domenica 4 settembre 2011

I Socialisti, lo sciopero della CGIL e l’incertezza politica

I Socialisti, lo sciopero della CGIL e l’incertezza politica


di Giuseppe Giudice

«Ho sinceramente apprezzato il sostegno allo sciopero della CGIL dato dal compagno Iorio segretario della FGS nazionale. L’ho apprezzato perché rappresenta un riscatto politico rispetto alla bruttissima uscita del Cameriere Toscano (apertamente allineato sull’ala destra del PD); l’ho appezzato nonostante abbia sempre considerato il PS+I – come io lo chiamo per distinguerlo del Psi storico – un soggetto inutile se non dannoso per la causa stessa dei socialisti coerenti. E’ questa una fase difficilissima ed in cui per molti è difficile orientarsi bene a sinistra. La crisi drammatica della II Repubblica si sovrappone ad una crisi sistemica e del capitalismo liberista che ha provocato gravissimi fenomeni di destrutturazione sociale e di regressione democratica e civile.

Da questa crisi, a mio avviso, non si esce con una sinistra qualsiasi, ma con la rifondazione del socialismo democratico e pertanto con una sinistra che abbia una identità ben definitiva e sappia trovare una chiara soluzione di continuità rispetto alle derive liberal-uliviste degli ani ‘90 di cui il PD è il drammatico epilogo. Diciamoci tutti la verità: oggi tutti i soggetti in campo mostrano limiti impressionanti. Il PD è un partito pesantemente condizionato da ipoteche moderate centriste e neo-uliviste (veltroniane): l’incapacità di fare scelte nette in diversi campi lo dimostra ampiamente (bloccato da veti reciproci). SeL, a cui aderisco, non si sta rivelando alla altezza delle mie aspettative. Dopo un anno dalla sua fondazione è un partito non formato e con una identità sospesa nel vuoto. Le due componenti (Sd ed Mps) che hanno dato vita ad essa rappresentano due mondi chiusi e non comunicanti fra loro. Per ora solo il carisma di Vendola riesce a tenere insieme anime che altrimenti si sarebbero divise. Ma fino a quando durerà questo carisma? E soprattutto esso può essere legato a quel linguaggio metapolitico (certo ha attratto molti giovani) che, in un certo senso, è stata l’arma vincente di Vendola, ma che ora rischia di divenirne la prigione? Soprattutto in una fase difficilissima dove il “racconto” deve necessariamente cedere il passo ad un linguaggio ed un progetto ben più rigorosi.

Insomma SeL è pronta per trasformarsi in un soggetto (al di là di certe frasi fatte come quello del “partito provocazione”) con un minimo di identità culturale e coerenza organizzativa? Anche un soggetto che pur si definisce transitorio ha comunque bisogno di definirsi in modo non aleatorio. Io credo che in SeL c’è una vasta area di compagni che vogliono una sinistra di governo collocata nel socialismo democratico ed è quindi positivo che in essa sia presente una componente socialista (che però si faccia sentire. A partire dal rifiuto di sottoscrivere il referendum ulivista-veltroniano sul ritorno al maggioritario). Ma sinceramente non credo più che solo da SeL possa partire quel processo di ricostruzione della sinistra in senso socialista.
Del PS+I ho già detto che è inutile. O meglio che è utile alla cooperativa fino a quando dureranno i soldi del residuo rimborso elettorale. Capisco pure quei compagni che, vedendo il perdurare dell’ostracismo verso la parola socialista, mantengono un legame con il PS+I. Ma si devono convincere che se il socialismo continuerà ad essere rappresentato con il logo da Nencini o Del Bue, socialismo rischia di restare un brutta parola.
In sintesi, io credo che il lavoro che abbiamo finora fatto con il Network ha prodotto frutti positivi, se non altro per le attenzioni che abbiamo avuto e per essere stati protagonisti di un dibattito in rete di alto livello. Di un livello ben più alto che c’è fra i funeral-comunisti del Manifesto. Siamo tutti consapevoli che i soggetti attuali sono completamente inadeguati, ma che nei soggetti attuali (PD, SeL, Ps+i,alcuni settori della stessa Fed) v’è una tendenza emergente verso un soggetto socialista largo. IL nostro compito è quello, per ora, di offrire un collante di dibattito, di scambio di idee, e di iniziative concrete a questa area vasta.

Non si tratta di fare un altro partitino, per carità. Si partirebbe con il piede sbagliato. Abbiamo una situazione molto, ma molto fluida e carica di incertezze. Io credo che se questa area sarà capace di mantenere il collante che ci siamo proposto di mantenere, potrà anche darsi che un fallimento pieno dei soggetti attuali (il PS è già fallito) troverà le precondizioni perché possa nascere il soggetto della sinistra popolare e socialista.
Abbiamo più volte detto che un soggetto socialista non si rivolge certo solo ai socialisti “biografici” , ma certo non li esclude (a parte quelli che hanno fatto scelte in aperto contrasto con i nostri valori). Anche perché se è vero che dobbiamo fare una costituente del socialismo europeo, è anche vero che difficilmente essa sdi farà si potrà fare se la tradizione del socialismo italiano non riacquisterà pieno diritto di cittadinanza nella sinistra. E quindi è indispensabile combattere in modo deciso tutti i fenomeni di insorgente settarismo.
Se non si farà una sinistra socialista avremo una versione peggiorata dell’ulivo. Vale a dire un falso centrosinistra in mano a tecnocrati espressione dei poteri forti del finanzcapitalismo (il ritorno di Veltroni lo lascia presagire) e del gruppo De Benedetti. Cioè qualcosa di perfettamente equivalente alla destra.


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