Crisi, allarme Ue:
"Altri 6 milioni di disoccupati entro il 2010"
"Altri 6 milioni di disoccupati entro il 2010"
Le considerazioni del Consiglio Epsco al Consiglio Europeo
"Evitare il ritiro prematuro dal lavoro, occorrono pensioni sostenibili"

Le linee d'azione. Per prevenire e combattere la disoccupazione "senza intaccare le riforme del mercato del lavoro" il Consiglio Epsco esorta gli Stati membri a dare precedenza immediata ad alcune linee d'azione. Innanzi tutto "evitare le misure che favoriscono il ritiro prematuro dalla vita lavorativa, quali programmi di prepensionamento o limiti d'età per le opportunità di formazione, in modo tale da mantenere e aumentare la partecipazione al mercato del lavoro". Non solo si ribadisce, come più volte sollecitato dall'Ue in particolare all'Italia, di "affrontare l'adeguatezza e la sostenibilità a lungo termine dei sistemi pensionistici con riforme adeguate", incluso il raggiungimento dell'obiettivo di Lisbona di un tasso di occupazione dei lavoratori più anziani pari al 50% e il miglioramento della posizione dei percettori di salari bassi, anche in un periodo di recessione.
"Flessicurezza". Il Consiglio ancora indica come sia necessario "sostenere l'accesso all'occupazione e agevolare l'ingresso nel mercato del lavoro e la mobilità al suo interno per abbreviare i periodi di disoccupazione e aumentare la partecipazione sia delle donne che degli uomini". I principi comuni di "flessicurezza" offrono "utili orientamenti per modernizzare ulteriormente i mercati del lavoro". E' prioritario "rafforzare l'accesso alla formazione e alle misure attive del mercato del lavoro per disoccupati, lavoratori a rischio di licenziamento e altri gruppi vulnerabili affinchè restino attivi, sia migliorata la loro occupabilità e sia assicurata la loro disponibilità ad approfittare di nuove opportunità professionali create dalla ripresa".
Verso un'economia a basse emissioni di Co2. Occorre infine "sostenere l'occupazione e la creazione di posti di lavoro con misure intese a stabilizzare l'economia, promuovere la transizione verso un'economia a basse emissioni di CO2 e potenziare gli investimenti nella ricerca e sviluppo nonchè nei settori a rapida crescita". E dare la precedenza "agli investimenti nelle infrastrutture pubbliche capaci di rafforzare la struttura economica e creare rapidamente nuovi posti di lavoro".
Impegno per l'inclusione sociale. Un capitolo è dedicato anche al maggiore impegno per l'inclusione sociale e gli obiettivi della protezione sociale. In questo contesto gli Stati membri dovrebbero puntare soprattutto a "perseguire la riduzione della povertà e la coesione sociale con strategie globali rafforzate per combattere e prevenire la povertà e l'esclusione sociale dei bambini, inclusa una maggiore offerta di strutture di assistenza all'infanzia di qualità, accessibili anche economicamente, e delle persone con disabilità, la comparsa di nuovi gruppi a rischio di esclusione, quali i giovani, e nuove situazioni di rischio, compreso il sovraindebitamento". Occorrono poi sforzi per combattere la mancanza di domicilio fisso "quale forma estremamente grave di esclusione, fronteggiare i molteplici svantaggi a cui sono confrontati i Rom e la loro vulnerabilità nei confronti dell'esclusione sociale e promuovere l'inclusione sociale dei migranti". Bisogna infine migliorare l'efficienza dei servizi sanitari e ridurre le disparità in campo sanitario, fornire qualità nelle cure a lungo termine, assicurare un invecchiamento nella salute e nella dignità.
da http://www.repubblica.it/ del 9.3.09
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