sabato 15 ottobre 2016

MANFREDI MANGANO : Diciamo un No al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016


Ho letto il convinto appello del compagno Dario Conti per il Sì: purtroppo non ne condivido lo spirito, dalla prima all'ultima riga!

Posso capire che, per lui come per molti altri socialisti, questa riforma possa essere una lontana parente della “Grande Riforma” che Craxi e Amato tentarono di impostare negli anni '80. Ma si tratta di un paragone molto ingeneroso, perchè Craxi e Amato avevano in mente un chiaro progetto: adeguare le Istituzioni alle mutate condizioni del Paese, della sua società, della sua economia.
Il passaggio a una forma di governo più incentrata sul Presidente del Consiglio o sul Presidente della Repubblica adeguando l'equilibrio dei poteri, per ridare autorevolezza a tutto il sistema politico.

La riforma di Renzi non tocca i poteri del Presidente della Repubblica o del Presidente dei Consiglio: in questo è pienamente figlia della Seconda Repubblica e della sua ipocrisia. Inaccettabile creare un Premier-Cancelliere, che cade solo se ha contro una nuova maggioranza, come in Germania. Sia mai, un Presidente della Repubblica che ha il potere esecutivo, come negli USA o in Francia: noi facciamo finta di essere ancora un sistema parlamentare.

Però l'80% delle leggi le fa il Governo. Tramite decreti legge, decreti d'emergenza, regolamenti, delegificazioni, deleghe … mille strumenti con cui il Governo svuota la democrazia, il Parlamento, la discussione democratica.

Ma i governi cadono lo stesso ! Vero, e qui entra in gioco Renzi: aboliamo il Senato ! Servono leggi più veloci, governi più stabili ! Purtroppo però, la riforma del Senato non c'entra niente ne con le leggi veloci ne con la stabilità dei governi: il nostro Paese ha un eccesso di leggi, e mai nella storia della Repubblica è stato un contrasto tra le Camere a far cadere un governo.

I governi cadono e le leggi si impantanano perchè i partiti politici lo vogliono: partiti politici privati di democrazia interna e di responsabilità, che oramai sono ridotti a uffici di collocamento. Nessuno escluso, dai piccoli partiti come il nostro in cui si deve ricorrere al codice civile per avere un tesseramento trasparente, ai 5 Stelle e ai loro Direttori autoritari.

Partiti non autorevoli generano sistemi politici che non funzionano. La riforma di Renzi non crea un nuovo equilibrio di poteri, più spostato verso  l'uno o l'altro: è il prodotto di un leader fuori di testa per aver preso il 41% alle Europee, e convinto che il futuro gli appartenga.

Le regioni vengono spogliate di poteri. Il Senato e le province non sono aboliti, gli viene cambiato il nome e vengono fatte eleggere con elezioni di secondo grado dai partiti, a cui gli eletti rispondono. Tutto il sistema si regge su un partito egemone (ovviamente il PD), che deve vincere le elezioni politiche, le elezioni amministrative e le elezioni regionali. In questo caso, tutte le istituzioni sono allineate e funzionano.

Funzionano talmente bene che il partito egemone, grazie alle leggi elettorali super maggioritarie a livello nazionale e anche locale, controlla tutto: la maggioranza datagli dall'Italicum gli permette di imporre facilmente il Presidente della Repubblica, mentre frammentare l'elezione della Corte Costituzionale tra la Camera e il Senato gli permette di scegliersi i giudici senza dover fare compromessi. Se poi ci dovesse essere qualche dissenso in Senato, si fa sempre in tempo a invocare una delle nuove clausole di supremazia, e scavalcarlo. Il rischio di inaffidabili referendum o leggi di iniziativa popolare, nonostante i contentini sul quorum o sulla discussione, viene eliminato con soglie di firme tali che solo i grandissimi partiti e organizzazioni le possono raggiungere.

Se c'è un partito egemone, tutto diventa più veloce: si fa come dice quel Partito, punto e basta. Se il Presidente del Consiglio non va bene, potrà di nuovo cascare in tre mesi: comanda il Partito.

Se invece, fatalità, gli elettori dovessero essere sciocchi e non dare una maggioranza egemone almeno a livello locale a un solo Partito, allora … niente deriva autoritaria. Solo deriva confusionaria. Il Senato mantiene la possibilità di veto non solo sulle leggi riguardanti le autonomie locali, ma anche sulle leggi derivanti dalle normative europee. Sembra una cosuccia, in fin dei conti l'Europa non decide niente, lo sanno tutti.
L'Europa invece decide un sacco di cose: le sue normative condizionano circa l'80% delle nostre leggi. Un Senato non allineato con la Camera, perchè magari le elezioni regionali quel governo le ha perse, potrebbe comunque divertirsi a bloccare l'adozione delle leggi europee, e bloccare l'intero meccanismo di governo.

A proposito, la riforma fa strage di poteri delle Regioni. E' vero, le Regioni non sono il massimo, spesso: ma quando anziché i bandi per sostenere l'economia locale, i piccoli artigiani delle Marche dovranno partecipare a un click day nazionale, in cui bisogna chiedere i soldi in pochi millisecondi alla mezzanotte in cui viene pubblicato il bando, forse le rimpiangeremo. Non è fantascienza, è ciò che è successo alla promozione turistica e alle politiche di sviluppo da quando il governo si è ripreso le deleghe sul tema.
A quel punto, non ci sarà petizione per difendere i piccoli tribunali che tenga, tantopiù che in Senato noi avremo 2 rappresentanti, quanti la Val D'Aosta che ha un decimo dei nostri abitanti.

Questa riforma non è fatta per decidere meglio. La riforma di Renzi può portare facilmente a una deriva autoritaria, quella di un partito che prende qualsiasi decisione da solo, che sia il PD, il 5 Stelle o chiunque altro.

Oppure può portare facilmente a una deriva confusionaria, quella di Istituzioni che non devono rispondere a nessuno tranne che al ceto politico, e quindi saranno ricattatorie, o ricattabili e comprabili (e via di altri Scilipoti corrotti per permettere al governo di decidere).

Quello a cui non può portare è nuova stabilità, autorevolezza, capacità di decidere. Lo dico da presidenzialista convinto: questa riforma è un pastrocchio, l'ennesimo. Non rende migliore il nostro sistema istituzionale, si limita a renderlo ancora più brutto e disfunzionale per non farci capire che vogliono consegnare tutto il potere a un solo partito, oramai sempre meno democratico. E questa riforma si merita un sonoro NO.

Manfredi Mangano
COMITATO SOCIALISTA PER IL NO REGIONE MARCHE
Federazione dei Giovani Socialisti
Partito Socialista Italiano

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