mercoledì 18 gennaio 2012

" CANTARE L'INNO NON E' REATO "

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaNodaCQMqxiN1KHUKJseEhz0Y3EjnDh8rkbrrvKR7cDy4onsrqLxe42YkgGmwhu-Z3LnIgZ61fPfRlKOCFQxrpbMidZ206ZK-5_3fvmmIp1Ve_xy2pJ7BCcOiIEFKtHbpG4pVJdkuhbc/s1600/402083_2243425584543_1815218658_1495072_1022268540_n.jpg

Si sono presentati con striscioni e bandiere tricolori e hanno cantato l’Inno di Mameli durante la manifestazione Miss Padania dello scorso settembre: per questo sei politici civitanovesi sono nei guai. Si tratta di Ivo Costamagna (Psi), Tommaso Claudio Corvatta (Federazione della Sinistra), Giorgio Berdini (Pd), Luigi Carlocchia (Sel) Amedeo Regini e Grazia Pierluca (Citt@verde) che sono stati accusati per aver organizzato una manifestazione non autorizzata al Lido Cluana e per non aver rispettato il Testo sulla Pubblica Sicurezza. Il sostituto procuratore Claudio Rastrelli ha inviato l’avviso di conclusione delle indagini, accolto dai sei con grande stupore.
«Cantare l’Inno non è reato – ha spiegato Ivo Costamagna – Da parte nostra non c’è stata nessuna manifestazione o contro-manifestazione organizzata dal Psi o da altri». Giorgio Berdini del Pd focalizza l’attenzione sul rispetto verso le forze dell’ordine: «Da parte nostra c’è stato il massimo rispetto verso le forze dell’ordine». Sorpreso anche Luigi Carlocchia dei Verdi: «Siamo semplicemente andati ad ascoltare un deputato della Lega . Rivendico il diritto di manifestare in difesa della Costituzione».
I sei manifestarono con una trentina di persone prima dell’inizio di Miss Padania, evento organizzato dalla Lega Nord al Lido Cluana di Civitanova. «La manifestazione – secondo l’accusa – non si fermo neanche dopo l’intervento di un agente di Polizia».

Da Giulio Silenzi, segretario del Pd Civitanova:

Esprimo solidarietà, umana e politica, a chi è stato raggiunto da provvedimenti giudiziari per le vicende della manifestazione al Lido Cluana, a margine di un evento, Miss Padania, organizzato dalla Lega Nord in città la scorsa estate. Esponenti del mondo della politica e dell’associazionismo civitanovese, tutti di centro sinistra, sono chiamati a rispondere per essersi ritrovati a manifestare contro il secessionismo propugnato dai leghisti, anche attraverso sfilate di Miss. La manifestazione pacifica, se si vuole anche scanzonata, che non ha creato problemi di ordine pubblico e che ha visto protagonisti sei esponenti del centrosinistra tra cui il nostro iscritto e consigliere comunale Giorgio Berdini, è una battaglia fondata su valori – la libertà di espressione e il diritto a manifestare civilmente – in cui dovrebbe riconoscersi ogni cittadino. Sono i valori su cui poggia la democrazia nel nostro Paese e su cui è nata la Costituzione. Guai ad abbassare la guardia su questo punto. Nel pieno rispetto del lavoro della magistratura, in cui nutriamo totale fiducia, siamo convinti che le motivazioni, appartengono a tutti coloro i quali credono nei valori della nostra Carta Costituzionale e respingono con forza tutte quelle ideologie assurde che portano a riconoscere entità astruse come la Padania. Pertanto va rivendicata la libertà di manifestare anche in maniera spontanea e pacifica, nel rispetto delle persone e dei luoghi, sul valore costituzionale dell’Unità d’Italia.


Da Glauco Giglioni

bella questa…30 persone che pacificamente cantano l’inno ufficiale dello Stato vengono accusati di non aver rispettato il testo sulla Pubblica Sicurezza…e invece a personaggi come Borghezio (mi viene il vomito solo a pronunciare questo nome…) e Bossi che, rispettivamente, incitano all’odio razziale e al vilipendio della bandiera italiana non viene fatto nulla…strana la legge…ma rinfreschiamoci la memoria…

Art. 292

Vilipendio o danneggiamento alla bandiera o ad altro emblema dello Stato.

1. Chiunque vilipende con espressioni ingiuriose la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000. La pena è aumentata da euro 5.000 a euro 10.000 nel caso in cui il medesimo fatto sia commesso in occasione di una pubblica ricorrenza o di una cerimonia ufficiale.

2. Chiunque pubblicamente e intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibile o imbratta la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato è punito con la reclusione fino a due anni.

3. Agli effetti della legge penale per bandiera nazionale si intende la bandiera ufficiale dello Stato e ogni altra bandiera portante i colori nazionali.


Da alex stecca

Ma la costituziò italiana non dice che lu pensiero adé libero?



Nessun commento:

Posta un commento