lega dei Socialisti Lombardia, Circolo Rosselli, Circolo la Riforma, Club Porto Franco tra tutte - , hanno provato a dar vita ad una lista che rappresentasse chiaramente la grande tradizione del socialismo municipale ambrosiano.

La Sinistra Socialista ha, in tal senso, presentato un proprio documento al CN del 3 aprile scorso.

Documento sottoscritto da 16 tra membri della Segreteria, della Direzione e del CN presenti, ma che ora sta raccogliendo ben più ampio consenso, avendo raggiunto una trentina di adesioni tra i membri del CN e svariate adesioni di quadri di partito in tutta Italia.

Ora, però, la Segreteria Nazionale ci deve spiegare – visto che non sono stati convocati organismi per discutere tale documento – quale sia la posizione non solo sulle elezioni milanesi, ma se vi siano cambiamenti nella linea politica del partito rispetto al mandato espresso dal documento finale del Congresso di Perugia.

Ciò anche perché le situazioni anomale non sono isolate e non riguardano solo Milano.

Due tra tutte.

Non si comprende perché, a Macerata, il partito debba sostenere la coalizione guidata dal candidato dell’UDC, fino a poco tempo fa vice-presidente della Giunta di centro-destra, mentre Sinistra Ecologia e Libertà non solo ha fortemente chiesto la presenza di una lista socialista, con il simbolo di partito, in una coalizione alternativa di sinistra – comprendente anche verdi e radicali - , ma ha anche lanciato la candidatura di un compagno socialista, Francesco Acquaroli, alla presidenza della provincia.

Quella stessa UDC, tra l’altro, che ricorre alla “via giudiziaria” denunciando il compagno Ivo Costamagna, Segretario della Federazione di Macerata, dopo che il PSI aveva contribuito a scoperchiare il calderone di una vergognosa cupola affaristica nella città di Civitanova Marche.

Non si comprende, ancora, perché il partito, a Trieste, dopo aver sostenuto alle primarie un candidato alternativo a quello del PD, che pure ha vinto la consultazione, non ne tragga le conseguenze presentando una lista comune con le altre forze della sinistra.

Ciò, naturalmente se ragioniamo nell’ottica dell’utilità elettorale, se invece si vuol usare Trieste per una battaglia identitaria è altro discorso.

I compagni giuliani e i compagni della SInistra Socialista, lì ben presenti, naturalmente sosterranno con impegno e responsabilità la lista di partito che si presenterà - vista anche l'indisponibilià, che resta un grave errore, di altri ad una lista comune della sinistra - ma ciò che non si capisce è perché il principio per cui “l’importante è eleggere un socialista” – anche se in liste altrui – deve valere a Milano e non a Trieste.

Come si capisce, identità e autonomia – che è cosa diversa dall’autosufficienza – sono vissute un po’ a macchia di leopardo e paiono essere una coperta, ormai molto larga, che ognuno tira dalla propria parte.

Ciò che manca è una chiara e precisa linea politica che, partendo dal nazionale, pur nel rispetto delle singole federazioni, investa e motivi le realtà locali in un comune quadro complessivo che non sia la sopravvivenza di qualche singolo mandarino.

La Sinistra Socialista, in CN, nelle Marche, a Trieste, in Lombardia – e ho citato queste situazioni non a caso, visto la nostra presenza - ha mostrato, non solo capacità di elaborazione e proposta politica, ma anche responsabilità.

Chiediamo, però, alla Segreteria e a tutto il partito, chiarezza e condivisione.

Diversamente, questo è un prezzo politico che non possiamo essere i soli a pagare.


Pier Luigi Camagni

Consiglio Nazionale PSI



2 commenti:

  1. Segreteria Nazionale PSI - Franco Bartolomei9 aprile 2011 alle ore 11:12

    Alle provinciali di Macerata abbiamo toccato il fondo. Si rifiuta l'appoggio della nostra lista del PSI al nostro compagno FRANCESCO AQUAROLI , propostoci candidato presidente da SeL e dalla FedSin ,per sostenere un presidente UDC con una lista di alleanza Laico -Riformista.
    Per farlo si mette in minoranza un segretario di federazione , il compagno IVO COSTAMAGNA, che ha il merito di aver ricostruito il tessuto unitario del Partito .

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  2. Segreteria Nazionale PSI - Franco Bartolomei9 aprile 2011 alle ore 11:15

    Magari poi veniamo a scoprire che Costamagna viene messo in minoranza sulla sua proposta di sostenere il compagno Acquaroli perche' aveva denunciato sulla stampa la " Parentopoli" di cui e' protagonista assoluta l'UDC di Civitanova Marche.

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