lunedì 8 aprile 2013

Sulla direzione nazionale PSI del 4 aprile - di Luca Cefisi

di Luca Cefisi

Nel corso dell’ultima direzione nazionale del PSI è capitato che le limitazioni di orario mi abbiano impedito di intervenire. Per chi interessi, ritengo: 1) che senza dubbio sia inutile una discussione sulle decisioni passate, che sono comunque state prese con sostanziale unanimità da parte del gruppo dirigente. Tabacci era una tigre di carta, ma del senno del poi, dice ilproverbio italiano, sono piene le fosse 2) la vittoria a volte è sfuggente,dice un altro proverbio, orientale, e l’indubbio successo nel ritornare inParlamento è reso sfuggente dalla condizione generale di precarietà dellalegislatura e dalla crisi del progetto della coalizione “Italia bene comune” 3) in tutto questo, la “ragione sociale” del PSI non cambia: costituire un grande partito socialdemocratico di tipo europeo, e quindi le ragioni ideali dellacoalizione PD PSI SEL sono tutte valide, e il tema è tuttora con forzaall’ordine del giorno, in SEL e nelle componenti del PD di ispirazioneriformista (con questa parola non intendo i renziani, ma i socialdemocraticipiù o meno definiti come tali). Non abbiamo altre ragioni di esistere che quelle di condurre un “corpo a corpo” con le altre componenti della sinistra italiana utili a questo progetto 4) l’idea di un’area “laica liberale” appare obsoleta e in qualche modo un diversivo rispetto alla nostra finalità storica 5) in particolare, la ricerca, non nuova, di un’interlocuzione con RadicaliItaliani, dato che altre forze “laico liberali” utili non ci sono, se non si intende quella di Monti ma non credo, riporta al fallimentare progetto della Rosa nel Pugno del 2007. Abbiamo già dato. Esso non si chiuse solo per le senilità di Pannella o le incertezze di Boselli, ma per la difficoltà di tenere assieme culture non veramente compatibili ,specialmente sui temi europei einternazionali.  Ricordo bene che la più vivace opposizione alla politica mediterranea e mediorientale del governo Prodi venne dai Radicali. Radicali Italiani è  un soggetto ad alto tasso di ideologia, membro dell’Internazionale Liberale, sostenitore delle tesi di Bolkestein nell’Europarlamento,  e una riedizione di un’alleanza del genere aprirebbe una duplicità di riferimenti europei, che è in oggettiva contraddizione con il dichiarato appello al PSE. Come facciamo un programma per le europee coi Radicali, oggi come oggi, non mi pare chiaro, e temo non sarebbe il programma del PSE. Criticare la duplicità europea del PD per via degli ex democristiani in quel partito e andarla a replicare nel nuovo soggetto “laico liberale” mi pare curioso.  6) l’endorsement della Bonino, se farebbe quindi parte di un progetto più ampio, ebbene mi sembra un progetto in effetti comunque marginale e residuale rispetto al disegno principale, quello di essere il motore attivo di una grande forza riformista e socialista. Questo detto in pillole da FB, sede impropria ma che rischia in questi giorni di prevalere su quelle normali, tanto che si è sentito dire che il dibattito poteva essere condensato, le posizioni essendo note da Internet (!).

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