venerdì 19 agosto 2011

Il Socialismo impronunciabile

Il Socialismo impronunciabile
di Giuseppe Giudice

Peppino Caldarola ha scritto un ironico e gustoso articolo sull’ostracismo che in Italia ancora permane verso i socialisti. (Vedi ultimo post)

Non c’è dubbio che gli atteggiamenti di coloro che pretendono di considerarsi socialisti stando nel PDL nonché gli ectoplasmatici come Nencini, finiscono per alimentare certe campagne denigratorie. Ma certo questo non basta a spiegare gli atteggiamenti che negano di fatto alla tradizione socialista il suo naturale diritto di cittadinanza nella sinistra italiana (e questa negazione è certo una delle cause della rovina della sinistra stessa).

Inizierò con il dire che nel centro-destra non ci sono solo i Cicchitto, Brunetta, Sacconi, quali ex rappresentanti della sinistra che hanno saltato il fosso. Quanti di loro provengono dalla più generale area comunista? Tiziana Maiolo (ex Manifesto), Sandro Bondi (ex PCI), Gaetano Pecorella (ex Rifondazione), Giuliano Ferrara, ecc. Perché allora prendersela con i socialisti? Quando ci sono tanti importanti esponenti del Psi che sono rimasti a sinistra (sia pur in una pessima sinistra): Spini, Ruffolo, Aniasi, Vittorelli, Arfè, Amato, Formica, Signorile, i due ultimi segretari della CGIL?

E’ che la II Repubblica, per rifare una verginità ai democristiani confluiti nella Margherita, doveva addossare a Craxi ed ai socialisti tutto il peso delle degenerazioni della I Repubblica. Che Craxi avesse le sue responsabilità e le sue colpe, così come il gruppo dirigente, è fuor di dubbio. Ma che queste responsabilità coinvolgessero largamente il gruppo dirigente della DC da Forlani a De Mita a Prodi è fuor di dubbio. Così come il consociativismo (che è durato per tutti gli anni 80) coinvolgesse politicamente anche il PCI è un altro dato non contestabile.

Considerando che la II Repubblica si è rivelata ben peggiore della peggiore prima, non starei tanto a fare le pulci, quanto piuttosto a cercare di far sì che la tradizione del socialismo italiano (quella migliore) ritorni pienamente ad essere parte integrante e fondante della nuova sinistra.

Per fare questo occorre però combattere una seria battaglia politica e culturale, all’interno del centrosinistra, verso coloro che hanno sempre opposto una resistenza, sia pur surrettizia, alla piena rivalutazione della tradizione e della cultura socialista.

Chi sono?

In primo luogo i nuovisti alla Veltroni, che vaneggiano su un superamento a destra del 900 (per andare dove?). Ma c’è anche una variante di sinistra di questa tendenza che è composta dai giustizialisti come l’ex craxiano Floers D’Arcais, dagli orfani di Berlinguer che parlano di sinistra senza aggettivi (variante più radicale del nuovismo), dai neo-azionisti di risulta scalfariani.

Una seconda corrente è quella del neo-integralismo democristiano antisocialista come quella dell’isterica Rosi Bindi.

Una terza componente è quella del funeral.comunismo del Manifessto. Essendo crollato il comunismo costoro vogliono dimostrare che anche il socialismo democratico è da buttare. Mal comune mezzo gaudio.

Ora queste sono correnti di sub-pensiero che ovviamente esistono solo in Italia. Il loro carattere provinciale la dice lunga. Ma sono comunque stati fattori profondamente negativi per far acquisire alla sinistra italiana una identità che la potesse rendere più europea. C’è gente che preferisce Rosi Bindi a Susanna Camusso….è quanto dire.

Ho promesso di dedicare questa parte della mia vita al compito di stimolare una forte discussione per ricostruire la storia e la memoria socialista. E’ estremamente importante in una fase di crisi profonda come questa, lavorare per dare coordinate strategiche alla sinistra. Tali coordinate sarà impossibile trovarle se la sinistra è mutilata di una delle sue componenti essenziali.

Lo sforzo che stiamo facendo affinchè la parte maggioritaria della sinistra si riconosca nel PSE è essenziale. Ed è qualcosa che riguarda tutti, ex Psi ed ex PCI. Ma si può pensare veramente di costruire una sinistra nel PSE se permane il pregiudizio, la diffidenza, l’ostilità verso il socialismo italiano.

Purtroppo un vecchio settarismo è duro a morire. Ma è nostro dovere combatterlo senza tregua e rispondendo colpo su colpo.

Gli ex Psi che hanno fatto una scelta di destra si commentano da soli. Sono degli sporcaccioni con cui non vogliamo avere nulla a che fare.

Ma questo non può essere preso costantemente a pretesto, per impedire alla sinistra di riprendersi dalle sue orribili mutilazioni.

PEPPE GIUDICE


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