domenica 1 luglio 2012

*IVO COSTAMAGNA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI CIVITANOVA MARCHE: IL DISCORSO DI INSEDIAMENTO*

Signor Sindaco, colleghi Consiglieri

Questo mio intervento non vuole e non può essere la celebrazione di uno stanco rituale.

Torno in questa Aula dopo quasi vent’anni; dopo esservi entrato, dieci anni prima, quando ero un … “ragazzino” come mi definì un anziano e saggio Consigliere di allora.

Non vi nascondo né l’emozione ne, tantomeno, la mia intensa commozione di questo momento.

Voglio innanzitutto ringraziare tutti i Presidenti del Consiglio Comunale che mi hanno preceduto in questo importante ruolo ed i consiglieri che, stasera, mi hanno eletto a questa carica.

Un incarico che mi riempie di orgoglio e di responsabilità. Ringrazio anche coloro che non mi hanno votato, e chi con la sua fiducia mi ha eletto consigliere comunale. Un ringraziamento sincero a coloro che mi sono stati vicini in questi anni difficili, a partire dalla mia famiglia e da mia madre.

Questo ringraziamento lo voglio estendere a tutti i civitanovesi, a tutti gli abitanti di questa città in cui sono nato e che amo. Ad essi, idealmente, rivolgo queste mie parole.

Ringrazio da ultimo ma per primo, Dio.

Nel lungo, tortuoso, prima esaltante poi doloroso, sviluppo di questa mia vicenda, che oggi chiude definitivamente un capitolo molto difficile, si può leggere una trama che spero possa essere di stimolo positivo per tanti, specie per i più giovani.

Questa trama ha un nome che oggi può sembrare “fuori moda”: Nobiltà della Politica.

Sì, la nobiltà di una politica vissuta con la Passione di un Ideale, ed ogni Ideale Democratico va rispettato, una politica in cui si può essere vincenti a venti anni, cadere a trenta e, magari, rialzarsi a cinquanta, una politica vissuta sempre, però, come servizio, in cui ho combattuto per riaffermare la verità di una Dignità ingiustamente macchiata.

Sì, la dignità, Signor Sindaco e colleghi Consiglieri, il bene più prezioso per riaffermare il quale mi sono dovuto “spogliare” di tutti gli altri.

Lo dovevo a chi è venuto prima di me e che, seppur appartenente ad una famiglia umile ma onesta, ha svolto un ruolo importante in questa città.

Due esempi valgano per tutti: da Luigi Costamagna, mio nonno, primo Sindaco socialista di Civitanova cacciato ed ucciso dai fascisti nel 1922, a Pietro Ginevri, mio zio, che volle fortemente da Presidente dell’Ente la costruzione dell’attuale Ospedale Generale di Zona ed a cui la Giunta Marinelli ha intestato, nel 1999, a trent’anni dalla sua scomparsa, il Viale di accesso dell’Ospedale stesso.

Lo dovevo soprattutto, però, a chi verrà dopo di me, a mio figlio Mario e ad una Comunità oggi piccola da noi ma molto grande in Europa, quella socialista a cui appartengo da sempre con orgoglio.

La Dignità e la Nobiltà della Politica che vanno indicate e rivendicate con più forza proprio oggi che sembrano smarrite. Questo perché sono le uniche “strade maestre” che possono davvero salvaguardare la nostra Democrazia.

E’ per misurarmi su questo, pur con le cicatrici che porto sulla mia pelle, che oggi assumo l’impegno di onorare l’importante incarico che mi avete chiamato a ricoprire come se si trattasse di una “ripartenza”, che mi auguro comune, che non cancella ma che chiude con quel passato e con quelle sofferenze. Sofferenze che mi auguro non abbiano più a ripetersi, per motivi politici, contro nessuno, mai più !!

Per rendere esplicito questo impegno utilizzo le parole di un grande Presidente che ho avuto l’onore di conoscere, Sandro Pertini: “sono e resterò un uomo di parte ma nello svolgimento delle mie funzioni mi impegno ad essere garante imparziale di tutte le regole democratiche”.

Ecco appunto la nobiltà di una politica che oggi chiama me, quasi in modo paradossale, l’uomo più “schierato”, a volte anche mio malgrado e contro la mia volontà, a rimettersi nuovamente, totalmente, in discussione per saper svolgere davvero il ruolo di garanzia istituzionale di tutto il Consiglio Comunale.

Passa di qui il primo vero rinnovamento ed è quello delle idee e della capacità di dimostrare competenza ed efficienza nel ruolo che si ricopre, nell’interesse esclusivo della città.

Su questo chiedo di essere valutato e giudicato sapendo di iniziare stasera l’esperienza forse più difficile ma esaltante della mia vita.

Avremo modo, colleghi consiglieri, di fare insieme una sorta di chec-up iniziale ai meccanismi che regolano (Statuto e Regolamento) il funzionamento di questa che è la massima assise democratica della nostra città e di verificare lo “stato dell’arte” degli strumenti di cui questo consiglio dispone: la conferenza dei capigruppo, le commissioni consiliari, consulte e comitati per riattivare una vera partecipazione popolare. Allo stesso tempo va garantito un rapporto costante, diretto, tra consiglieri ed assessori e per consentire questo occorre un minimo di supporto all’attività quotidiana di ogni singolo consigliere.

La garanzia di una vera agibilità per ogni consigliere è il presupposto su cui si basa il rispetto del ruolo di questa assise, del ruolo dell’intero consiglio comunale. E’ questo un lavoro che dovremmo fare subito ed, io mi auguro, tutti insieme, maggioranza e minoranza.

L’impegno propedeutico a questa parte più tecnica lo dobbiamo, però, assumere stasera ed è quello di far cessare questo clima da “caccia alle streghe”, anzi, da “caccia all’uomo” che purtroppo si è diffuso in città con l’ultima campagna elettorale.

Questo è il Primo Patto Istituzionale che vi chiamo a stringere in quest’aula e nella città: rispettare la dignità di ogni persona, ripristinare il rispetto assoluto della dignità umana, è il primo impegno che dobbiamo assumere.

Su questa base si può riaprire un vero dialogo che non significa confusione dei ruoli tra maggioranza e minoranza ma fa essere questo Consiglio un luogo di confronto alto dal quale parte verso la città un invito a partecipare, ad esserci.

Un messaggio di ricostruzione di un tessuto sociale già di per sé eterogeneo per composizione e per provenienze ma, in passato, sempre solidale.

Un messaggio che faccia sentire i civitanovesi prima partecipi poi, magari, anche orgogliosi di questo Consiglio, dei loro rappresentanti, di tutti noi.

Sto sognando o facendo pura retorica?

Mi e vi domando: se la sfida che ci diamo non è questa e cioè una sfida alta, difficile, ma entusiasmante, quale è il ruolo di questo Consiglio e di ognuno di noi?

Ho vissuto una fase storica in cui l’orgoglio di essere, di dirsi, di sentirsi civitanovesi, il consiglio comunale ha saputo trasmetterlo addirittura a 13.000 km. di distanza, in Argentina, alle migliaia di civitanovesi che risiedono lì e che si dicono orgogliosamente civitanovesi. E’ avvenuto con il gemellaggio con la città di San Martin e credo che anche da lì dovremmo ripartire.

Saremo capaci di tutto questo? Io dico: proviamoci, proviamoci tutti insieme!

Che Dio ci aiuti e, per quanto mi riguarda, mi aiuti anche mio padre a cui dedico questa elezione.

Grazie!

Civitanova Marche, li 8 Giugno 2012

Nessun commento:

Posta un commento